La ricezione nell’attuale realtà socio-politica di un modello, culturale e giuridico-istituzionale, di derivazione anglo-sassone, ha condotto gradualmente all’introduzione, espressa o tacita, di modifiche della Costituzione e del sistema elettorale, ed ha favorito la tendenza ad una polarizzazione bipartitica che urta contro la tradizione di pluralità di posizioni tipica della storia italiana. La contrapposizione tra civil law e common law rimanda al confronto tra i criteri di identificazione del sé e dell’altro da sé, iniziato nel Novecento sul terreno della comparazione giuridica, che vedeva due diversi sistemi: il primo caratterizzato dalla presenza dei codici ed il secondo essenzialmente fondato sul diritto giurisprudenziale. Il sistema di civil law, che ha governato la nostra vita giuridica e ancora oggi largamente la ispira, si confronta di continuo, in una sorta di osmosi, con istituti mutuati dal common law. Ciascuno di questi due ordini è il risultato di processi storici concreti, e di secolari scontri tra forze sociali. Tutela o reprime interessi diacronicamente mutevoli; recepisce o respinge istanze che conoscono alterne fortune. Mentre il presente costituzionale dell’Europa - sfumati i contorni dello stato-nazione e non ancora definiti i nuovi diritti nel percorso di difficile identificazione del nuovo grande soggetto politico supernazionale- appare incerto, l’evoluzione politica e giuridica che, a partire dallo Stato assoluto, ha condotto allo Stato di diritto, costituisce un paradigma atto ad interpretare i fenomeni fondativi dello Stato nel tentativo di comprendere il presente. Il libro intende affrontare una lettura comparata del pensiero filosofico-giuridico di alcuni dei protagonisti della scena europea fra Seicento e Settecento, proposto come chiave di interpretazione delle dottrine costituzionali e del complesso di edifici istituzionali che si realizzano in Inghilterra a partire dal XVI secolo, dell’Indipendenza americana e della grande stagione illuminista francese, ricorrendo all’ineludibile specchio dello storico che, nel riflettere il passato, rimanda immagini attuali delle origini del potere e delle sue articolazioni normative.
Germs of Revolution, Germes de Liberté. Stilemi della sovranità e sistemi giuridici tra common law e civil law
ALIBRANDI, Rosamaria
2012-01-01
Abstract
La ricezione nell’attuale realtà socio-politica di un modello, culturale e giuridico-istituzionale, di derivazione anglo-sassone, ha condotto gradualmente all’introduzione, espressa o tacita, di modifiche della Costituzione e del sistema elettorale, ed ha favorito la tendenza ad una polarizzazione bipartitica che urta contro la tradizione di pluralità di posizioni tipica della storia italiana. La contrapposizione tra civil law e common law rimanda al confronto tra i criteri di identificazione del sé e dell’altro da sé, iniziato nel Novecento sul terreno della comparazione giuridica, che vedeva due diversi sistemi: il primo caratterizzato dalla presenza dei codici ed il secondo essenzialmente fondato sul diritto giurisprudenziale. Il sistema di civil law, che ha governato la nostra vita giuridica e ancora oggi largamente la ispira, si confronta di continuo, in una sorta di osmosi, con istituti mutuati dal common law. Ciascuno di questi due ordini è il risultato di processi storici concreti, e di secolari scontri tra forze sociali. Tutela o reprime interessi diacronicamente mutevoli; recepisce o respinge istanze che conoscono alterne fortune. Mentre il presente costituzionale dell’Europa - sfumati i contorni dello stato-nazione e non ancora definiti i nuovi diritti nel percorso di difficile identificazione del nuovo grande soggetto politico supernazionale- appare incerto, l’evoluzione politica e giuridica che, a partire dallo Stato assoluto, ha condotto allo Stato di diritto, costituisce un paradigma atto ad interpretare i fenomeni fondativi dello Stato nel tentativo di comprendere il presente. Il libro intende affrontare una lettura comparata del pensiero filosofico-giuridico di alcuni dei protagonisti della scena europea fra Seicento e Settecento, proposto come chiave di interpretazione delle dottrine costituzionali e del complesso di edifici istituzionali che si realizzano in Inghilterra a partire dal XVI secolo, dell’Indipendenza americana e della grande stagione illuminista francese, ricorrendo all’ineludibile specchio dello storico che, nel riflettere il passato, rimanda immagini attuali delle origini del potere e delle sue articolazioni normative.Pubblicazioni consigliate
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