JUAN RODRÍGUEZ DEL PADRÓN, Triunfo de las donas

Fra le voci che durante il regno di Giovanni II di Trastámara (1406-1454) si levarono contro la corrente misogina, e, concretamente, in Spagna contro l’ “Arcipreste de Talavera” del cappellano reale Alfonso Martínez de Toledo (in Castiglia la prima opera genuinamente antifemminista e comunemente conosciuta come “Corbacho”) si distinse quella di Juan Rodríguez del Padrón (o de la Cámera), autore del “Triunfo de las donas”, del quale si offre l’edizione critica debitamente accompagnata alla fine del volume da ricche note al testo. Nel “Triunfo” l’autore iberico, utilizzando una tattica fortemente offensiva nei confronti degli uomini, mette in rilievo, in contrapposizione ai vizi maschili, aspetti e qualità della personalità femminile fino ad allora poco considerati, nonché diritti ancora ben lungi dall’essere riconosciuti come tali. Nella parte iniziale dell’introduzione all’edizione del testo viene effettuato un accurato raffronto e uno studio completo degli scritti castigliani di tendenza misogina e dei trattati in difesa delle donne al fine di avere un quadro esauriente sul pensiero dei profemministi e degli antifemministi. Vengono successivamente presentati nuovi, notevoli e basilari risultati , frutto della speciale attenzione prestata al “Triunfo de las donas”, che di certo possono essere sintetizzati nei seguenti punti: a) il “Triunfo” è stato dedicato alla regina Maria, moglie di Giovanni II di Trastámara, per altro offesa dai toni irrispettosi del “Corbacho”; b) il “Triunfo” è stato composto fra il 1438 e il 1445, durante il soggiorno italiano dell’autore, c) il trattato avrebbe avuto il doppio ruolo di sancire il trionfo delle donne e di essere altresì il trionfo letterario dell’autore spagnolo, d) il “Triunfo” funge da introduzione, da prologo alla “Cadira di honor”, altra opera in prosa di Rodríguez del Padrón, composta, però, precedentemente al trattato dedicato alle donne.