L’analisi separata di tesoretti e di rinvenimenti singoli, la quantificazione – con metodi statistici - del volume originario delle emissioni, incrociato con il numero dei conii utilizzati e con l’osservazione morfologica e ponderale degli esemplari, appaiono indispensabili per la corretta definizione delle cronologie di emissione, della durata delle coniazioni, e per la conseguente storicizzazione delle modalità di circolazione della moneta. Per quanto gli scavi condotti in singole aree, urbane, territoriali, di confine, abbiano notevolmente accresciuto la conoscenza delle monetazioni antiche, rare sono ancora le sintesi che ne consentano la valutazione in termini di storia economica. Si avverte l’esigenza di ampliare la prospettiva d’analisi secondo le due principali coordinate spazio-temporali, per mettere in atto un sistema di comparazione che consenta di non assolutizzare i singoli dati e le ricerche parziali, e passare dalla microanalisi dello scavo alla storia del sito, alla macrostoria regionale, fino a prospettarsi nel tempo più ampi orizzonti. Appare inoltre necessario ricercare casi studio che individuino “linee di tendenza” nell’economia antica. La Sicilia - caratterizzata da fenomeni storico-sociali di grande portata - mostra il profilo tipico dell’ “area campione”, modello di comportamento di fenomeni economici difficilmente ricostruibili per aree molto più ampie. L’esame globale della dislocazione delle zecche ha già evidenziato la mancanza di continuità e di regolarità delle emissioni di tutte le città siciliane, non esclusa la stessa Siracusa, da qui l’impossibilità di ricostruire ipotetici “ritmi” di coniazione e di pensare ad un’economia monetale generalizzata. La presenza di tesoretti o di rinvenimenti in siti d’altura non facilmente raggiungibili, o ai confini della chora delle poleis più importanti, ha attirato l’attenzione sull’identità dei “primi” destinatari della moneta, riconoscibili spesso nei mercenari che operavano al soldo delle colonie greche. Le frazioni in bronzo leggero, dal valore fiduciario, risultano contemporanee ai nominali maggiori coniati in metallo prezioso che ne assicurano la “copertura” metallica. La moneta in bronzo pesante, dal potere d’acquisto maggiormente coerente con il valore intrinseco, è spesso moneta unica e si dimostra soprattutto valuta di frontiera, connessa con lo sfruttamento agricolo, la difesa e il controllo del territorio. Esaminando in dettaglio i rinvenimenti monetali si nota come non tutte le serie emesse seguano - nella loro diffusione - la medesima direzione, indizio di una differenziazione sia della loro destinazione che delle cause che le hanno prodotte. La possibilità di formulare modelli di comportamento di tipo economico, senza escludere le analisi parziali e le specifiche contestualizzazioni, getterebbe le basi per una storia dell’economia antica che privilegiasse la moneta quale suo testimone più diretto.

Dallo studio della circolazione le “leggi” dell'economia monetale antica

CALTABIANO, Maria
2007-01-01

Abstract

L’analisi separata di tesoretti e di rinvenimenti singoli, la quantificazione – con metodi statistici - del volume originario delle emissioni, incrociato con il numero dei conii utilizzati e con l’osservazione morfologica e ponderale degli esemplari, appaiono indispensabili per la corretta definizione delle cronologie di emissione, della durata delle coniazioni, e per la conseguente storicizzazione delle modalità di circolazione della moneta. Per quanto gli scavi condotti in singole aree, urbane, territoriali, di confine, abbiano notevolmente accresciuto la conoscenza delle monetazioni antiche, rare sono ancora le sintesi che ne consentano la valutazione in termini di storia economica. Si avverte l’esigenza di ampliare la prospettiva d’analisi secondo le due principali coordinate spazio-temporali, per mettere in atto un sistema di comparazione che consenta di non assolutizzare i singoli dati e le ricerche parziali, e passare dalla microanalisi dello scavo alla storia del sito, alla macrostoria regionale, fino a prospettarsi nel tempo più ampi orizzonti. Appare inoltre necessario ricercare casi studio che individuino “linee di tendenza” nell’economia antica. La Sicilia - caratterizzata da fenomeni storico-sociali di grande portata - mostra il profilo tipico dell’ “area campione”, modello di comportamento di fenomeni economici difficilmente ricostruibili per aree molto più ampie. L’esame globale della dislocazione delle zecche ha già evidenziato la mancanza di continuità e di regolarità delle emissioni di tutte le città siciliane, non esclusa la stessa Siracusa, da qui l’impossibilità di ricostruire ipotetici “ritmi” di coniazione e di pensare ad un’economia monetale generalizzata. La presenza di tesoretti o di rinvenimenti in siti d’altura non facilmente raggiungibili, o ai confini della chora delle poleis più importanti, ha attirato l’attenzione sull’identità dei “primi” destinatari della moneta, riconoscibili spesso nei mercenari che operavano al soldo delle colonie greche. Le frazioni in bronzo leggero, dal valore fiduciario, risultano contemporanee ai nominali maggiori coniati in metallo prezioso che ne assicurano la “copertura” metallica. La moneta in bronzo pesante, dal potere d’acquisto maggiormente coerente con il valore intrinseco, è spesso moneta unica e si dimostra soprattutto valuta di frontiera, connessa con lo sfruttamento agricolo, la difesa e il controllo del territorio. Esaminando in dettaglio i rinvenimenti monetali si nota come non tutte le serie emesse seguano - nella loro diffusione - la medesima direzione, indizio di una differenziazione sia della loro destinazione che delle cause che le hanno prodotte. La possibilità di formulare modelli di comportamento di tipo economico, senza escludere le analisi parziali e le specifiche contestualizzazioni, getterebbe le basi per una storia dell’economia antica che privilegiasse la moneta quale suo testimone più diretto.
2007
9782930449128
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