In questa breve sintesi si vuole provare a dare delle informazioni su due eventi che si svolgono il Venerdì santo in due città: Lauro, in provincia di Avellino, e Bensheim, nella regione Assia della Germania, dove un gruppo di italiani immigrati, tra cui l’ideatore proveniente proprio dalla cittadina italiana, ha esportato questa tradizione. Sulla base di una serie di interviste effettuate a Bensheim, 155 schede nell’anno 2007, e a Lauro, 66 schede nell’anno 2009, sono stati raccolti dei dati che ci aiutano a disegnare il profilo socio-grafico degli spettatori nei due luoghi. Tali risultati riguardano non solo la provenienza degli spettatori, ma anche il ruolo che occupano nello svolgimento della festa. Con i dati raccolti si è potuta constatare l’importanza dei protagonisti della manifestazione, che garantiscono la continuità e la sopravvivenza delle tradizioni, ma non trascurando il fatto che anche gli spettatori assumono un valore non di poco rilievo.Nonostante la differenza di abitanti tra Lauro (un paese di 3 000), e Bensheim (una cittadina di 40 000), abbiamo dei risultati in parte uguali, in parte differenti. Per quanto riguarda i dati socio-grafici possiamo riassumere che a Lauro c’è una presenza maschile un po’ più alta, che si può spiegare tramite la tradizione locale, che viene mantenuta principalmente da uomini.Vedendo gli anni di nascita abbiamo in tutti e due i posti una distribuzione di età tra i 30 e i 60 anni.Una differenza sostanziale, invece, è dimostrata dai dati riguardanti la nazionalità e la fede religiosa. Mentre a Lauro il gruppo degli spettatori è principalmente costituito da italiani cattolici, che provengono soprattutto da Lauro e dalle sue frazioni, quelli di Bensheim sono più vari, e provengono pure dalle città vicine nel raggio di 50 km. Essi hanno nazionalità diverse (accanto a tedeschi ed italiani, che presentano l’evento, ci sono anche spagnoli, polacchi, sloveni ed americani) e non ci sono solo cattolici, ma pure evangelici o appartenenti ad altri gruppi religiosi e perfino senza fede. Significa che la processione del Venerdì santo a Lauro ha un valore più legato al luogo a differenza della sacra rappresentazione di Bensheim che può considerarsi come una festa “integrativa”.Sia a Lauro che a Bensheim sono di solito le famiglie che vengono alla manifestazione. A Lauro la Processione del Venerdì santo è legata alla Settimana santa, durante la quale si svolgono anche altri riti pasquali. A Bensheim, invece, si tratta di un evento unico che caratterizza la città per quella occasione. Inoltre gli spettatori che seguono l’evento, dopo la sua conclusione, vanno in chiesa o in città, mentre i Laurinesi vanno prevalentemente a casa.I motivi per la quale la gente partecipa all’evento sono molto simili: principalmente la tradizione e la fede. C’è da dire che il significato di tradizione nei due posti è sostanzialmente diverso. La tradizione a Lauro riguarda una continuità nei secoli, dove i credenti, per i motivi di varie calamità naturali che si sono susseguite nel tempo, ripongono le loro speranze nella fede, mentre a Bensheim la sacra rappresentazione viene messa in scena da solo un quarto di secolo e non ha acquisito ancora quel valore della “tradizione” per i fedeli. Inoltre quest’ultima viene considerata come una sostituzione della messa ed assume anche una mansione didattica. Mentre a Lauro l’evento viene pubblicizzato solo dal giornale locale, oltre che con il passaparola che sin dalla tenera età viene tramandata, a Bensheim la sacra rappresentazione è conosciuta tramite i media, stampa, radio e televisione che riescono a far apprendere la notizia dell’evento anche fuori la cittadina.Paragonando i risultati si può constatare che a Lauro, nel luogo di nascita della tradizione, l’evento pasquale rafforza l’identità locale, ma anche a Bensheim avviene questo fenomeno culturale che va oltre, agendo da collante tra le varie identità nazionali in un senso doppio: sia dall’interno, con i protagonisti, che dall’esterno, con gli spettatori, si può notare come persone di etnie e fede differenti possano collaborare e contribuire insieme per una buona riuscita della manifestazione.

