La monografia prende spunto dall’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano dell’art. 2645 ter c.c. , che ripropone all’attenzione degli studiosi un tema di particolare rilevanza, quale è quello dell’ammissibilità degli atti di destinazione c.d. atipici. L’inserimento della norma, all’interno del titolo dedicato alla trascrizione degli atti, ha sollevato problemi, attinenti sia alla natura giuridica dell’atto di destinazione e all’individuazione dei presupposti soggettivi e oggettivi della relativa fattispecie, sia alla qualità degli effetti che da esso prendono vita e consistenza, come pure in ordine al rapporto con la categoria dei patrimoni separati. L’’intervento legislativo non solo ha riproposto problematiche già conosciute nel dibattito dottrinale e giurisprudenziale, ma ha anche portato ad un ulteriore svolgimento un iter normativo diretto a rimodellare la disciplina della responsabilità patrimoniale, già fortemente incisa dal legislatore del 2004 con l’introduzione degli artt. 2447 bis e ss. c.c., dedicati ai “patrimoni destinati ad uno specifico affare”. Muovendo da questi presupposti, la monografia affronta nella prima parte le questioni connesse alla individuazione della natura giuridica degli atti di destinazione, alla struttura e all’ampiezza del potere riservato all’autonomia privata nella selezione degli interessi meritevoli di tutela. Una particolare attenzione viene poi riservata alla causa dell’atto di destinazione e alle fonti di qualificazione causale dell’interesse negoziale. Nella seconda parte , invece, si individuano le diverse funzioni che possono essere svolte dall’atto di destinazione per poi passare all’analisi degli effetti. L’attenzione, in particolare, viene concentrata sul rapporto tra vincolo di destinazione e separazione patrimoniale, per verificare se e in che misura la disposizione , contenuta nell'art. 2645 ter c.c., possa incidere sul sistema della responsabilità patrimoniale codificato, e sui principi che ne stanno a base, la cui rigidità è da tempo in crisi per l’ostacolo che alcune regole pongono allo sviluppo dell’economia e alla creazione, nel contesto europeo, di un mercato libero e concorrenziale.

DESTINAZIONE DI BENI ALLO SCOPO.Fattispecie ed effetti

ASTONE, MARIA ANNUNZIATA
2010-01-01

Abstract

La monografia prende spunto dall’introduzione nell’ordinamento giuridico italiano dell’art. 2645 ter c.c. , che ripropone all’attenzione degli studiosi un tema di particolare rilevanza, quale è quello dell’ammissibilità degli atti di destinazione c.d. atipici. L’inserimento della norma, all’interno del titolo dedicato alla trascrizione degli atti, ha sollevato problemi, attinenti sia alla natura giuridica dell’atto di destinazione e all’individuazione dei presupposti soggettivi e oggettivi della relativa fattispecie, sia alla qualità degli effetti che da esso prendono vita e consistenza, come pure in ordine al rapporto con la categoria dei patrimoni separati. L’’intervento legislativo non solo ha riproposto problematiche già conosciute nel dibattito dottrinale e giurisprudenziale, ma ha anche portato ad un ulteriore svolgimento un iter normativo diretto a rimodellare la disciplina della responsabilità patrimoniale, già fortemente incisa dal legislatore del 2004 con l’introduzione degli artt. 2447 bis e ss. c.c., dedicati ai “patrimoni destinati ad uno specifico affare”. Muovendo da questi presupposti, la monografia affronta nella prima parte le questioni connesse alla individuazione della natura giuridica degli atti di destinazione, alla struttura e all’ampiezza del potere riservato all’autonomia privata nella selezione degli interessi meritevoli di tutela. Una particolare attenzione viene poi riservata alla causa dell’atto di destinazione e alle fonti di qualificazione causale dell’interesse negoziale. Nella seconda parte , invece, si individuano le diverse funzioni che possono essere svolte dall’atto di destinazione per poi passare all’analisi degli effetti. L’attenzione, in particolare, viene concentrata sul rapporto tra vincolo di destinazione e separazione patrimoniale, per verificare se e in che misura la disposizione , contenuta nell'art. 2645 ter c.c., possa incidere sul sistema della responsabilità patrimoniale codificato, e sui principi che ne stanno a base, la cui rigidità è da tempo in crisi per l’ostacolo che alcune regole pongono allo sviluppo dell’economia e alla creazione, nel contesto europeo, di un mercato libero e concorrenziale.
2010
Pubblicazioni della Facoltà di giurisprudenza della Università di Messina
9788814154829
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