L'Italia è una repubblica regionalizzata. I trend elettorali sia politici sia amministrativi rispecchiano tale tipo di suddivisione geografica e istituzionale del paese. Il voto siciliano è ciclicamente mobile. In questo articolo intendiamo mostrare che i isultati del voto regionale siciliano del 28 ottobre si collocano nel solco dei mutamenti fatti registrare dalle elezioni amministreative della primavera scorsa. In particolare è da segnalare l'eccezionale impennata dell'astensionismo attivo, registrato a livello nazionale, ma soprattutto nelle rsgioni meridionali e in Sicilia. Anche nelle elezioni regionali del 28 ottobre 2012, infatti, è stato abbattuto il muro del 50% di non votanti (52,6%). Rosario Crocetta è stato eletto presidente della Regione sicilana con appena 617 mila voti, un terzo di quelli ottenuti dal presidente Raffaele Lombardo nel 2008 con il 66,7% di votanti. Dopo il 2008, con la condanna per favoreggiamento della mafia in via definitiva dell'ex presidente della regione Salvatore Cuffaro, la coalizione di gran lunga maggioritaria in Sicilia, il centrodestra, si sfalda e si divide, i partiti subiscono una crisi di leadership e l'elettorato fugge dalla partecipazione elettorale. Una quota signficativa di elettori espreime un voto di protesta, appoggiando il mivimento 5 stelle. In questa tornata elettorale regionale, i partiti alla sinistra del PD, compreso il partito del sindaco Orlando, restano fuori dall'Assemblea regionale siciliana. L'interpretazione di questo insieme di fenomeni, non può prescindere a nostro avviso, dalla perdita del consueto ruolo di canalizzzione dell'elettorato svolto dai leader e dai mediatori politici, i quali facendo leva sulla fragilità della società civile e del tessuto economico siciliani, tendono a trasformare il voto da diritto individuale non negoziabile di ogni cittadino in strumento di scambio di interessi particolari di politicie ed elettori.

Il voto siciliano tra crisi post-Cuffaro e fuga dal voto

ANASTASI, Antonino
2013-01-01

Abstract

L'Italia è una repubblica regionalizzata. I trend elettorali sia politici sia amministrativi rispecchiano tale tipo di suddivisione geografica e istituzionale del paese. Il voto siciliano è ciclicamente mobile. In questo articolo intendiamo mostrare che i isultati del voto regionale siciliano del 28 ottobre si collocano nel solco dei mutamenti fatti registrare dalle elezioni amministreative della primavera scorsa. In particolare è da segnalare l'eccezionale impennata dell'astensionismo attivo, registrato a livello nazionale, ma soprattutto nelle rsgioni meridionali e in Sicilia. Anche nelle elezioni regionali del 28 ottobre 2012, infatti, è stato abbattuto il muro del 50% di non votanti (52,6%). Rosario Crocetta è stato eletto presidente della Regione sicilana con appena 617 mila voti, un terzo di quelli ottenuti dal presidente Raffaele Lombardo nel 2008 con il 66,7% di votanti. Dopo il 2008, con la condanna per favoreggiamento della mafia in via definitiva dell'ex presidente della regione Salvatore Cuffaro, la coalizione di gran lunga maggioritaria in Sicilia, il centrodestra, si sfalda e si divide, i partiti subiscono una crisi di leadership e l'elettorato fugge dalla partecipazione elettorale. Una quota signficativa di elettori espreime un voto di protesta, appoggiando il mivimento 5 stelle. In questa tornata elettorale regionale, i partiti alla sinistra del PD, compreso il partito del sindaco Orlando, restano fuori dall'Assemblea regionale siciliana. L'interpretazione di questo insieme di fenomeni, non può prescindere a nostro avviso, dalla perdita del consueto ruolo di canalizzzione dell'elettorato svolto dai leader e dai mediatori politici, i quali facendo leva sulla fragilità della società civile e del tessuto economico siciliani, tendono a trasformare il voto da diritto individuale non negoziabile di ogni cittadino in strumento di scambio di interessi particolari di politicie ed elettori.
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2550027
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