DE: Das intensive Goethestudium, in das Thomas Mann sich in den Wochen um das Ende des Großen Krieges zu vertiefen begann, hat nicht allein maßgeblich dazu beigetragen, dass er seine über Jahre liegengebliebene Arbeit am Zauberberg wiederaufnahm. Darüber hinaus brachte eben dieses volle Eintauchen in die Welt des Weimarers die entscheidende Wende in der weltanschaulichen Ausrichtung des Romans mit sich, die bekanntlich in einer Überwindung der “Sympathie mit dem Tode”, die das Projekt ursprünglich geprägt hatte, zugunsten einer vitalistischen Haltung, eines “Ja zum Leben”, bestand. Aber wenn – dies die zentrale These des Beitrags – Thomas Mann einerseits so ganz in der Sphäre Goethes lebte, als er seinen Zauberberg zur Vollendung brachte, so hat er doch andererseits, was den Umgang selbst mit dessen Textvorgaben im eigenen Werk betraf, bei seinen Abwandlungen sprachlicher wie inhaltlicher Motive ein Höchstmaß an spielerischer Souveränität gezeigt. IT: Quello studio di opere goethiane in cui Thomas Mann si immerge a capofitto nei mesi che segnano la fine della Grande Guerra e le vicende immediatamente successive non solo spinge lo scrittore a riprendere in mano i lavori di stesura dello "Zauberberg", che sono rimasti fermi ormai da anni. Diventa, questa immersione nel mondo weimariano, anche un passaggio decisivo ai fini del mutamento dell’indirizzo ideologico principale del romanzo, portando Mann a superare la decadente “Sympathie mit dem Tode”, con la quale il progetto – come è ben noto – era stato originariamente concepito, in favore di una soluzione vitalistica, di un più sereno e positivo “Ja zum Leben”. Ma, se Thomas Mann – questa l’idea portante del saggio – da un lato vive così saldamente nella sfera di Goethe mentre porta a compimento il suo "Zauberberg", dall’altro egli conduce in piena autonomia le possibili assimilazioni testuali, gestendo i relativi spunti linguistici e concettuali – lungi, quindi, da ogni operazione semplicemente epigonale – con sovrano spirito ludico.

Weimar in Davos

LINDER, Jutta Marianne
2015-01-01

Abstract

DE: Das intensive Goethestudium, in das Thomas Mann sich in den Wochen um das Ende des Großen Krieges zu vertiefen begann, hat nicht allein maßgeblich dazu beigetragen, dass er seine über Jahre liegengebliebene Arbeit am Zauberberg wiederaufnahm. Darüber hinaus brachte eben dieses volle Eintauchen in die Welt des Weimarers die entscheidende Wende in der weltanschaulichen Ausrichtung des Romans mit sich, die bekanntlich in einer Überwindung der “Sympathie mit dem Tode”, die das Projekt ursprünglich geprägt hatte, zugunsten einer vitalistischen Haltung, eines “Ja zum Leben”, bestand. Aber wenn – dies die zentrale These des Beitrags – Thomas Mann einerseits so ganz in der Sphäre Goethes lebte, als er seinen Zauberberg zur Vollendung brachte, so hat er doch andererseits, was den Umgang selbst mit dessen Textvorgaben im eigenen Werk betraf, bei seinen Abwandlungen sprachlicher wie inhaltlicher Motive ein Höchstmaß an spielerischer Souveränität gezeigt. IT: Quello studio di opere goethiane in cui Thomas Mann si immerge a capofitto nei mesi che segnano la fine della Grande Guerra e le vicende immediatamente successive non solo spinge lo scrittore a riprendere in mano i lavori di stesura dello "Zauberberg", che sono rimasti fermi ormai da anni. Diventa, questa immersione nel mondo weimariano, anche un passaggio decisivo ai fini del mutamento dell’indirizzo ideologico principale del romanzo, portando Mann a superare la decadente “Sympathie mit dem Tode”, con la quale il progetto – come è ben noto – era stato originariamente concepito, in favore di una soluzione vitalistica, di un più sereno e positivo “Ja zum Leben”. Ma, se Thomas Mann – questa l’idea portante del saggio – da un lato vive così saldamente nella sfera di Goethe mentre porta a compimento il suo "Zauberberg", dall’altro egli conduce in piena autonomia le possibili assimilazioni testuali, gestendo i relativi spunti linguistici e concettuali – lungi, quindi, da ogni operazione semplicemente epigonale – con sovrano spirito ludico.
2015
978-3-465-03877-1
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