La tradizione iconica e culturale classica nelle monete di Vittorio Emanuele III

I tipi monetali adottati da Vittorio Emanuele III ne testimoniano la conoscenza e l’apprezzamento per le monete di età classica. L’aquila ad ali dispiegate, tradizionale simbolo di regalità, connota agli inizi il rovescio di tutte le sue emissioni. Con l’apertura della nuova Zecca (1908) l’immagine femminile diviene prevalente: l’Italia viene personificata in versioni che evocano figure di età classica, dall’ Aratrice/Demetra alla Libertà/Persefone, dall’Aequitas /Cibele all’Italia su prua di nave come l’egizia Iside. L’avvento del fascismo registra il sopravvento della figura maschile, anche se nelle emissioni del 1927 l’ Italia siede innanzi al Littore nel tradizionale schema di Athena o della dea Roma. Con la proclamazione dell’Impero Italia è Fecunditas, Madre di numerosi pargoli secondo lo schema introdotto da Costantino il Grande. Le quadrighe al galoppo connotano anch’esse il II Periodo delle emissioni del sovrano e rinverdiscono immagini di vittorie militari; si mutano in quadrighe al passo di parata, guidate da un’Italia con in mano il fascio, allorché nel 1936 celebrano il triumphus dell’Impero. Ideologie e principi di governo non vengono affidati soltanto alle immagini, l’uso sapiente delle legende monetali, dei nominali e dei metalli denuncia l’esistenza di una gerarchia semantica fra i diversi tipi monetali, sostenuta da una lunga tradizione iconica sapientemente rinnovata dal Re Numismatico.