Quella dell'ungherese István Türr (1825-1908) rimane ancora oggi una figura poco conosciuta della storia europea che va dalla metà del XIX secolo agli inizi del XX, un’epoca contrassegnata dalla definitiva affermazione degli Stati nazionali, dal formidabile progresso scientifico e tecnologico e dal conseguente trionfo dell’industria, ma anche da un inasprimento dello sfruttamento coloniale, dallo sviluppo dell’imperialismo e dei movimenti nazionalisti, nonché da un sempre più massiccio riarmo. L’itinerario percorso da Türr è, in questo contesto, decisamente in controtendenza. Dopo essere stato infatti – da ex ufficiale asburgico diventato, dal 1849, fiero oppositore dell'Austria ed esule politico – protagonista di primo piano delle vicende del nostro Risorgimento (importante il suo ruolo nella gloriosa campagna meridionale di Garibaldi del 1860) e di una serie di iniziative diplomatiche e militari tendenti a suscitare una nuova insurrezione nazionale antiaustriaca nella sua Ungheria, egli diventa, col passare degli anni, sempre più attivo sul fronte del pacifismo e della creazione di organismi sovranazionali di arbitrato in grado di risolvere le controversie tra gli Stati e di scongiurare, così, i pericoli derivanti da un loro ricorso indiscriminato alle armi. Di Türr vengono ricostruite sia l’attività militare e diplomatica che quella di saggista e polemista sempre pronto ad offrire, fino al momento della sua morte, il contributo di una lunga esperienza maturata sui campi di battaglia e a contatto gli uomini di governo delle principali potenze europee. Il suo impegno politico e sociale è tutto incentrato su temi che sono di assoluto interesse e, in alcuni casi, perfino di indubbia attualità: dal diritto all’autodeterminazione dei popoli e dalla soluzione dei problemi nazionali nell’area danubiano-balcanica, momenti essenziali della “Questione d’Oriente”, all’idea di una confederazione europea; dalla condanna del panslavismo, del pangermanesimo e degli eccessi dell’imperialismo britannico ai timori per la perdita della “centralità” europea di fronte alla concorrenza americana e asiatica; dalla denuncia della “pace armata”, fondata su strumenti di guerra sempre più sofisticati e distruttivi, alla “battaglia” per l’istruzione scolastica e l’educazione civile, ritenute mezzi indispensabili per garantire emancipazione e progresso a tutto il genere umano.

István Türr. Una biografia politica

FORNARO, Pasquale
2004-01-01

Abstract

Quella dell'ungherese István Türr (1825-1908) rimane ancora oggi una figura poco conosciuta della storia europea che va dalla metà del XIX secolo agli inizi del XX, un’epoca contrassegnata dalla definitiva affermazione degli Stati nazionali, dal formidabile progresso scientifico e tecnologico e dal conseguente trionfo dell’industria, ma anche da un inasprimento dello sfruttamento coloniale, dallo sviluppo dell’imperialismo e dei movimenti nazionalisti, nonché da un sempre più massiccio riarmo. L’itinerario percorso da Türr è, in questo contesto, decisamente in controtendenza. Dopo essere stato infatti – da ex ufficiale asburgico diventato, dal 1849, fiero oppositore dell'Austria ed esule politico – protagonista di primo piano delle vicende del nostro Risorgimento (importante il suo ruolo nella gloriosa campagna meridionale di Garibaldi del 1860) e di una serie di iniziative diplomatiche e militari tendenti a suscitare una nuova insurrezione nazionale antiaustriaca nella sua Ungheria, egli diventa, col passare degli anni, sempre più attivo sul fronte del pacifismo e della creazione di organismi sovranazionali di arbitrato in grado di risolvere le controversie tra gli Stati e di scongiurare, così, i pericoli derivanti da un loro ricorso indiscriminato alle armi. Di Türr vengono ricostruite sia l’attività militare e diplomatica che quella di saggista e polemista sempre pronto ad offrire, fino al momento della sua morte, il contributo di una lunga esperienza maturata sui campi di battaglia e a contatto gli uomini di governo delle principali potenze europee. Il suo impegno politico e sociale è tutto incentrato su temi che sono di assoluto interesse e, in alcuni casi, perfino di indubbia attualità: dal diritto all’autodeterminazione dei popoli e dalla soluzione dei problemi nazionali nell’area danubiano-balcanica, momenti essenziali della “Questione d’Oriente”, all’idea di una confederazione europea; dalla condanna del panslavismo, del pangermanesimo e degli eccessi dell’imperialismo britannico ai timori per la perdita della “centralità” europea di fronte alla concorrenza americana e asiatica; dalla denuncia della “pace armata”, fondata su strumenti di guerra sempre più sofisticati e distruttivi, alla “battaglia” per l’istruzione scolastica e l’educazione civile, ritenute mezzi indispensabili per garantire emancipazione e progresso a tutto il genere umano.
2004
Varia
9788849810288
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