Obiettivi: Lo scopo del lavoro è quello di mettere in evidenza l’anatomia radiologica ed endoscopica della cavità nasale e i corridoi di approccio ai seni paranasali con l'aiuto dell'endoscopio, identificando e correlando i corrispondenti punti di riferimento anatomici e approcci in chirurgia endoscopica e chirurgia a cielo aperto. La chirurgia endoscopica della base cranica e dei seni paranasali permette un accesso con minima morbidità per il paziente , in alternativa agli approcci a cielo aperto transcranici e transafciali. Materiali e metodi: Sono stati presi in considerazione 18 pazienti ( 12 con patologia sinusale, 6 con patologia endocranica) sono stati studiati con RMN e scansioni TC Massiccio facciale e cranio per poter eseguire misurazioni anatomiche che ci permettevano di stabilire l’approccio migliore per il caso clinico in esame. 9 pazienti sono stati sottoposti a chirurgia endoscopica, 4 di questi sono stati operati con incisione ausiliaria. Nel post-operatorio è stata somministrata terapia antibiotica e steroidea. Nel follow up tutti i pazienti sono stati controllati con esami endoscopici. Risultati e discussione: Le ossa che formano lo splancnocranio anteriore sono pneumatizzate e consentono corridoi chirurgici per un approccio endoscopico endonasale al basicranio e dei seni paranasali. Lo sviluppo della base cranica è lento e graduale, età-dipendente, e sesso dipendente; determinando una estrema variabilità anatomica individuale dei corridoi dei seni paranasali. Diversi corridoi chirurgici possono essere stabiliti per la chirurgia endoscopica endonasale della base cranica. La chirurgia endoscopica permette un accesso massimo, minimamente invasivo per approcci al basicranio, con indicazioni specifiche. Una chiara comprensione dei possibili approcci è facilitata quindi dalla conoscenza dei corridoi nasali e dagli obiettivi intracranici che si devono raggiungere per patologia. La criticità è risultata essere la curva di apprendimento da parte del neofita, che è molto più ampia rispetto a quella a cielo aperto.

I corridoi endonasali al basicranio ed ai seniparanasali con tecnica endoscopica

DE PONTE, Francesco Saverio;CASCIO, Felice
2015-01-01

Abstract

Obiettivi: Lo scopo del lavoro è quello di mettere in evidenza l’anatomia radiologica ed endoscopica della cavità nasale e i corridoi di approccio ai seni paranasali con l'aiuto dell'endoscopio, identificando e correlando i corrispondenti punti di riferimento anatomici e approcci in chirurgia endoscopica e chirurgia a cielo aperto. La chirurgia endoscopica della base cranica e dei seni paranasali permette un accesso con minima morbidità per il paziente , in alternativa agli approcci a cielo aperto transcranici e transafciali. Materiali e metodi: Sono stati presi in considerazione 18 pazienti ( 12 con patologia sinusale, 6 con patologia endocranica) sono stati studiati con RMN e scansioni TC Massiccio facciale e cranio per poter eseguire misurazioni anatomiche che ci permettevano di stabilire l’approccio migliore per il caso clinico in esame. 9 pazienti sono stati sottoposti a chirurgia endoscopica, 4 di questi sono stati operati con incisione ausiliaria. Nel post-operatorio è stata somministrata terapia antibiotica e steroidea. Nel follow up tutti i pazienti sono stati controllati con esami endoscopici. Risultati e discussione: Le ossa che formano lo splancnocranio anteriore sono pneumatizzate e consentono corridoi chirurgici per un approccio endoscopico endonasale al basicranio e dei seni paranasali. Lo sviluppo della base cranica è lento e graduale, età-dipendente, e sesso dipendente; determinando una estrema variabilità anatomica individuale dei corridoi dei seni paranasali. Diversi corridoi chirurgici possono essere stabiliti per la chirurgia endoscopica endonasale della base cranica. La chirurgia endoscopica permette un accesso massimo, minimamente invasivo per approcci al basicranio, con indicazioni specifiche. Una chiara comprensione dei possibili approcci è facilitata quindi dalla conoscenza dei corridoi nasali e dagli obiettivi intracranici che si devono raggiungere per patologia. La criticità è risultata essere la curva di apprendimento da parte del neofita, che è molto più ampia rispetto a quella a cielo aperto.
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