Funzione delle strategie di codificazione in una analisi dei processi di memorizzazione

Nell'ambito della didattica, e più in particolare della didattica relativa ai bambini con ritardo mentale, si è sempre dato maggior risalto alle problematiche inerenti l'apprendimento, trascurando in parte gli aspetti mnemonici. In realtà l'apprendimento è, per certi versi, la risultanza di meccanismi di memorizzazione, mentre per molto tempo la memoria è stata considerata una struttura passiva che aveva solo la funzione di `conservare' le informazioni precedentemente apprese. Il presente contributo sottolinea la necessità di utilizzare modelli teorici per il fatto che, da un punto di vista psicologico, i processi mnemonici non si prestano ad uno studio empirico diretto ed immediato se non negli aspetti relativi al recupero delle informazioni. Numerose ricerche svolte in questo campo hanno messo in evidenza che i bambini molto piccoli o che, per varie ragioni, presentano difficoltà di apprendimento non sono in grado di usare spontaneamente tali strategie, mentre indirizzando la loro attenzione verso aspetti funzionali o semantici degli stimoli in relazione alle loro esperienze soggettive, o suggerendo particolari strategie di organizzazione, è possibile far migliorare notevolmente la loro performance di memoria, rendendoli in grado di transferizzare successivamente tale abilità in compiti simili. La vasta portata di tali problematiche richiede necessariamente la focalizzazione su aspetti specifici che possano risultare esplicativi di quelli che sono i cardini del modello teorico. Alla luce di tali confortanti risultati sembra utile proseguire la ricerca in questo settore al fine di individuare strategie di memorizzazione sempre più efficaci, che possano oltretutto rivelarsi utili strumenti didattici soprattutto per i bambini con problemi di apprendimento.