La difesa dell’ambiente fisico-naturale, da parecchi anni ormai, è da considerarsi come imprescindibile valore del modello di sviluppo adottato. Quest’ultimo, infatti, non è più misurabile solo in termini di ricchezza prodotta ma, in una più ampia connotazione di lungo termine, dipende altresì dal rispetto della natura in quanto valore diffuso cui le istituzioni pubbliche e private non possono sottrarsi. Esse, infatti, oltre a produrre beni o servizi per la soddisfazione dei bisogni della collettività sono anche sistemi che determinano performance e impatti di diversa natura sul contesto di riferimento. In tale ultima accezione è indubbio il loro determinante ruolo nella concreta attuazione di uno sviluppo sostenibile. L’azienda moderna, pertanto, si relaziona con l’ambiente esterno con dinamiche nuove, per lo più sconosciute in tempi passati, al punto che la natura composita della funzione imprenditoriale non si riferisce solo alla dimensione economica, ma si misura con temi maggiormente estesi quali ad esempio il tema della tutela ambientale. Tali problematiche, peraltro, non risultano solo di interesse delle aziende di maggiori dimensioni e di gruppi societari nazionali ed internazionali, ma riguardano altresì le piccole e medie realtà aziendali che operano nell’attuale sistema economico-sociale. Anche il bilancio di esercizio, quale elemento portante dell’informativa societaria e principale strumento di comunicazione dell’azienda, appare permeabile alle istanze che provengono dall’ambiente economico e, di conseguenza, non estraneo al percorso del modello di sviluppo oggi perseguito. La disciplina civilistica sul bilancio di esercizio si snoda, infatti, su differenti prospettive che riguardano essenzialmente la tutela dei diversi interlocutori e la definizione delle condizioni giuridiche relative ai profili contabili in un’ottica che si configura come elemento portante riguardo all’evoluzione del ruolo dell’impresa nella moderna società. Tale percorso giustifica sia l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale sia il modificato pensiero dottrinale riguardo alla relazione che l’azienda ha con l’ambiente. Nell’ambito della cornice concettuale sinteticamente richiamata, di seguito si è ritenuto opportuno analizzare i contenuti e le finalità del principio contabile nazionale OIC 8 – di recente approvato dalla Fondazione OIC – volto a disciplinare il trattamento contabile delle quote di emissione di gas ad effetto serra (così detti “certificati grigi”) da parte delle aziende. La scelta di focalizzare l’attenzione su tale principio trae spunto dal dibattito internazionale sulla necessità di definire gli adeguamenti connessi agli accordi internazionali sui cambiamenti climatici e, in particolar modo, relativi al collegamento fra il sistema di scambio di quote di emissioni da parte dell’Unione Europea e le indicazioni del protocollo di Kyoto.

IL TRATTAMENTO CONTABILE DELLE QUOTE DI EMISSIONE DI GAS AD EFFETTO SERRA SECONDO L’ORGANISMO ITALIANO DI CONTABILITÀ

CENTORRINO, Giovanna
2013-01-01

Abstract

La difesa dell’ambiente fisico-naturale, da parecchi anni ormai, è da considerarsi come imprescindibile valore del modello di sviluppo adottato. Quest’ultimo, infatti, non è più misurabile solo in termini di ricchezza prodotta ma, in una più ampia connotazione di lungo termine, dipende altresì dal rispetto della natura in quanto valore diffuso cui le istituzioni pubbliche e private non possono sottrarsi. Esse, infatti, oltre a produrre beni o servizi per la soddisfazione dei bisogni della collettività sono anche sistemi che determinano performance e impatti di diversa natura sul contesto di riferimento. In tale ultima accezione è indubbio il loro determinante ruolo nella concreta attuazione di uno sviluppo sostenibile. L’azienda moderna, pertanto, si relaziona con l’ambiente esterno con dinamiche nuove, per lo più sconosciute in tempi passati, al punto che la natura composita della funzione imprenditoriale non si riferisce solo alla dimensione economica, ma si misura con temi maggiormente estesi quali ad esempio il tema della tutela ambientale. Tali problematiche, peraltro, non risultano solo di interesse delle aziende di maggiori dimensioni e di gruppi societari nazionali ed internazionali, ma riguardano altresì le piccole e medie realtà aziendali che operano nell’attuale sistema economico-sociale. Anche il bilancio di esercizio, quale elemento portante dell’informativa societaria e principale strumento di comunicazione dell’azienda, appare permeabile alle istanze che provengono dall’ambiente economico e, di conseguenza, non estraneo al percorso del modello di sviluppo oggi perseguito. La disciplina civilistica sul bilancio di esercizio si snoda, infatti, su differenti prospettive che riguardano essenzialmente la tutela dei diversi interlocutori e la definizione delle condizioni giuridiche relative ai profili contabili in un’ottica che si configura come elemento portante riguardo all’evoluzione del ruolo dell’impresa nella moderna società. Tale percorso giustifica sia l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale sia il modificato pensiero dottrinale riguardo alla relazione che l’azienda ha con l’ambiente. Nell’ambito della cornice concettuale sinteticamente richiamata, di seguito si è ritenuto opportuno analizzare i contenuti e le finalità del principio contabile nazionale OIC 8 – di recente approvato dalla Fondazione OIC – volto a disciplinare il trattamento contabile delle quote di emissione di gas ad effetto serra (così detti “certificati grigi”) da parte delle aziende. La scelta di focalizzare l’attenzione su tale principio trae spunto dal dibattito internazionale sulla necessità di definire gli adeguamenti connessi agli accordi internazionali sui cambiamenti climatici e, in particolar modo, relativi al collegamento fra il sistema di scambio di quote di emissioni da parte dell’Unione Europea e le indicazioni del protocollo di Kyoto.
2013
8814181594
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