Art. 147 c.c. - Doveri verso i figli

La tutela dei valori della persona all’interno del nucleo costituisce certamente il dato di più evidente innovazione nel sistema familiare, non soltanto nei rapporti – ormai paritari – tra i coniugi, ma anche nei confronti dei figli, delle cui capacità , inclinazioni naturali ed aspirazioni occorrerà tener conto in fase di attuazione dell’obbligo di mantenere, istruire ed educare. Gli obblighi di mantenimento, istruzione ed educazione della prole si inseriscono nel generale obbligo di mantenimento della famiglia, ed andando oltre la loro naturale connotazione morale, rilevano sul piano giuridico in conformità ed attuazione del modello valoriale prospettato dalla Carta Costituzionale nell’art. 30, in virtù del quale «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio». È estremamente indicativo che l’interesse del minore ha assunto un ruolo centrale, incidendo profondamente sulla struttura delle situazioni familiari e conformandole in termini di doveri. In questa logica, i criteri guida emergenti dall’art. 147 c.c. evidenziano per un verso che educare significa perseguire l’obiettivo primario della formazione della personalità del minore, rispettando la sua dignità di persona, capace di esprimere autonome scelte esistenziali e manifestare precipui bisogni ed esigenze; per altro verso, l’obbligo di mantenimento verso i figli ha un contenuto più ampio rispetto all’obbligo alimentare: esso, infatti, si concretizza non soltanto nell’assistenza economica dei figli ma anche in quella morale, e comprende non solo i bisogni fondamentali nell’ambito della famiglia, ma anche le spese necessarie per una personale vita di relazione, secondo gli usi nell’ambito sociale in cui vive la famiglia stessa.