L’ampia portata assunta dal fenomeno migratorio nell’Unione europea ha fatto emergere, ormai da molti anni, la necessità di disciplinare il trattamento degli stranieri residenti in uno Stato membro. Già nel 1999 il Consiglio europeo di Tampere ha sottolineato la necessità di un ravvicinamento delle legislazioni nazionali relative alle condizioni di ammissione e soggiorno dei cittadini dei paesi terzi, allo scopo di avvicinare lo status giuridico dei cittadini dei paesi terzi a quello dei cittadini degli Stati membri. Qualche tempo dopo la Commissione europea si è spinta fino ad ipotizzare la definizione e lo sviluppo del concetto di “cittadinanza civile”, da riconoscere ai cittadini dei paesi terzi residenti legalmente in uno Stato membro, al fine di favorire il loro pieno inserimento nella società di accoglienza. Presto, però, l’idea di una “cittadinanza civile” è stata abbandonata, essendo emerse con forza esigenze securitarie dei singoli Stati membri, che hanno di fatto indirizzato le politiche migratorie dell’Unione verso interventi assai settoriali, rivolti ad alcune categorie di migranti, utili all’economia europea, alle quali sono stati offerti regimi particolarmente vantaggiosi. Il lavoro si prefigge dunque l’obiettivo di analizzare i diversi regimi applicabili a determinate categorie di stranieri, ricostruendo una disciplina assai frammentata, contenuta in una pluralità di atti, la cui applicazione negli Stati membri è risultata spesso disomogenea.

REGIMI SPECIALI IN MATERIA DI INGRESSO E SOGGIORNO DI CITTADINI DI PAESI TERZI NELL’UNIONE EUROPEA

Pitrone Anna
2018-01-01

Abstract

L’ampia portata assunta dal fenomeno migratorio nell’Unione europea ha fatto emergere, ormai da molti anni, la necessità di disciplinare il trattamento degli stranieri residenti in uno Stato membro. Già nel 1999 il Consiglio europeo di Tampere ha sottolineato la necessità di un ravvicinamento delle legislazioni nazionali relative alle condizioni di ammissione e soggiorno dei cittadini dei paesi terzi, allo scopo di avvicinare lo status giuridico dei cittadini dei paesi terzi a quello dei cittadini degli Stati membri. Qualche tempo dopo la Commissione europea si è spinta fino ad ipotizzare la definizione e lo sviluppo del concetto di “cittadinanza civile”, da riconoscere ai cittadini dei paesi terzi residenti legalmente in uno Stato membro, al fine di favorire il loro pieno inserimento nella società di accoglienza. Presto, però, l’idea di una “cittadinanza civile” è stata abbandonata, essendo emerse con forza esigenze securitarie dei singoli Stati membri, che hanno di fatto indirizzato le politiche migratorie dell’Unione verso interventi assai settoriali, rivolti ad alcune categorie di migranti, utili all’economia europea, alle quali sono stati offerti regimi particolarmente vantaggiosi. Il lavoro si prefigge dunque l’obiettivo di analizzare i diversi regimi applicabili a determinate categorie di stranieri, ricostruendo una disciplina assai frammentata, contenuta in una pluralità di atti, la cui applicazione negli Stati membri è risultata spesso disomogenea.
2018
978-88-9391-344-7
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