Il desiderio di trasmettere la vita trova oggi, grazie alla scienza e alla tecnica, nuove vie per realizzarsi anche là dove prima doveva arrestarsi. Forte delle nuove possibilità, il desiderio cerca il suo oggetto oltre ogni schema, mette in questione il paradigma genitoriale, la stessa relazione madre-figlio. Tutto, o quasi, si svolge sui corpi delle donne, oggetti di manipolazione, stimolazione, estrazione, fino a spezzare in due o più parti la maternità. Proprio per questo, il testo propone di tornare ai corpi delle donne, al sentire/pensare che li abita, in particolare quando divengono corpi di madri. Da questo pensare del corpo differente, che porta con sé un di più di relazione e un di più di responsabilità, è possibile derivare i principi di un’etica della maternità che si declini come etica del riconoscimento e dell’ospitalità. Da qui anche l’ipotesi di una bioetica della maternità che aiuti a rileggere alcune questioni di inizio vita - dalla diagnosi pre-impianto, al diritto a conoscere le proprie origini, dall’adozione degli embrioni sovrannumerari, alla maternità surrogata - indicando la misura del desiderio nella cura di chi si chiama alla vita.

Il corpo della madre. Per una bioetica della maternità

Marianna Gensabella Furnari
2018-01-01

Abstract

Il desiderio di trasmettere la vita trova oggi, grazie alla scienza e alla tecnica, nuove vie per realizzarsi anche là dove prima doveva arrestarsi. Forte delle nuove possibilità, il desiderio cerca il suo oggetto oltre ogni schema, mette in questione il paradigma genitoriale, la stessa relazione madre-figlio. Tutto, o quasi, si svolge sui corpi delle donne, oggetti di manipolazione, stimolazione, estrazione, fino a spezzare in due o più parti la maternità. Proprio per questo, il testo propone di tornare ai corpi delle donne, al sentire/pensare che li abita, in particolare quando divengono corpi di madri. Da questo pensare del corpo differente, che porta con sé un di più di relazione e un di più di responsabilità, è possibile derivare i principi di un’etica della maternità che si declini come etica del riconoscimento e dell’ospitalità. Da qui anche l’ipotesi di una bioetica della maternità che aiuti a rileggere alcune questioni di inizio vita - dalla diagnosi pre-impianto, al diritto a conoscere le proprie origini, dall’adozione degli embrioni sovrannumerari, alla maternità surrogata - indicando la misura del desiderio nella cura di chi si chiama alla vita.
2018
Università
978-88-498-5597-5
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