Il contributo ha ad oggetto il noto episodio di Tito Manlio Torquato, che nel 141 a.C. chiese ed ottenne dal Senato la cognitio della causa contro il figlio, il pretore Decio Iunio Silano accusato di repetundae dai Macedoni. Sulla base soprattutto della testimonianza fornita da Cicerone in de fin. 1. 7. 24, messa a confronto con le altri fonti che riferiscono l’episodio, si propone una ricostruzione della vicenda che consente di apportare nuova luce alla soluzione delle tante questioni giuridiche in cui essa è implicata, ed in particolare di quella relativa al rapporto tra il iudicium domesticum svolto da Torquato ed il iudicium publicum per repetundae al quale Silano, se non ci fosse stato l’intervento del padre, avrebbe dovuto all’epoca essere sottoposto.
Iudicium domesticum e iudicium publicum in Cic. de fin. 1. 7. 24
RUSSO, Carmela
2009-01-01
Abstract
Il contributo ha ad oggetto il noto episodio di Tito Manlio Torquato, che nel 141 a.C. chiese ed ottenne dal Senato la cognitio della causa contro il figlio, il pretore Decio Iunio Silano accusato di repetundae dai Macedoni. Sulla base soprattutto della testimonianza fornita da Cicerone in de fin. 1. 7. 24, messa a confronto con le altri fonti che riferiscono l’episodio, si propone una ricostruzione della vicenda che consente di apportare nuova luce alla soluzione delle tante questioni giuridiche in cui essa è implicata, ed in particolare di quella relativa al rapporto tra il iudicium domesticum svolto da Torquato ed il iudicium publicum per repetundae al quale Silano, se non ci fosse stato l’intervento del padre, avrebbe dovuto all’epoca essere sottoposto.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.