La ricerca ha preso spunto da un tema di vasta portata e di taglio generalissimo, ossia il consustanziale collegamento tra principio di legalità e quello di certezza del diritto, tradizionale cartina tornasole della affidabilità complessiva dell’ordinamento giuridico e, meglio, dello Stato di diritto. Si è imposta, pertanto, l’esigenza di delimitare immediatamente il campo di speculazione per evitare il pericolo di risultare dispersivi e ripetitivi. E si è orientata l’attenzione sul principio di legalità che governa l’azione amministrativa, con particolare riguardo alla cd. norma attributiva e conformativa del potere che identifica e qualifica l’ubi consistam dell’autorità amministrativa, costruita al fine di tutelare l’interesse pubblico attraverso strumenti attuativi generalmente preclusi ai privati. E ciò si è voluto fare anche correndo il rischio di essere tacciati di anacronismo, dal momento che la cura dell’interesse pubblico è affidata a sempre più variegate soluzioni operative spesso sganciate dal meccanismo autoritativo. Ma più forte è la convinzione che le rapide trasformazioni del diritto possono celare delle incongruenze. Come quella di considerare superabile il modello di amministrazione-autorità, soggetto privilegiato in grado di emanare provvedimenti esecutori e affievolitivi dei diritti soggettivi, salvo impostare ancora oggi il sistema di giustizia amministrativa sul dicotomico riparto tra diritti soggettivi ed interessi legittimi, affidando la tutela processuale di questi ultimi ad un modello peculiare di giudizio, totalmente differente da quello cd. ordinario. Tributando, pertanto, ancora centralità nel diritto amministrativo interno alle nozioni di potere amministrativo ed autorità amministrativa, anche quale faro orientativo della tradizionale tripartizione dei poteri, si è avvertita l’esigenza di delimitare ulteriormente il campo di indagine. Ossia si è cercato, dopo aver trattato nella prima parte del lavoro, dell’evoluzione della legalità amministrativa con particolare attenzione al suo rapporto con la certezza del diritto, di verificare, nella seconda parte, se il rapporto di subordinazione tra diritto comunitario e diritto interno in ambito amministrativo, oltre a produrre gli acclamati effetti positivi da più parte riconosciuti, non abbia anche portato con sé subdole e pericolose conseguenze di incertezza sia in ordine all’identificazione e qualificazione dell’autorità e del potere amministrativi sia in ordine alla effettiva preservazione dei connotati caratteristici del processo amministrativo. In particolare dall’evoluzione della giurisprudenza comunitaria sull’annullamento dell’atto interno anticomunitario e sulla cedevolezza del giudicato amministrativo interno rispetto ad una contrastante (a volte perfino sopravvenuta) normativa (anche giurisprudenziale) comunitaria, si è ritenuto, nelle conclusioni, di poter ritenere fondata la personale ed allarmata sensazione di incertezza e confusione sull’identità di potere amministrativo che finisce per investire ed in parte travolgere sia la struttura stessa del processo amministrativo sia la tradizionale solidità del principio di separazione dei poteri, dal momento che il rapporto di presupposizione della legge rispetto all’amministrazione ed al potere giurisprudenziale appare troppo facilmente ribaltabile in sede comunitaria, anche in ragione della ispirazione operativa ai meccanismi della common law. Il lavoro, pur nel predominante taglio di diritto amministrativo, ha dovuto attingere, nell’ottica della multidisciplinarietà, al diritto comunitario, costituzionale ed alla filosofia del diritto.

La legalità amministrativa (comunitaria ed interna) e certezza del diritto: riflessi sui rapporti amministrativi ed istituzionali

SICILIANO, Francesco
2010-01-01

Abstract

La ricerca ha preso spunto da un tema di vasta portata e di taglio generalissimo, ossia il consustanziale collegamento tra principio di legalità e quello di certezza del diritto, tradizionale cartina tornasole della affidabilità complessiva dell’ordinamento giuridico e, meglio, dello Stato di diritto. Si è imposta, pertanto, l’esigenza di delimitare immediatamente il campo di speculazione per evitare il pericolo di risultare dispersivi e ripetitivi. E si è orientata l’attenzione sul principio di legalità che governa l’azione amministrativa, con particolare riguardo alla cd. norma attributiva e conformativa del potere che identifica e qualifica l’ubi consistam dell’autorità amministrativa, costruita al fine di tutelare l’interesse pubblico attraverso strumenti attuativi generalmente preclusi ai privati. E ciò si è voluto fare anche correndo il rischio di essere tacciati di anacronismo, dal momento che la cura dell’interesse pubblico è affidata a sempre più variegate soluzioni operative spesso sganciate dal meccanismo autoritativo. Ma più forte è la convinzione che le rapide trasformazioni del diritto possono celare delle incongruenze. Come quella di considerare superabile il modello di amministrazione-autorità, soggetto privilegiato in grado di emanare provvedimenti esecutori e affievolitivi dei diritti soggettivi, salvo impostare ancora oggi il sistema di giustizia amministrativa sul dicotomico riparto tra diritti soggettivi ed interessi legittimi, affidando la tutela processuale di questi ultimi ad un modello peculiare di giudizio, totalmente differente da quello cd. ordinario. Tributando, pertanto, ancora centralità nel diritto amministrativo interno alle nozioni di potere amministrativo ed autorità amministrativa, anche quale faro orientativo della tradizionale tripartizione dei poteri, si è avvertita l’esigenza di delimitare ulteriormente il campo di indagine. Ossia si è cercato, dopo aver trattato nella prima parte del lavoro, dell’evoluzione della legalità amministrativa con particolare attenzione al suo rapporto con la certezza del diritto, di verificare, nella seconda parte, se il rapporto di subordinazione tra diritto comunitario e diritto interno in ambito amministrativo, oltre a produrre gli acclamati effetti positivi da più parte riconosciuti, non abbia anche portato con sé subdole e pericolose conseguenze di incertezza sia in ordine all’identificazione e qualificazione dell’autorità e del potere amministrativi sia in ordine alla effettiva preservazione dei connotati caratteristici del processo amministrativo. In particolare dall’evoluzione della giurisprudenza comunitaria sull’annullamento dell’atto interno anticomunitario e sulla cedevolezza del giudicato amministrativo interno rispetto ad una contrastante (a volte perfino sopravvenuta) normativa (anche giurisprudenziale) comunitaria, si è ritenuto, nelle conclusioni, di poter ritenere fondata la personale ed allarmata sensazione di incertezza e confusione sull’identità di potere amministrativo che finisce per investire ed in parte travolgere sia la struttura stessa del processo amministrativo sia la tradizionale solidità del principio di separazione dei poteri, dal momento che il rapporto di presupposizione della legge rispetto all’amministrazione ed al potere giurisprudenziale appare troppo facilmente ribaltabile in sede comunitaria, anche in ragione della ispirazione operativa ai meccanismi della common law. Il lavoro, pur nel predominante taglio di diritto amministrativo, ha dovuto attingere, nell’ottica della multidisciplinarietà, al diritto comunitario, costituzionale ed alla filosofia del diritto.
2010
Quaderni per la didattica e la ricerca in Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Messina
9788814153822
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/1905028
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact