La relazione uomo-animale, intesa come evento di reciproco scambio (nell’ambito di protocolli strutturati), è il fulcro attorno cui ruota l’efficacia e l’efficienza degli interventi assistiti con il cavallo in tutte le loro possibili declinazioni, siano esse di tipo ludico, educativo, riabilitativo e terapeutico. Diversi studi evidenziano come la qualità della relazione uomo-cavallo nelle attività da terra, espressa da differenti tipologie di handling (qui inteso come attività da terra sia in scuderia che nella conduzione alla mano) e da diverse tipologie di approcci nell’educazione degli animali e nell’utilizzo dei diversi codici di comunicazione con l’animale, sia direttamente correlata con il benessere del cavallo, con il suo equilibrio emozionale e con la predisposizione dell’animale a instaurare legami sociali con l’uomo. Attraverso la revisione critica della letteratura sul benessere dei cavalli adibiti agli IAA è stato evidenziato come gli input relazionali stessi possano rappresentare un potenziale stimolo negativo per i cavalli; tale connotazione di negatività parrebbe essere correlata con alcune caratteristiche intrinseche del lavoro e del contesto della Riabilitazione Equestre (RE) (elevata frequenza quotidiana di interazioni sociali inter-specifiche, modalità relazionali spesso “invasive” e/o poco coerenti, connesse con la mancanza di esperienza/conoscenza da parte umana o con le patologie specifiche degli utenti; ripetitività del setting; monotonia e costrittività del lavoro). La figura del coadiutore, nel contesto del setting IAA, rappresenta il garante del benessere animale senza il quale non ha senso parlare di IAA. Il coadiutore rappresenta, infatti, il partner sociale d’elezione del cavallo co-terapeuta e la sua “base sicura”; colui che, avendo stabilito con il cavallo una relazione equilibrata e adeguata (coerente con le caratteristiche equine fisiologiche, etologiche, motivazionali e individuali), riveste un importantissimo ruolo di mediatore dei molteplici e contemporanei processi relazionali tra il cavallo e l’utente/paziente e con il referente d’intervento e l’ambiente, rendendone fruibili i benefici effetti per entrambe le componenti e facilitando lo scambio tra essi, quale esperienza di “arricchimento reciproco”. Appare in tale senso necessario che i protocolli di valutazione tanto dell’idoneità iniziale quanto della sua permanenza nel tempo, valutino in maniera analitica le competenze tecniche e relazionali sia del coadiutore che del binomio (coadiutore-cavallo).

Protocollo per il monitoraggio comportamentale del cavallo al lavoro: valutazione della coppia coadiutore-cavallo

michele panzera
2019-01-01

Abstract

La relazione uomo-animale, intesa come evento di reciproco scambio (nell’ambito di protocolli strutturati), è il fulcro attorno cui ruota l’efficacia e l’efficienza degli interventi assistiti con il cavallo in tutte le loro possibili declinazioni, siano esse di tipo ludico, educativo, riabilitativo e terapeutico. Diversi studi evidenziano come la qualità della relazione uomo-cavallo nelle attività da terra, espressa da differenti tipologie di handling (qui inteso come attività da terra sia in scuderia che nella conduzione alla mano) e da diverse tipologie di approcci nell’educazione degli animali e nell’utilizzo dei diversi codici di comunicazione con l’animale, sia direttamente correlata con il benessere del cavallo, con il suo equilibrio emozionale e con la predisposizione dell’animale a instaurare legami sociali con l’uomo. Attraverso la revisione critica della letteratura sul benessere dei cavalli adibiti agli IAA è stato evidenziato come gli input relazionali stessi possano rappresentare un potenziale stimolo negativo per i cavalli; tale connotazione di negatività parrebbe essere correlata con alcune caratteristiche intrinseche del lavoro e del contesto della Riabilitazione Equestre (RE) (elevata frequenza quotidiana di interazioni sociali inter-specifiche, modalità relazionali spesso “invasive” e/o poco coerenti, connesse con la mancanza di esperienza/conoscenza da parte umana o con le patologie specifiche degli utenti; ripetitività del setting; monotonia e costrittività del lavoro). La figura del coadiutore, nel contesto del setting IAA, rappresenta il garante del benessere animale senza il quale non ha senso parlare di IAA. Il coadiutore rappresenta, infatti, il partner sociale d’elezione del cavallo co-terapeuta e la sua “base sicura”; colui che, avendo stabilito con il cavallo una relazione equilibrata e adeguata (coerente con le caratteristiche equine fisiologiche, etologiche, motivazionali e individuali), riveste un importantissimo ruolo di mediatore dei molteplici e contemporanei processi relazionali tra il cavallo e l’utente/paziente e con il referente d’intervento e l’ambiente, rendendone fruibili i benefici effetti per entrambe le componenti e facilitando lo scambio tra essi, quale esperienza di “arricchimento reciproco”. Appare in tale senso necessario che i protocolli di valutazione tanto dell’idoneità iniziale quanto della sua permanenza nel tempo, valutino in maniera analitica le competenze tecniche e relazionali sia del coadiutore che del binomio (coadiutore-cavallo).
2019
1123-3117
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