Il presente lavoro intende essere un contributo alla valorizzazione del Diritto ecclesiastico come disciplina che studia non solo i fenomeni connessi alla libertà religiosa, e segnatamente confessionale, ma anche quelli relativi alla libertà di coscienza che, come sostenuto da qualche tempo in sede europea, nonché dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e da attenta dottrina, va ormai tutelata insieme alla libertà di convinzione o culturale. Il volume, quindi, consiste sostanzialmente in uno studio sulla congrua misura di rilevanza che, nella tipica laicità dell’Italia repubblicana, può attribuirsi alle diverse posizioni personali etiche, religiose e culturali (spirituali). Queste, infatti, quando si sviluppano a livello collettivo, danno vita ad associazioni, comunità e Confessioni che rivendicano e valorizzano, perpetuano e diffondono l’originalità e l’autonomia, la primarietà e l’indipendenza delle loro tipiche visioni globali del mondo e della vita (identità). Esse, inoltre, organizzano tali complessi di valori, immanenti o trascendenti, sul destino dell’uomo e del pianeta in ordinamenti spirituali che formalizzano in statuti, codici etici, teo-diritti, etc. Infine, di questi ordinamenti rivendicano l’alterità nei confronti dell’ordine temporale dello Stato, ma anche l’applicazione in quest’ultimo da parte dei propri membri, sia pur nel rispetto della laicità della polis e nell’ambito di una sana cooperatio a tutela della personalità umana (rapporti interordinamentali Stato-comunità spirituali). In tale prospettiva di studio — nell’assecondare le legittime pretese degli ecclesiasticisti di possedere la giusta dose di competenza giuridica per occuparsi del pluralismo etico-religioso o, come autorevolmente affermato dalla Corte costituzionale (sent. n. 203 del 1989) del «pluralismo confessionale e culturale» —, si suggeriscono alcune riforme alla governance italiana che mirano ad estendere le fonti e gli strumenti, i concetti e le categorie tipicamente elaborati nel Diritto ecclesiastico (e ricavabili in primis dagli artt. 3, 7, 8, 19 e 20 Cost.) anche nei confronti di quei gruppi e di quelle comunità che, alla stessa stregua delle Confessioni religiose, mettono a servizio della dignità dell’uomo e del bene comune, le loro strutture e le loro iniziative (organizzazioni) spiritualmente fondate, secondo i canoni costituzionali della solidarietà, dell’apertura al democratico confronto interculturale e della collaborazione/integrazione con le istituzioni (sussidiarietà). Pertanto — nel tributare un indubbio riconoscimento a tale sensibile e preziosa opera espletata nel tempo dalle Confessioni religiose (e segnatamente dalla Chiesa cattolica), che, grazie anche alla stipula di concordati ed intese, hanno svolto la decisiva funzione di apripista nel far conseguire nella sfera pubblica maggiore rilevanza alle altre sensibilità etiche o ai diversi sentire — il volume propone una più completa attuazione dell’equilibrato modello di laicità c.d. «all’italiana», auspicando alcune modifiche alla disciplina ordinaria e costituzionale, soprattutto nella direzione d’incentivare l’uso di strumenti normativi di carattere generale nonché di istanze e modalità dialogiche ed inclusive di produzione del diritto, per abbattere anacronistici residui privilegiari e valorizzare, su un piano di eguale libertà e di pari dignità sociale, il pluralismo spirituale/culturale di cui il nostro Paese è ricco.

La libertà religiosa tra solidarietà e pluralismo. Analisi e proposte sul modello di laicità «all’italiana»

FRENI, Fortunato
2013-01-01

Abstract

Il presente lavoro intende essere un contributo alla valorizzazione del Diritto ecclesiastico come disciplina che studia non solo i fenomeni connessi alla libertà religiosa, e segnatamente confessionale, ma anche quelli relativi alla libertà di coscienza che, come sostenuto da qualche tempo in sede europea, nonché dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e da attenta dottrina, va ormai tutelata insieme alla libertà di convinzione o culturale. Il volume, quindi, consiste sostanzialmente in uno studio sulla congrua misura di rilevanza che, nella tipica laicità dell’Italia repubblicana, può attribuirsi alle diverse posizioni personali etiche, religiose e culturali (spirituali). Queste, infatti, quando si sviluppano a livello collettivo, danno vita ad associazioni, comunità e Confessioni che rivendicano e valorizzano, perpetuano e diffondono l’originalità e l’autonomia, la primarietà e l’indipendenza delle loro tipiche visioni globali del mondo e della vita (identità). Esse, inoltre, organizzano tali complessi di valori, immanenti o trascendenti, sul destino dell’uomo e del pianeta in ordinamenti spirituali che formalizzano in statuti, codici etici, teo-diritti, etc. Infine, di questi ordinamenti rivendicano l’alterità nei confronti dell’ordine temporale dello Stato, ma anche l’applicazione in quest’ultimo da parte dei propri membri, sia pur nel rispetto della laicità della polis e nell’ambito di una sana cooperatio a tutela della personalità umana (rapporti interordinamentali Stato-comunità spirituali). In tale prospettiva di studio — nell’assecondare le legittime pretese degli ecclesiasticisti di possedere la giusta dose di competenza giuridica per occuparsi del pluralismo etico-religioso o, come autorevolmente affermato dalla Corte costituzionale (sent. n. 203 del 1989) del «pluralismo confessionale e culturale» —, si suggeriscono alcune riforme alla governance italiana che mirano ad estendere le fonti e gli strumenti, i concetti e le categorie tipicamente elaborati nel Diritto ecclesiastico (e ricavabili in primis dagli artt. 3, 7, 8, 19 e 20 Cost.) anche nei confronti di quei gruppi e di quelle comunità che, alla stessa stregua delle Confessioni religiose, mettono a servizio della dignità dell’uomo e del bene comune, le loro strutture e le loro iniziative (organizzazioni) spiritualmente fondate, secondo i canoni costituzionali della solidarietà, dell’apertura al democratico confronto interculturale e della collaborazione/integrazione con le istituzioni (sussidiarietà). Pertanto — nel tributare un indubbio riconoscimento a tale sensibile e preziosa opera espletata nel tempo dalle Confessioni religiose (e segnatamente dalla Chiesa cattolica), che, grazie anche alla stipula di concordati ed intese, hanno svolto la decisiva funzione di apripista nel far conseguire nella sfera pubblica maggiore rilevanza alle altre sensibilità etiche o ai diversi sentire — il volume propone una più completa attuazione dell’equilibrato modello di laicità c.d. «all’italiana», auspicando alcune modifiche alla disciplina ordinaria e costituzionale, soprattutto nella direzione d’incentivare l’uso di strumenti normativi di carattere generale nonché di istanze e modalità dialogiche ed inclusive di produzione del diritto, per abbattere anacronistici residui privilegiari e valorizzare, su un piano di eguale libertà e di pari dignità sociale, il pluralismo spirituale/culturale di cui il nostro Paese è ricco.
2013
9788824322508
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/2590568
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact