“Lo sciopero in Europa. Complessità delle fonti ed effettività” è il titolo di un volume, curato dalla professoressa Carmen La Macchia, che raccoglie gli atti di una ricerca realizzata con il finanziamento della Commissione Europea, sulla regolamentazione dello sciopero in nove paesi membri dell’Unione Europea: Bulgaria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia. I rapporti nazionali sono stati elaborati dai professori universitari: Plamenka Markova, Bulgarian Academy of Sciences (Bulgaria); Antoine Lyon-Caen, Université de Paris Ouest, Nanterre, (Francia); Eva Kocher, Europa-Universität Viadrina, Frankfurt/Oder (Germania); Giuseppe Ferraro, Università degli Studi di Napoli «FedericoII». (Italia); Andrzej Swiatkowski, Jagiellonian University, Cracovia (Polonia); Keith Ewing, King’s College London (Regno Unito); Antonio Baylos Grau, Universidad de Castilla, La Mancha (Spagna); Laura Carlson, Stockholm University (Svezia). Completa il volume un saggio di Carmen La Macchia dedicato alla comparazione tra i diversi sistemi nazionali. I rapporti nazionali e il saggio esaminano anche le conseguenze delle sentenze Viking e Laval, descrivono le profonde differenze tra i diversi sistemi nazionali di relazioni industriali e soprattutto rivelano preoccupanti fattori di sperequazione nel processo di integrazione europeo. Le regolamentazioni nazionali dell’esercizio dello sciopero sono, infatti, assai differenziate soprattutto nella garanzia di intensità dell’efficacia dell’azione collettiva. In molti paesi l’adesione ai principi fissati nelle carte internazionali ed europee è fittizia e mancano adeguati strumenti di controllo sulla effettività della tutela.

Lo sciopero in Europa - Complessità delle fonti ed effettività della tutela

LA MACCHIA, Carmela
2011-01-01

Abstract

“Lo sciopero in Europa. Complessità delle fonti ed effettività” è il titolo di un volume, curato dalla professoressa Carmen La Macchia, che raccoglie gli atti di una ricerca realizzata con il finanziamento della Commissione Europea, sulla regolamentazione dello sciopero in nove paesi membri dell’Unione Europea: Bulgaria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia. I rapporti nazionali sono stati elaborati dai professori universitari: Plamenka Markova, Bulgarian Academy of Sciences (Bulgaria); Antoine Lyon-Caen, Université de Paris Ouest, Nanterre, (Francia); Eva Kocher, Europa-Universität Viadrina, Frankfurt/Oder (Germania); Giuseppe Ferraro, Università degli Studi di Napoli «FedericoII». (Italia); Andrzej Swiatkowski, Jagiellonian University, Cracovia (Polonia); Keith Ewing, King’s College London (Regno Unito); Antonio Baylos Grau, Universidad de Castilla, La Mancha (Spagna); Laura Carlson, Stockholm University (Svezia). Completa il volume un saggio di Carmen La Macchia dedicato alla comparazione tra i diversi sistemi nazionali. I rapporti nazionali e il saggio esaminano anche le conseguenze delle sentenze Viking e Laval, descrivono le profonde differenze tra i diversi sistemi nazionali di relazioni industriali e soprattutto rivelano preoccupanti fattori di sperequazione nel processo di integrazione europeo. Le regolamentazioni nazionali dell’esercizio dello sciopero sono, infatti, assai differenziate soprattutto nella garanzia di intensità dell’efficacia dell’azione collettiva. In molti paesi l’adesione ai principi fissati nelle carte internazionali ed europee è fittizia e mancano adeguati strumenti di controllo sulla effettività della tutela.
2011
Saggi
9788823016590
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/1942615
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact