Nell’ultimo ventennio, sono state realizzate moltissime ricerche con l’obiettivo di individuare i fondamenti neurofunzionali e la natura delle disabilità sociali e comunicative che caratterizzano il disturbo autistico. Le indagini scientifiche e l’esperienza clinica mostrano infatti in maniera inconfutabile che i bambini autistici presentano difficoltà negli scambi comunicativi e nell’attribuzione di stati epistemici ed emotivo-motivazionali agli interlocutori. Attualmente, i modelli teorici esplicativi maggiormente dibattuti e accreditati sono quelli che fanno riferimento alla teoria della mente (ToM) (Leslie, 1987; Perner, 1991; Surian, 1993), ai fattori ad essa collegati e ai suoi principali precursori (Frith, 2005). Questa ricerca si propone di offrire un contributo allo studio dei fattori implicati nella comprensione degli stati mentali, indagando la capacità di bambini autistici ad alto funzionamento di correlare le emozioni, non solo agli eventi situazionali e ai comportamenti overt ma anche a quelli non espliciti come desideri e credenze. Alla luce delle considerazioni precedentemente espresse relativamente alle prove ricavate dal modello di Baron-Cohen (1995), lo studio si pone inoltre l’obiettivo di verificare sia la padronanza del lessico degli stati emotivi sia la comprensione delle complesse manifestazioni che si accompagnano a questi ultimi. Hanno preso parte alla ricerca 10 bambini autistici ad alto funzionamento di età compresa tra gli 8 e i 12 anni (M= 10.8; DS= 2.3). Ai fini della ricerca è stata utilizzata una prova appositamente strutturata, che ripropone, con delle modifiche, lo schema suggerito da Baron-Cohen (1995). I risultati della ricerca hanno messo in evidenza che i bambini con autismo e con sviluppo intellettivo tipico dimostrano non solo di possedere il lessico degli stati emotivi, ma anche di riconoscere le emozioni in base alle espressioni facciali, alla loro contestualizzazione, ai segnali fisiologici e al comportamento. A differenza della prova strutturata da Baron-Cohen, la modifica apportata nella presente ricerca offre una maggiore opportunità di rilevare l’effettiva capacità dei bambini, soprattutto se autistici, di comprendere il significato dei termini riferiti alle emozioni. Inoltre i bambini con sindrome autistica sono capaci di attribuire uno stato emotivo in relazione ad un comportamento covert. Tuttavia, come spesso evidenziato in letteratura, mostrano particolari difficoltà nel collegare un’emozione al pensiero sottostante, difficoltà che diventano sempre più marcate nelle fasi successive del test, le quali prevedono il coordinamento degli stati mentali di desiderio ed opinione.

La conoscenza delle parole che denotano le emozioni rappresenta l'esperienza emotiva?

FILIPPELLO, Giuseppa;CUZZOCREA, Francesca;SORRENTI, Luana
2008-01-01

Abstract

Nell’ultimo ventennio, sono state realizzate moltissime ricerche con l’obiettivo di individuare i fondamenti neurofunzionali e la natura delle disabilità sociali e comunicative che caratterizzano il disturbo autistico. Le indagini scientifiche e l’esperienza clinica mostrano infatti in maniera inconfutabile che i bambini autistici presentano difficoltà negli scambi comunicativi e nell’attribuzione di stati epistemici ed emotivo-motivazionali agli interlocutori. Attualmente, i modelli teorici esplicativi maggiormente dibattuti e accreditati sono quelli che fanno riferimento alla teoria della mente (ToM) (Leslie, 1987; Perner, 1991; Surian, 1993), ai fattori ad essa collegati e ai suoi principali precursori (Frith, 2005). Questa ricerca si propone di offrire un contributo allo studio dei fattori implicati nella comprensione degli stati mentali, indagando la capacità di bambini autistici ad alto funzionamento di correlare le emozioni, non solo agli eventi situazionali e ai comportamenti overt ma anche a quelli non espliciti come desideri e credenze. Alla luce delle considerazioni precedentemente espresse relativamente alle prove ricavate dal modello di Baron-Cohen (1995), lo studio si pone inoltre l’obiettivo di verificare sia la padronanza del lessico degli stati emotivi sia la comprensione delle complesse manifestazioni che si accompagnano a questi ultimi. Hanno preso parte alla ricerca 10 bambini autistici ad alto funzionamento di età compresa tra gli 8 e i 12 anni (M= 10.8; DS= 2.3). Ai fini della ricerca è stata utilizzata una prova appositamente strutturata, che ripropone, con delle modifiche, lo schema suggerito da Baron-Cohen (1995). I risultati della ricerca hanno messo in evidenza che i bambini con autismo e con sviluppo intellettivo tipico dimostrano non solo di possedere il lessico degli stati emotivi, ma anche di riconoscere le emozioni in base alle espressioni facciali, alla loro contestualizzazione, ai segnali fisiologici e al comportamento. A differenza della prova strutturata da Baron-Cohen, la modifica apportata nella presente ricerca offre una maggiore opportunità di rilevare l’effettiva capacità dei bambini, soprattutto se autistici, di comprendere il significato dei termini riferiti alle emozioni. Inoltre i bambini con sindrome autistica sono capaci di attribuire uno stato emotivo in relazione ad un comportamento covert. Tuttavia, come spesso evidenziato in letteratura, mostrano particolari difficoltà nel collegare un’emozione al pensiero sottostante, difficoltà che diventano sempre più marcate nelle fasi successive del test, le quali prevedono il coordinamento degli stati mentali di desiderio ed opinione.
2008
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