L’Italia, in questo settore, con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi, è in fondo alla classifica europea, la cui media è pari al 14,1% dietro a Spagna (24,9%) e Portogallo (20,8). E’ anche l’ultimo paese dell’Unione Europea per percentuale di laureati. Lo segnala un rapporto di Eurostat appena pubblicato, relativo al 2013. Tra gli italiani nella fascia di età tra i 30 e i 34 anni, soltanto il 22,4% ha conseguito una laurea (la media UE é del 36,8%). L’Italia é preceduta, negli ultimi posti, da Romania (22,8%), Croazia (25,9%) e Malta (26%), mentre in cima alla classifica si collocano l’Irlanda (con il 52,6%), il Lussemburgo (52,5%) e la Lituania (51,3%). E se l’obiettivo italiano sarebbe quello di raggiungere un tasso di laureati nella fascia tra i 30 e i 34 anni di almeno il 26% entro il 2020, a livello UE tale obiettivo é del 40%. Un recente studio basato su dati Bankitalia e Isfol, ha quantificato in 70 miliardi l’anno il costo economico della piaga dell’abbandono scolastico per il Paese. I dati sono forniti dal MIUR, che per cercare di invertire la tendenza e scendere sotto il 10% di «school leavers» previsto da Europa 2020, ha pubblicato un “Programma di didattica integrativa e innovativa per il contrasto della dispersione” -basato su un decreto siglato dal Ministro pro-tempore Maria Chiara Carrozza- per attuare il quale sono state stanziate risorse, pari a 100 milioni , da destinarsi alle Regioni, tenendo conto sia del numero di studenti iscritti sia del valore rappresentato dai “drop out”. Sembra, dunque, che l’ignoranza alligni principalmente nel Mezzogiorno d’Italia. Diverse domande si pongono, e una campeggia su tutte le altre: esiste dunque una “questione meridionale” anche per la scuola?

Economia e cultura in Italia: un matrimonio che non s’ha da fare

ALIBRANDI, Rosamaria
2014-01-01

Abstract

L’Italia, in questo settore, con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli studi, è in fondo alla classifica europea, la cui media è pari al 14,1% dietro a Spagna (24,9%) e Portogallo (20,8). E’ anche l’ultimo paese dell’Unione Europea per percentuale di laureati. Lo segnala un rapporto di Eurostat appena pubblicato, relativo al 2013. Tra gli italiani nella fascia di età tra i 30 e i 34 anni, soltanto il 22,4% ha conseguito una laurea (la media UE é del 36,8%). L’Italia é preceduta, negli ultimi posti, da Romania (22,8%), Croazia (25,9%) e Malta (26%), mentre in cima alla classifica si collocano l’Irlanda (con il 52,6%), il Lussemburgo (52,5%) e la Lituania (51,3%). E se l’obiettivo italiano sarebbe quello di raggiungere un tasso di laureati nella fascia tra i 30 e i 34 anni di almeno il 26% entro il 2020, a livello UE tale obiettivo é del 40%. Un recente studio basato su dati Bankitalia e Isfol, ha quantificato in 70 miliardi l’anno il costo economico della piaga dell’abbandono scolastico per il Paese. I dati sono forniti dal MIUR, che per cercare di invertire la tendenza e scendere sotto il 10% di «school leavers» previsto da Europa 2020, ha pubblicato un “Programma di didattica integrativa e innovativa per il contrasto della dispersione” -basato su un decreto siglato dal Ministro pro-tempore Maria Chiara Carrozza- per attuare il quale sono state stanziate risorse, pari a 100 milioni , da destinarsi alle Regioni, tenendo conto sia del numero di studenti iscritti sia del valore rappresentato dai “drop out”. Sembra, dunque, che l’ignoranza alligni principalmente nel Mezzogiorno d’Italia. Diverse domande si pongono, e una campeggia su tutte le altre: esiste dunque una “questione meridionale” anche per la scuola?
2014
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