Lo scritto prende spunto da una recente pronunzia della Corte di giustizia dell’Unione europea riguardante la questione della riconoscibilità del ripudio islamico ai sensi del regolamento UE n. 1259/2010. Dopo avere valutato i presupposti che fondano la competenza della Corte di giustizia a pronunziarsi sulla questione controversa, l’A. esclude che le sentenze dei tribunali religiosi rientrino nel campo di applicazione del predetto regolamento (e di quello n. 2201/2013), anche alla luce del c.d. principio di incompetenza dell’Unione nella materia ecclesiastica o religiosa. Inoltre, sebbene il ripudio unilaterale sia da ritenere in contrasto col principio di ordine pubblico della parità morale e giuridica dei coniugi, l’A. conclude che, in coerenza con l’attuale tendenza di molti ordinamenti ad attribuire spazi sempre più ampi alla gestione “negoziale” del vincolo matrimoniale, una tutela effettiva del principio di eguaglianza debba consigliare di lasciare alla donna, in alcune particolari situazioni, la scelta di fare valere concretamente quel principio.
La questione della riconoscibilità civile del divorzio islamico al vaglio della Corte di giustizia dell’Unione europea (a margine della pronunzia del 20 dicembre 2017, C-372/16)
Licastro, Angelo
2018-01-01
Abstract
Lo scritto prende spunto da una recente pronunzia della Corte di giustizia dell’Unione europea riguardante la questione della riconoscibilità del ripudio islamico ai sensi del regolamento UE n. 1259/2010. Dopo avere valutato i presupposti che fondano la competenza della Corte di giustizia a pronunziarsi sulla questione controversa, l’A. esclude che le sentenze dei tribunali religiosi rientrino nel campo di applicazione del predetto regolamento (e di quello n. 2201/2013), anche alla luce del c.d. principio di incompetenza dell’Unione nella materia ecclesiastica o religiosa. Inoltre, sebbene il ripudio unilaterale sia da ritenere in contrasto col principio di ordine pubblico della parità morale e giuridica dei coniugi, l’A. conclude che, in coerenza con l’attuale tendenza di molti ordinamenti ad attribuire spazi sempre più ampi alla gestione “negoziale” del vincolo matrimoniale, una tutela effettiva del principio di eguaglianza debba consigliare di lasciare alla donna, in alcune particolari situazioni, la scelta di fare valere concretamente quel principio.Pubblicazioni consigliate
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