Abstract del volume monografico, A. Anastasi, Parlamento e partiti in Italia, Milano, Giuffré, 2004. Gli studi sulla classe politica italiana, sulla sua formazione e sul suo reclutamento e sulla sua composizione interna costituiscono non soltanto un patrimonio peculiare della scienza politica italiana, ma hanno costituito altresì la base per lo sviluppo di una lunga serie di analisi e ricerche sulla classe politica rappresentativa, nazionale e subnazionale, nell’Italia repubblicana del secondo dopoguerra. Si pensi, per fare soltanto un esempio, alle indagini pionieristiche come quella sul parlamento italiano coordinata da Giovanni Sartori [1963] o all’indagine teorico-ricostruttiva di Paolo Farneti [1971]. Nei decenni successivi, infatti, altri importanti contributi di ricerca, con metodi e obiettivi anche differenziati, si sono concentrati sulle caratteristiche delle élites parlamentari italiane della prima repubblica. Ci riferiamo in particolare ai lavori di Giuseppe Di Palma [1978], di Maurizio Cotta [1979], Farneti [1989], Panebianco [1982] e di Alfio Mastropaolo [1990, 1993]. Le indagini appena citate costituiscono, a nostro avviso, un passaggio obbligato per chiunque si proponga di studiare , con criteri empirici, la classe politica italiana: sia sotto il profilo interno (in riferimento ai meccanismi di selezione, di promozione, di carriera e di circolazione) sia sotto il profilo esterno (focalizzando la investigazione sui rapporti della classe politica elettiva con le la società civile e con le istituzioni rappresentative di governo). Tenendo presenti le osservazioni precedenti , riteniamo di potere sostenere che la nostra indagine sulla élite politica italiana, eletta al parlamento tra la I e la XIV legislatura repubblicana, si pone da pinti di osservazione teorico-empirici diversi da quelli privilegiati dalle ricerche italiane precedenti. La nostra ipotesi infatti è la seguente: se è vero, come è stato messo in evidenza dai contributi citati prima, che una delle caratteristiche specifiche del le élites politiche nel caso italiano sia legato alla peculiare natura e ruolo svolto dai partiti politici, allora è utile mettere in luce idee, comportamenti e prassi politiche interpretati dai partiti dentro il parlamento , per potere comprendere meglio le modalità di selezione e di reclutamento del personale parlamentare. Ai fini della verifica della suddetta ipotesi, il volume si articola in quattro capitoli. Il primo capitolo cerca di ricostruire il dibattito politologico in merito alle strategie messe in atto dai partiti italiani durante la prima repubblica e durante la sua crisi e transizione, per influenzare dall’esterno la dinamica parlamentare. Nel secondo capitolo analizza il comportamento dei partiti all’interno del parlamento, mediante la descrizione delle modalità di offerta della rappresentanza (sotto il profilo della quantità e tipologie di liste di candidati susseguitesi nel tempo, sia sotto il profilo della dinamica di inclusione e di esclusione di candidati e il turnover degli eletti). Il terzo capitolo analizza, nella prospettiva degli studi di sociologia parlamentare, gli attributi e le risorse socio-politiche dei parlamentari italiani nelle quattordici legislature prese in esame e, infine, il quarto capitolo contiene un esempio di studio monografico della qualità della rappresentanza parlamentare italiana, mediante l’approfondimento teorico e l’analisi empirica dei dati la configurazione di genere della classe parlamentare italiana. Il volume affronta, per la prima volta – crediamo - nella tradizione di studi sul parlamento italiano, l’analisi sistematica dei dati, riportati dalla pubblicazione della cosiddetta “Navicella”, relativi alle liste dei candidati e ai voti riportati da ogni partito o raggruppamento elezione per elezione.

Parlamento e partiti in Italia. Una ricerca sulla classe politica italiana dalla I alla XIV legisltura.

ANASTASI, Antonino
2004-01-01

Abstract

Abstract del volume monografico, A. Anastasi, Parlamento e partiti in Italia, Milano, Giuffré, 2004. Gli studi sulla classe politica italiana, sulla sua formazione e sul suo reclutamento e sulla sua composizione interna costituiscono non soltanto un patrimonio peculiare della scienza politica italiana, ma hanno costituito altresì la base per lo sviluppo di una lunga serie di analisi e ricerche sulla classe politica rappresentativa, nazionale e subnazionale, nell’Italia repubblicana del secondo dopoguerra. Si pensi, per fare soltanto un esempio, alle indagini pionieristiche come quella sul parlamento italiano coordinata da Giovanni Sartori [1963] o all’indagine teorico-ricostruttiva di Paolo Farneti [1971]. Nei decenni successivi, infatti, altri importanti contributi di ricerca, con metodi e obiettivi anche differenziati, si sono concentrati sulle caratteristiche delle élites parlamentari italiane della prima repubblica. Ci riferiamo in particolare ai lavori di Giuseppe Di Palma [1978], di Maurizio Cotta [1979], Farneti [1989], Panebianco [1982] e di Alfio Mastropaolo [1990, 1993]. Le indagini appena citate costituiscono, a nostro avviso, un passaggio obbligato per chiunque si proponga di studiare , con criteri empirici, la classe politica italiana: sia sotto il profilo interno (in riferimento ai meccanismi di selezione, di promozione, di carriera e di circolazione) sia sotto il profilo esterno (focalizzando la investigazione sui rapporti della classe politica elettiva con le la società civile e con le istituzioni rappresentative di governo). Tenendo presenti le osservazioni precedenti , riteniamo di potere sostenere che la nostra indagine sulla élite politica italiana, eletta al parlamento tra la I e la XIV legislatura repubblicana, si pone da pinti di osservazione teorico-empirici diversi da quelli privilegiati dalle ricerche italiane precedenti. La nostra ipotesi infatti è la seguente: se è vero, come è stato messo in evidenza dai contributi citati prima, che una delle caratteristiche specifiche del le élites politiche nel caso italiano sia legato alla peculiare natura e ruolo svolto dai partiti politici, allora è utile mettere in luce idee, comportamenti e prassi politiche interpretati dai partiti dentro il parlamento , per potere comprendere meglio le modalità di selezione e di reclutamento del personale parlamentare. Ai fini della verifica della suddetta ipotesi, il volume si articola in quattro capitoli. Il primo capitolo cerca di ricostruire il dibattito politologico in merito alle strategie messe in atto dai partiti italiani durante la prima repubblica e durante la sua crisi e transizione, per influenzare dall’esterno la dinamica parlamentare. Nel secondo capitolo analizza il comportamento dei partiti all’interno del parlamento, mediante la descrizione delle modalità di offerta della rappresentanza (sotto il profilo della quantità e tipologie di liste di candidati susseguitesi nel tempo, sia sotto il profilo della dinamica di inclusione e di esclusione di candidati e il turnover degli eletti). Il terzo capitolo analizza, nella prospettiva degli studi di sociologia parlamentare, gli attributi e le risorse socio-politiche dei parlamentari italiani nelle quattordici legislature prese in esame e, infine, il quarto capitolo contiene un esempio di studio monografico della qualità della rappresentanza parlamentare italiana, mediante l’approfondimento teorico e l’analisi empirica dei dati la configurazione di genere della classe parlamentare italiana. Il volume affronta, per la prima volta – crediamo - nella tradizione di studi sul parlamento italiano, l’analisi sistematica dei dati, riportati dalla pubblicazione della cosiddetta “Navicella”, relativi alle liste dei candidati e ai voti riportati da ogni partito o raggruppamento elezione per elezione.
2004
Studi politici
8814111073
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