La sentenza del 23 ottobre 2007 della Corte di Giustizia delle Comunità europee interviene nuovamente sulla controversa questione del riparto di competenze in materia penale tra i “pilastri” dell’Unione europea, sciogliendo i nodi irrisolti della sentenza del 13 settembre 2005: oltre a ribadire la possibilità di un’armonizzazione penale attraverso il metodo comunitario, la Corte di Lussemburgo precisa i limiti dell’esercizio di tale competenza, riservando al pilastro intergovernativo «la determinazione del tipo e del livello» delle sanzioni penali applicabili. Viene così sancito uno “sdoppiamento” della competenza penale dell’Unione europea, ripartita tra la definizione del precetto penale, che può interessare il diritto comunitario, e la determinazione della relativa sanzione, riservata alla cooperazione intergovernativa.
Il riparto della competenza penale tra i "pilastri" dell'Unione europea.
PANEBIANCO, Giuseppina
2008-01-01
Abstract
La sentenza del 23 ottobre 2007 della Corte di Giustizia delle Comunità europee interviene nuovamente sulla controversa questione del riparto di competenze in materia penale tra i “pilastri” dell’Unione europea, sciogliendo i nodi irrisolti della sentenza del 13 settembre 2005: oltre a ribadire la possibilità di un’armonizzazione penale attraverso il metodo comunitario, la Corte di Lussemburgo precisa i limiti dell’esercizio di tale competenza, riservando al pilastro intergovernativo «la determinazione del tipo e del livello» delle sanzioni penali applicabili. Viene così sancito uno “sdoppiamento” della competenza penale dell’Unione europea, ripartita tra la definizione del precetto penale, che può interessare il diritto comunitario, e la determinazione della relativa sanzione, riservata alla cooperazione intergovernativa.Pubblicazioni consigliate
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