ZUR REZEPTION DER PASSIONSSPIELE IN BENSHEIM UND LAURO. HERKUNFT UND ROLLE DER ZUSCHAUER IM FESTABLAUF

DINGELDEIN, DIANE
2010-01-01

Abstract

In questa breve sintesi si vuole provare a dare delle informazioni su due eventi che si svolgono il Venerdì santo in due città: Lauro, in provincia di Avellino, e Bensheim, nella regione Assia della Germania, dove un gruppo di italiani immigrati, tra cui l’ideatore proveniente proprio dalla cittadina italiana, ha esportato questa tradizione. Sulla base di una serie di interviste effettuate a Bensheim, 155 schede nell’anno 2007, e a Lauro, 66 schede nell’anno 2009, sono stati raccolti dei dati che ci aiutano a disegnare il profilo socio-grafico degli spettatori nei due luoghi. Tali risultati riguardano non solo la provenienza degli spettatori, ma anche il ruolo che occupano nello svolgimento della festa. Con i dati raccolti si è potuta constatare l’importanza dei protagonisti della manifestazione, che garantiscono la continuità e la sopravvivenza delle tradizioni, ma non trascurando il fatto che anche gli spettatori assumono un valore non di poco rilievo.Nonostante la differenza di abitanti tra Lauro (un paese di 3 000), e Bensheim (una cittadina di 40 000), abbiamo dei risultati in parte uguali, in parte differenti. Per quanto riguarda i dati socio-grafici possiamo riassumere che a Lauro c’è una presenza maschile un po’ più alta, che si può spiegare tramite la tradizione locale, che viene mantenuta principalmente da uomini.Vedendo gli anni di nascita abbiamo in tutti e due i posti una distribuzione di età tra i 30 e i 60 anni.Una differenza sostanziale, invece, è dimostrata dai dati riguardanti la nazionalità e la fede religiosa. Mentre a Lauro il gruppo degli spettatori è principalmente costituito da italiani cattolici, che provengono soprattutto da Lauro e dalle sue frazioni, quelli di Bensheim sono più vari, e provengono pure dalle città vicine nel raggio di 50 km. Essi hanno nazionalità diverse (accanto a tedeschi ed italiani, che presentano l’evento, ci sono anche spagnoli, polacchi, sloveni ed americani) e non ci sono solo cattolici, ma pure evangelici o appartenenti ad altri gruppi religiosi e perfino senza fede. Significa che la processione del Venerdì santo a Lauro ha un valore più legato al luogo a differenza della sacra rappresentazione di Bensheim che può considerarsi come una festa “integrativa”.Sia a Lauro che a Bensheim sono di solito le famiglie che vengono alla manifestazione. A Lauro la Processione del Venerdì santo è legata alla Settimana santa, durante la quale si svolgono anche altri riti pasquali. A Bensheim, invece, si tratta di un evento unico che caratterizza la città per quella occasione. Inoltre gli spettatori che seguono l’evento, dopo la sua conclusione, vanno in chiesa o in città, mentre i Laurinesi vanno prevalentemente a casa.I motivi per la quale la gente partecipa all’evento sono molto simili: principalmente la tradizione e la fede. C’è da dire che il significato di tradizione nei due posti è sostanzialmente diverso. La tradizione a Lauro riguarda una continuità nei secoli, dove i credenti, per i motivi di varie calamità naturali che si sono susseguite nel tempo, ripongono le loro speranze nella fede, mentre a Bensheim la sacra rappresentazione viene messa in scena da solo un quarto di secolo e non ha acquisito ancora quel valore della “tradizione” per i fedeli. Inoltre quest’ultima viene considerata come una sostituzione della messa ed assume anche una mansione didattica. Mentre a Lauro l’evento viene pubblicizzato solo dal giornale locale, oltre che con il passaparola che sin dalla tenera età viene tramandata, a Bensheim la sacra rappresentazione è conosciuta tramite i media, stampa, radio e televisione che riescono a far apprendere la notizia dell’evento anche fuori la cittadina.Paragonando i risultati si può constatare che a Lauro, nel luogo di nascita della tradizione, l’evento pasquale rafforza l’identità locale, ma anche a Bensheim avviene questo fenomeno culturale che va oltre, agendo da collante tra le varie identità nazionali in un senso doppio: sia dall’interno, con i protagonisti, che dall’esterno, con gli spettatori, si può notare come persone di etnie e fede differenti possano collaborare e contribuire insieme per una buona riuscita della manifestazione.
2010
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