Generalmente i problemi comportamentali dei bambini vengono valutati come deviazioni rispetto agli standard dello sviluppo tipico, senza tener conto del fatto che possono esserci delle asincronie tra i diversi domini dello sviluppo e che queste possono essere dovute, oltre che a fattori individuali, all’interazione di numerose, diverse e complesse variabili di natura ambientale e relazionale. I bambini, infatti, si sviluppano nel contesto di relazioni che possono in parte spiegare la comparsa di taluni problemi comportamentali, e che sicuramente hanno un peso rilevante sul loro mantenimento e la loro evoluzione. In base al modello ecologico dello sviluppo, il comportamento può essere compreso solo se osservato e analizzato nei diversi contesti in cui si manifesta e in riferimento ad essi, in quanto ogni modificazione del comportamento, ovvero ogni forma di adattamento, rappresenta proprio una funzione del contesto (Barker, 1960). Le dinamiche funzionali che possono aiutare a comprendere le ragioni dell’insorgenza di un problema o il suo mantenersi nel tempo richiedono un’analisi a 360° e devono essere tenute nella giusta considerazione se si vuole che il programma di intervento che si intende realizzare sia veramente efficace. E’ necessario quindi che sia le procedure di assessment, sia la progettazione degli interventi prevedano una valutazione più ampia possibile dei problemi, che si estenda ai diversi contesti di vita del bambino, per individuare tutti i possibili fattori di rischio e aumentare le probabilità di riuscire efficacemente e in maniera duratura a potenziare le risorse. Diventa quindi estremamente importante tenere conto di tutti questi aspetti nella strutturazione dell’intervento, che ovviamente non dovrebbe limitarsi a training individuali sul bambino, ma rivolgersi anche al miglioramento delle condizioni che hanno un ruolo determinante sul funzionamento familiare. Altrettanto importante è il coinvolgimento della scuola. I bambini impiegano molte ore al giorno interagendo con i compagni e gli insegnanti, che, come i genitori, hanno un ruolo determinante nella loro evoluzione emotiva, cognitiva e comportamentale e che quindi possono contribuire significativamente alle loro espressioni di disagio. Una valutazione che non tenga nella giusta considerazione il peso delle dinamiche relazionali che si svolgono in ambito scolastico, sia come probabili fattori elicitanti, sia come elementi determinanti ai fini dell’evoluzione dei problemi, sarebbe certamente una valutazione parziale e poco funzionale ai fini dell’intervento. Tra l’altro, un intervento che si limiti al setting terapeutico senza estendersi a tutti i contesti significativi per il bambino, sarebbe destinato a rivelarsi inefficace e i suoi effetti sarebbero certamente poco duraturi. Sono questi i principi e i presupposti teorici che hanno ispirato l’organizzazione di questo volume. Nel primo capitolo è riportata un’analisi teorico-metodologica dell’approccio cognitivo-comportamentale alle problematiche evolutive, cliniche ed educative, con riferimenti alle procedure di assessment e alle tecniche di intervento più frequentemente utilizzate. Nei capitoli che seguono sono stati presi in esame alcuni tra i più frequenti problemi comportamentali su base emozionale, che più frequentemente si presentano in ambito scolastico: il rifiuto e la fobia scolastica, la learned helplessness, il mutismo selettivo,l’aggressività reattiva e il bullismo, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Dopo un’attenta e aggiornata analisi della letteratura scientifica sull’argomento, per ciascuna problematica vengono suggerite le procedure di assessment e le strategie di intervento, a livello individuale, familiare e scolastico, che nella ricerca e nella pratica clinica si sono rivelate più efficaci.

Valutazione e trattamento dei disturbi del comportamento. Interventi cognitivo-comportamentali in ambito scolastico e familiare.

FILIPPELLO, Giuseppa
2008-01-01

Abstract

Generalmente i problemi comportamentali dei bambini vengono valutati come deviazioni rispetto agli standard dello sviluppo tipico, senza tener conto del fatto che possono esserci delle asincronie tra i diversi domini dello sviluppo e che queste possono essere dovute, oltre che a fattori individuali, all’interazione di numerose, diverse e complesse variabili di natura ambientale e relazionale. I bambini, infatti, si sviluppano nel contesto di relazioni che possono in parte spiegare la comparsa di taluni problemi comportamentali, e che sicuramente hanno un peso rilevante sul loro mantenimento e la loro evoluzione. In base al modello ecologico dello sviluppo, il comportamento può essere compreso solo se osservato e analizzato nei diversi contesti in cui si manifesta e in riferimento ad essi, in quanto ogni modificazione del comportamento, ovvero ogni forma di adattamento, rappresenta proprio una funzione del contesto (Barker, 1960). Le dinamiche funzionali che possono aiutare a comprendere le ragioni dell’insorgenza di un problema o il suo mantenersi nel tempo richiedono un’analisi a 360° e devono essere tenute nella giusta considerazione se si vuole che il programma di intervento che si intende realizzare sia veramente efficace. E’ necessario quindi che sia le procedure di assessment, sia la progettazione degli interventi prevedano una valutazione più ampia possibile dei problemi, che si estenda ai diversi contesti di vita del bambino, per individuare tutti i possibili fattori di rischio e aumentare le probabilità di riuscire efficacemente e in maniera duratura a potenziare le risorse. Diventa quindi estremamente importante tenere conto di tutti questi aspetti nella strutturazione dell’intervento, che ovviamente non dovrebbe limitarsi a training individuali sul bambino, ma rivolgersi anche al miglioramento delle condizioni che hanno un ruolo determinante sul funzionamento familiare. Altrettanto importante è il coinvolgimento della scuola. I bambini impiegano molte ore al giorno interagendo con i compagni e gli insegnanti, che, come i genitori, hanno un ruolo determinante nella loro evoluzione emotiva, cognitiva e comportamentale e che quindi possono contribuire significativamente alle loro espressioni di disagio. Una valutazione che non tenga nella giusta considerazione il peso delle dinamiche relazionali che si svolgono in ambito scolastico, sia come probabili fattori elicitanti, sia come elementi determinanti ai fini dell’evoluzione dei problemi, sarebbe certamente una valutazione parziale e poco funzionale ai fini dell’intervento. Tra l’altro, un intervento che si limiti al setting terapeutico senza estendersi a tutti i contesti significativi per il bambino, sarebbe destinato a rivelarsi inefficace e i suoi effetti sarebbero certamente poco duraturi. Sono questi i principi e i presupposti teorici che hanno ispirato l’organizzazione di questo volume. Nel primo capitolo è riportata un’analisi teorico-metodologica dell’approccio cognitivo-comportamentale alle problematiche evolutive, cliniche ed educative, con riferimenti alle procedure di assessment e alle tecniche di intervento più frequentemente utilizzate. Nei capitoli che seguono sono stati presi in esame alcuni tra i più frequenti problemi comportamentali su base emozionale, che più frequentemente si presentano in ambito scolastico: il rifiuto e la fobia scolastica, la learned helplessness, il mutismo selettivo,l’aggressività reattiva e il bullismo, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Dopo un’attenta e aggiornata analisi della letteratura scientifica sull’argomento, per ciascuna problematica vengono suggerite le procedure di assessment e le strategie di intervento, a livello individuale, familiare e scolastico, che nella ricerca e nella pratica clinica si sono rivelate più efficaci.
2008
9788829919437
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