Il «Liber geneciae ad Soteris obsetrix» è un breve testo anonimo in forma di domanda e risposta in cui sono trattati argomenti di ostetricia e di puericultura. Derivato dai «Gynaecia» di Sorano attraverso un intermediario catechistico, probabilmente lo stesso impiegato nel VI secolo da Mustione nei suoi «Gynaecia», è un esempio di come la ginecologia soranea abbia potuto sopravvivere in Occidente tra Tardoantico e Altomedioevo imboccando la strada della semplificazione formale. Il testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1882 da Valentin Rose, che ne ha dato però una edizione poco più che diplomatica sulla base del testimone più importante, il Laur. plut. 73.1, del terzo quarto del IX secolo. In questo libro se ne offre per la prima volta un'edizione critica, che si avvale, oltre che del Laurenziano, anche dell'estratto conservato dal Vicentino 287 (del sec. XII ex. o XIII in.) e della tradizione indiretta; completano il testo un'introduzione, in cui sono trattate questioni di composizione e trasmissione, una traduzione italiana e un commento filologico-linguistico.
Liber geneciae ad Soteris obsetrix. Introduzione, edizione critica, traduzione e commento
A. M. Urso
2018-01-01
Abstract
Il «Liber geneciae ad Soteris obsetrix» è un breve testo anonimo in forma di domanda e risposta in cui sono trattati argomenti di ostetricia e di puericultura. Derivato dai «Gynaecia» di Sorano attraverso un intermediario catechistico, probabilmente lo stesso impiegato nel VI secolo da Mustione nei suoi «Gynaecia», è un esempio di come la ginecologia soranea abbia potuto sopravvivere in Occidente tra Tardoantico e Altomedioevo imboccando la strada della semplificazione formale. Il testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1882 da Valentin Rose, che ne ha dato però una edizione poco più che diplomatica sulla base del testimone più importante, il Laur. plut. 73.1, del terzo quarto del IX secolo. In questo libro se ne offre per la prima volta un'edizione critica, che si avvale, oltre che del Laurenziano, anche dell'estratto conservato dal Vicentino 287 (del sec. XII ex. o XIII in.) e della tradizione indiretta; completano il testo un'introduzione, in cui sono trattate questioni di composizione e trasmissione, una traduzione italiana e un commento filologico-linguistico.File | Dimensione | Formato | |
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