Il trattamento di una cisti ovarica dipende dalla sua natura, per cui un’accurata diagnosi differenziale tra patologia maligna e benigna è di cruciale importanza, specialmente dopo la menopausa poichè aumenta il rischio di cancro ovarico. La discriminazione preoperatoria di una cisti ovarica è una sfida avvincente. Dalla review della letteratura da noi effettuata concernente la diagnosi ed il trattamento delle cisti ovariche dopo la menopausa, si può osservare come siano stati discussi diversi criteri discriminativi quali l’età, lo status post-menopausale, la morfologia ecografica, l’eco colorDoppler, l’indice di rischio di malignità (RMI). In generale è raccomandabile un atteggiamento di attesa in donne con cisti non sospette, uniloculate, anecogene con livelli normali di CA-125. L’intervento chirurgico è invece raccomandato in cisti di diametro superiore ai 5 cm e/o con livelli elevati di CA-125. In donne sintomatiche, inoltre, l’indicazione alla chirurgia è assoluta. L’utilizzo combinato di più metodiche incrementa la possibilità di fare una diagnosi corretta. Purtroppo, però, siamo ancora ben lontani dal raggiungere una metodica che ci permetta con una adeguata sensibilità e specificità di poter porre una diagnosi certa. I primi risultati su studi di proteomica sul siero sembrano promettenti, e si spera che, in combinazione con altre metodiche diagnostiche, si possa giungere ad un approccio diagnostico multimodale nella diagnosi di carcinoma ovarico. Si auspica in tal maniera di migliorare la capacità di discriminare tra cisti benigne e maligne in modo tale da evitare un intervento chirurgico non necessario.

Management delle cisti ovariche in menopausa

Vitale, S. G.;
2008-01-01

Abstract

Il trattamento di una cisti ovarica dipende dalla sua natura, per cui un’accurata diagnosi differenziale tra patologia maligna e benigna è di cruciale importanza, specialmente dopo la menopausa poichè aumenta il rischio di cancro ovarico. La discriminazione preoperatoria di una cisti ovarica è una sfida avvincente. Dalla review della letteratura da noi effettuata concernente la diagnosi ed il trattamento delle cisti ovariche dopo la menopausa, si può osservare come siano stati discussi diversi criteri discriminativi quali l’età, lo status post-menopausale, la morfologia ecografica, l’eco colorDoppler, l’indice di rischio di malignità (RMI). In generale è raccomandabile un atteggiamento di attesa in donne con cisti non sospette, uniloculate, anecogene con livelli normali di CA-125. L’intervento chirurgico è invece raccomandato in cisti di diametro superiore ai 5 cm e/o con livelli elevati di CA-125. In donne sintomatiche, inoltre, l’indicazione alla chirurgia è assoluta. L’utilizzo combinato di più metodiche incrementa la possibilità di fare una diagnosi corretta. Purtroppo, però, siamo ancora ben lontani dal raggiungere una metodica che ci permetta con una adeguata sensibilità e specificità di poter porre una diagnosi certa. I primi risultati su studi di proteomica sul siero sembrano promettenti, e si spera che, in combinazione con altre metodiche diagnostiche, si possa giungere ad un approccio diagnostico multimodale nella diagnosi di carcinoma ovarico. Si auspica in tal maniera di migliorare la capacità di discriminare tra cisti benigne e maligne in modo tale da evitare un intervento chirurgico non necessario.
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