Per tantissimo tempo è prevalsa la convinzione che la Terra avesse una capacità illimitata di risorse e la capacità di metabolizzare qualsiasi tipo di “aggressione” da parte delle attività umane. Le Società non si sono poste il problema di una “questione ambientale”, fino a quando non si è formata una coscienza ambientalista e i relativi movimenti hanno chiesto, a gran voce, ai Governi di intervenire legislativamente per disciplinare i modelli di produzione e di consumo. I danni causati dall’inquinamento, infatti, si pensi ai problemi connessi agli scarichi industriali, civili ed agricoli, nelle acque, allo smaltimento dei rifiuti, alle emissioni di gas nell’atmosfera, ecc., possono avere conseguenze irreparabili sulla vita del Pianeta e dei suoi abitanti. Così, la protezione dell’ambiente si è imposta come una delle sfide del terzo millennio, con l’obiettivo di realizzare una società consapevole e protesa a coniugare la tutela della Terra con lo sviluppo sociale ed economico e garantire un’ equa distribuzione delle risorse ed il loro mantenimento per le generazioni future. La responsabilità dei danni arrecati all’ambiente è da attribuirsi, principalmente, all’errato stile di vita dei popoli dei Paesi industrializzati e al consumo smodato delle risorse, che hanno determinato una situazione di “insostenibilità” e la necessità, urgente, di introdurre un nuovo modello culturale con chiare trasformazioni degli stili di vita, in particolare dei consumi. Un atteggiamento responsabile, orientato alla tutela dell’ambiente, si è concretizzato, nel tempo, con la prima iniziativa mondiale sullo sviluppo sostenibile, promossa e organizzata dall’ONU attraverso l’Earth Summit, di Rio de Janeiro nel 1992. In quella sede circa 180 Stati si impegnarono a realizzare lo “sviluppo sostenibile” attraverso l’attuazione di piani nazionali e di programmi locali nell’ambito dell’iniziativa Agenda XXI Locale, attribuendo un ruolo di rilievo agli Enti Locali nel perseguimento della sostenibilità. Via via, e fino all’anno in corso, si sono moltiplicate le iniziative a sostegno di questo nuovo modello di pensiero, che ha come fine ultimo la sostenibilità, nella sua più vasta accezione, che comprende l’equità infra e intergenerazionale. La ricerca inizia il suo percorso con l’evoluzione storica del concetto di sviluppo sostenibile, dalla nascita della “questione ambientale”, alla fine degli anni ’60, sino al primo grande Summit mondiale sull’ambiente nel 1992, per giungere,a quello sullo sviluppo sostenibile di Rio +20 (Rio de Janeiro 2012), fino a Bilbao (aprile 2016). Successivamente vengono esposte le teorie sul concetto di sviluppo sostenibile ed evidenziati i termini centrali del dibattito, indicando come questo concetto vada analizzato sotto il profilo ambientale e economico e sociale. Verranno, quindi, individuati in modo sintetico gli indicatori di sostenibilità, tradizionali e innovativi, come l’impronta ecologica, e successivamente verrà affrontata la dimensione locale dello sviluppo sostenibile, che sta alla base del processo Agenda XXI, di cui verranno descritte le fasi principali. Seguirà la parte applicativa, dopo aver illustrato il primo Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile del 1993 e la Strategia di Azione Ambientale, si studierà l’evoluzione dell’attuazione di Agenda XXI in Italia, con riferimento anche ai legami con i principali strumenti di pianificazione territoriale e i punti di criticità. Verrà, quindi, indagato lo stato di attuazione dell’Agenda XXI nei 42 Comuni della Regione Etnea esponendo i risultati di uno screening e delle interviste agli amministratori, per dare un primo giudizio circa il grado di sensibilità verso le tematiche ambientali. Verranno presentati, infine, i risultati dello studio effettuato su un campione di popolazione del Comune di Bronte, volto a fornire, secondo i dettami dell’Agenda XXI, una prima analisi delle problematiche maggiormente sentite dalla popolazione di questo Comune.

