Il pregio del lavoro è il legame nel sintagma Regola/Eccezione. La Regola risalta nella prima parte del lavoro: dove il divieto dei patti successori (specialmente quello « istitutivo »), emerge come ineluttabile conseguenza del diverso modo con il quale l’ordinamento tutela la volontà negoziale nel « contratto » (che è accordo inter vivos di due o più parti), e nel « testamento » (che è invece atto revocabile, unilaterale e unipersonale col quale taluno dispone dei suoi beni “per il tempo in cui avrà cessato di vivere”). E da qui la trattazione di quei temi contigui, come la donazione mortis causa e il testamento “congiuntivo” o “reciproco”, che sono altrettante modalità con le quali si viene a trasformare in contratto una volontà testamentaria: un fenomeno che, con inedito e felice neologismo, viene denominato « transessualismo negoziale ». Nella seconda e più ampia parte dell’opera, dopo avere spiegato la portata e i limiti dell’eccezione alla regola (che resta quella del divieto dei patti successori), l’autrice illustra in ogni dettaglio il nuovo istituto, senza mai perdere di vista il suo inserimento nel sistema. L’esposizione, andando al di là della semplice e pur utile esegesi del testo normativo, si sviluppa sul filo di una raffinata indagine ricostruttiva che scioglie, uno dopo l’altro, i più aggrovigliati nodi dogmatici che avvolgono il patto di famiglia in un involucro legislativo di fattura non proprio perfetta. Vale a dire, esemplificando: la struttura negoziale, in bilico fra unità e molteplicità di fattispecie; la natura giuridica, che viene individuata e costruita sul modello del « contratto plurilaterale »; i corollari che da questa impostazione si riesce a trarre grazie a una sottile analisi teorica. Fra essi: la struttura soggettiva « a pluralità variabile » e la « successione anticipata » di un « patrimonio separato ». Poi le vicende e le patologie del patto di famiglia, nonché le problematiche conseguenti all’apertura della successione. Quella vera, s’intende: da non confondere, quindi, con la successione « anticipata » avente per oggetto l’azienda e che si basa su una vera e propria fictio iuris: la finzione, cioè, di considerare il disponente come se fosse già morto nel momento stesso in cui si stipula inter vivos il patto di famiglia e col quale si provvede anche alla liquidazione delle quote riservate ai legittimari prete

DIVIETO DEI PATTI SUCCESSORI E PATTO DI FAMIGLIA

COCUCCIO, MARIAFRANCESCA
2016-01-01

Abstract

Il pregio del lavoro è il legame nel sintagma Regola/Eccezione. La Regola risalta nella prima parte del lavoro: dove il divieto dei patti successori (specialmente quello « istitutivo »), emerge come ineluttabile conseguenza del diverso modo con il quale l’ordinamento tutela la volontà negoziale nel « contratto » (che è accordo inter vivos di due o più parti), e nel « testamento » (che è invece atto revocabile, unilaterale e unipersonale col quale taluno dispone dei suoi beni “per il tempo in cui avrà cessato di vivere”). E da qui la trattazione di quei temi contigui, come la donazione mortis causa e il testamento “congiuntivo” o “reciproco”, che sono altrettante modalità con le quali si viene a trasformare in contratto una volontà testamentaria: un fenomeno che, con inedito e felice neologismo, viene denominato « transessualismo negoziale ». Nella seconda e più ampia parte dell’opera, dopo avere spiegato la portata e i limiti dell’eccezione alla regola (che resta quella del divieto dei patti successori), l’autrice illustra in ogni dettaglio il nuovo istituto, senza mai perdere di vista il suo inserimento nel sistema. L’esposizione, andando al di là della semplice e pur utile esegesi del testo normativo, si sviluppa sul filo di una raffinata indagine ricostruttiva che scioglie, uno dopo l’altro, i più aggrovigliati nodi dogmatici che avvolgono il patto di famiglia in un involucro legislativo di fattura non proprio perfetta. Vale a dire, esemplificando: la struttura negoziale, in bilico fra unità e molteplicità di fattispecie; la natura giuridica, che viene individuata e costruita sul modello del « contratto plurilaterale »; i corollari che da questa impostazione si riesce a trarre grazie a una sottile analisi teorica. Fra essi: la struttura soggettiva « a pluralità variabile » e la « successione anticipata » di un « patrimonio separato ». Poi le vicende e le patologie del patto di famiglia, nonché le problematiche conseguenti all’apertura della successione. Quella vera, s’intende: da non confondere, quindi, con la successione « anticipata » avente per oggetto l’azienda e che si basa su una vera e propria fictio iuris: la finzione, cioè, di considerare il disponente come se fosse già morto nel momento stesso in cui si stipula inter vivos il patto di famiglia e col quale si provvede anche alla liquidazione delle quote riservate ai legittimari prete
2016
Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche
9788814216695
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3095541
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