Nel campo della medicina estetica, negli ultimi sei anni, si è affermato l’utilizzo della radiofrequenza quale tecnica di ringiovanimento cutaneo. Tale applicazione della radiofrequenza, capacitiva e resistiva, ha sostituito l’utilizzo del laser CO2 in quanto considerata non invasiva e caratterizzata da un minor numero di rischi e complicanze. La radiofrequenza non è ablativa e l’effetto cosiddetto “tensorio” della cute risulta correlato a modificazioni dei tessuti (derma, ipoderma) in rapporto al fatto che l'energia elettromagnetica emessa, attraversando i tessuti, incontra una resistenza che la converte in energia termica. L’energia termica prodotta, che segue un gradiente inversamente proporzionale al grado di impedenza dei tessuti, risulta responsabile della denaturazione delle fibre di collagene con conseguente riarrangiamento stechiometrico delle fibre stesse per rottura dei legami intramolecolari. Tale fenomeno induce una reazione infiammatoria con richiamo di fattori chemiotattici responsabili della produzione di nuove fibre collagene. Si determina così un aumento della consistenza del derma con conseguente marcato effetto tensorio (skin tightening). Impedenza, resistenza ed assorbimento risultano responsabili dell’effetto termico della radiofrequenza con conseguenza efficacia in tema di rigenerazione del derma e dell’ipoderma ma altresì responsabile di complicanze termodermatitiche; complicanze che si verificano quando potenza e frequenza non corrispondono agli standard di qualità tessuto specifici e per errato metodo di applicazione della radiofrequenza stessa tenendo conto che l’effetto termico è uguale al prodotto di impedenza, resistenza, assorbimento in considerazione del tempo e delle modalità di applicazione sui tessuti. L’osservazione di un caso di esiti cicatriziali al volto quali conseguenze di termoabrasioni da radiofrequenza bipolare, prodotte nel corso di una seduta per trattamento estetico di ringiovanimento cutaneo, ha indotto gli autori ad approfondire gli aspetti metodologici dell’utilizzo in medicina estetica della radiofrequenza alla luce del recente “Regolamento di attuazione dell’art. 10, comma 1, della legge 4 gennaio 1990, n. 1, relativo agli apparecchi elettromeccanici utilizzati per l’attività di estetista” e sulle relative responsabilità in capo agli operatori in caso di complicanze. Responsabilità che spesso derivano da una non adeguata preparazione degli operatori medesimi circa gli effetti e i rischi della radiofrequenza sui tessuti cutanei; essendo importante, a parere degli autori, una completa e precisa formazione del personale addetto all’utilizzo della radiofrequenza quale “terapia estetica”, in quanto elemento imprescindibile che, insieme al criterio esperienziale, risulta finalizzato alla ottimizzazione degli standard qualitativi delle tecniche utilizzate. In ultimo, particolare attenzione deve essere rivolta ai contenuti dell’informazione data al paziente non solo con riferimento agli effetti positivi della terapia elettromagnetica ma anche ai rischi e alle complicanze ad essa connesse.

La Radiofrequenza in medicna estetica: metodi, complicanze e responsabilità.

SAPIENZA, Daniela;SCURRIA, SERENA;CRINO', Claudio
2012-01-01

Abstract

Nel campo della medicina estetica, negli ultimi sei anni, si è affermato l’utilizzo della radiofrequenza quale tecnica di ringiovanimento cutaneo. Tale applicazione della radiofrequenza, capacitiva e resistiva, ha sostituito l’utilizzo del laser CO2 in quanto considerata non invasiva e caratterizzata da un minor numero di rischi e complicanze. La radiofrequenza non è ablativa e l’effetto cosiddetto “tensorio” della cute risulta correlato a modificazioni dei tessuti (derma, ipoderma) in rapporto al fatto che l'energia elettromagnetica emessa, attraversando i tessuti, incontra una resistenza che la converte in energia termica. L’energia termica prodotta, che segue un gradiente inversamente proporzionale al grado di impedenza dei tessuti, risulta responsabile della denaturazione delle fibre di collagene con conseguente riarrangiamento stechiometrico delle fibre stesse per rottura dei legami intramolecolari. Tale fenomeno induce una reazione infiammatoria con richiamo di fattori chemiotattici responsabili della produzione di nuove fibre collagene. Si determina così un aumento della consistenza del derma con conseguente marcato effetto tensorio (skin tightening). Impedenza, resistenza ed assorbimento risultano responsabili dell’effetto termico della radiofrequenza con conseguenza efficacia in tema di rigenerazione del derma e dell’ipoderma ma altresì responsabile di complicanze termodermatitiche; complicanze che si verificano quando potenza e frequenza non corrispondono agli standard di qualità tessuto specifici e per errato metodo di applicazione della radiofrequenza stessa tenendo conto che l’effetto termico è uguale al prodotto di impedenza, resistenza, assorbimento in considerazione del tempo e delle modalità di applicazione sui tessuti. L’osservazione di un caso di esiti cicatriziali al volto quali conseguenze di termoabrasioni da radiofrequenza bipolare, prodotte nel corso di una seduta per trattamento estetico di ringiovanimento cutaneo, ha indotto gli autori ad approfondire gli aspetti metodologici dell’utilizzo in medicina estetica della radiofrequenza alla luce del recente “Regolamento di attuazione dell’art. 10, comma 1, della legge 4 gennaio 1990, n. 1, relativo agli apparecchi elettromeccanici utilizzati per l’attività di estetista” e sulle relative responsabilità in capo agli operatori in caso di complicanze. Responsabilità che spesso derivano da una non adeguata preparazione degli operatori medesimi circa gli effetti e i rischi della radiofrequenza sui tessuti cutanei; essendo importante, a parere degli autori, una completa e precisa formazione del personale addetto all’utilizzo della radiofrequenza quale “terapia estetica”, in quanto elemento imprescindibile che, insieme al criterio esperienziale, risulta finalizzato alla ottimizzazione degli standard qualitativi delle tecniche utilizzate. In ultimo, particolare attenzione deve essere rivolta ai contenuti dell’informazione data al paziente non solo con riferimento agli effetti positivi della terapia elettromagnetica ma anche ai rischi e alle complicanze ad essa connesse.
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