La dimensione locale dello sviluppo sostenibile. Un percorso per la realizzazione di Agenda XXI nella regione etnea

DI BLASI, Elena
2016-01-01

Abstract

Per tantissimo tempo è prevalsa la convinzione che la Terra avesse una capacità illimitata di risorse e la capacità di metabolizzare qualsiasi tipo di “aggressione” da parte delle attività umane. Le Società non si sono poste il problema di una “questione ambientale”, fino a quando non si è formata una coscienza ambientalista e i relativi movimenti hanno chiesto, a gran voce, ai Governi di intervenire legislativamente per disciplinare i modelli di produzione e di consumo. I danni causati dall’inquinamento, infatti, si pensi ai problemi connessi agli scarichi industriali, civili ed agricoli, nelle acque, allo smaltimento dei rifiuti, alle emissioni di gas nell’atmosfera, ecc., possono avere conseguenze irreparabili sulla vita del Pianeta e dei suoi abitanti. Così, la protezione dell’ambiente si è imposta come una delle sfide del terzo millennio, con l’obiettivo di realizzare una società consapevole e protesa a coniugare la tutela della Terra con lo sviluppo sociale ed economico e garantire un’ equa distribuzione delle risorse ed il loro mantenimento per le generazioni future. La responsabilità dei danni arrecati all’ambiente è da attribuirsi, principalmente, all’errato stile di vita dei popoli dei Paesi industrializzati e al consumo smodato delle risorse, che hanno determinato una situazione di “insostenibilità” e la necessità, urgente, di introdurre un nuovo modello culturale con chiare trasformazioni degli stili di vita, in particolare dei consumi. Un atteggiamento responsabile, orientato alla tutela dell’ambiente, si è concretizzato, nel tempo, con la prima iniziativa mondiale sullo sviluppo sostenibile, promossa e organizzata dall’ONU attraverso l’Earth Summit, di Rio de Janeiro nel 1992. In quella sede circa 180 Stati si impegnarono a realizzare lo “sviluppo sostenibile” attraverso l’attuazione di piani nazionali e di programmi locali nell’ambito dell’iniziativa Agenda XXI Locale, attribuendo un ruolo di rilievo agli Enti Locali nel perseguimento della sostenibilità. Via via, e fino all’anno in corso, si sono moltiplicate le iniziative a sostegno di questo nuovo modello di pensiero, che ha come fine ultimo la sostenibilità, nella sua più vasta accezione, che comprende l’equità infra e intergenerazionale. La ricerca inizia il suo percorso con l’evoluzione storica del concetto di sviluppo sostenibile, dalla nascita della “questione ambientale”, alla fine degli anni ’60, sino al primo grande Summit mondiale sull’ambiente nel 1992, per giungere,a quello sullo sviluppo sostenibile di Rio +20 (Rio de Janeiro 2012), fino a Bilbao (aprile 2016). Successivamente vengono esposte le teorie sul concetto di sviluppo sostenibile ed evidenziati i termini centrali del dibattito, indicando come questo concetto vada analizzato sotto il profilo ambientale e economico e sociale. Verranno, quindi, individuati in modo sintetico gli indicatori di sostenibilità, tradizionali e innovativi, come l’impronta ecologica, e successivamente verrà affrontata la dimensione locale dello sviluppo sostenibile, che sta alla base del processo Agenda XXI, di cui verranno descritte le fasi principali. Seguirà la parte applicativa, dopo aver illustrato il primo Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile del 1993 e la Strategia di Azione Ambientale, si studierà l’evoluzione dell’attuazione di Agenda XXI in Italia, con riferimento anche ai legami con i principali strumenti di pianificazione territoriale e i punti di criticità. Verrà, quindi, indagato lo stato di attuazione dell’Agenda XXI nei 42 Comuni della Regione Etnea esponendo i risultati di uno screening e delle interviste agli amministratori, per dare un primo giudizio circa il grado di sensibilità verso le tematiche ambientali. Verranno presentati, infine, i risultati dello studio effettuato su un campione di popolazione del Comune di Bronte, volto a fornire, secondo i dettami dell’Agenda XXI, una prima analisi delle problematiche maggiormente sentite dalla popolazione di questo Comune.
2016
Geografia Economico-Politica
978-88-548-9492-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11570/3099259
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