In tutti i Paesi le donne si occupano più degli uomini delle attività domestiche e di cura e quindi sono meno presenti sul mercato del lavoro, ma le differenze di genere variano molto da contesto a contesto, secondo gradienti che derivano sia da aspetti culturali e relativi alle norme sociali, sia dalle profonde differenze tra regimi di welfare in termini di politiche, di sistemi di tassazione e di benefici per le famiglie, nonché di incentivi al lavoro femminile. Nella maggior parte dei Paesi occidentali il peso del lavoro domestico rimane principalmente sulle spalle delle donne, nonostante la loro crescente partecipazione al mercato del lavoro. Per descrivere la situazione in cui il tasso crescente di attività lavorativa femminile non è accompagnato da un parallelo aumento della condivisione dei compiti domestici da parte dei partners è stata coniata l’espressione di stalled revolution, cioè rivoluzione sospesa, in stallo. L’equilibrio all’interno di una famiglia è profondamente cambiato nel corso del XX secolo in tutti i Paesi sviluppati. I fenomeni che hanno portato a questi cambiamenti sono diversi, in un intreccio di dimensioni demografiche, culturali e comportamentali. Il posto principale tra quelli di maggiore rilievo è dato dall’aumento dell’occupazione femminile. Essa ha messo in crisi in tutti i Paesi sviluppati l’equilibrio tra le domande e le offerte attorno a cui si erano definite sia l’organizzazione della famiglia che la divisione del lavoro e delle responsabilità tra uomini e donne nell prima metà del Novecento e, in Italia, fino agli anni Ottanta. Un equilibrio ulteriormente minacciato negli anni più recenti dal riemergere di forme di precarietà e nuove tensioni nel mercato del lavoro. La conciliazione tra lavoro remunerato e famiglia è una questione cruciale e il modo come viene affrontata dalle politiche sociali e del lavoro ha conseguenze importanti sulla qualità della vita delle persone, sulle loro scelte familiari, sulla stessa tenuta della solidarietà familiare, oltre che sull’assetto complessivo delle società sviluppate. Il percorso che ha portato a notevoli trasformazioni nella vita delle donne in molti Paesi sviluppati avviene attraverso cambiamenti nell’istruzione, nel mondo del lavoro e nella famiglia; con riferimento all’istruzione, le donne sono ormai più istruite degli uomini, anche se scelgono spesso percorsi di studio meno remunerativi all’interno del mercato del lavoro. Esse, infatti, sembrano preferire le discipline dell’area umanistica, caratterizzata da livelli occupazionali e retributivi più bassi, mentre gli uomini scelgono maggiormente le discipline dell’area scientifica e ingegneristica, caratterizzata da livelli occupazionali e retributivi più elevati.

L’equilibrio all’interno della famiglia: una riflessione socio–territoriale in provincia di Messina

Avena, Giuseppe
2018-01-01

Abstract

In tutti i Paesi le donne si occupano più degli uomini delle attività domestiche e di cura e quindi sono meno presenti sul mercato del lavoro, ma le differenze di genere variano molto da contesto a contesto, secondo gradienti che derivano sia da aspetti culturali e relativi alle norme sociali, sia dalle profonde differenze tra regimi di welfare in termini di politiche, di sistemi di tassazione e di benefici per le famiglie, nonché di incentivi al lavoro femminile. Nella maggior parte dei Paesi occidentali il peso del lavoro domestico rimane principalmente sulle spalle delle donne, nonostante la loro crescente partecipazione al mercato del lavoro. Per descrivere la situazione in cui il tasso crescente di attività lavorativa femminile non è accompagnato da un parallelo aumento della condivisione dei compiti domestici da parte dei partners è stata coniata l’espressione di stalled revolution, cioè rivoluzione sospesa, in stallo. L’equilibrio all’interno di una famiglia è profondamente cambiato nel corso del XX secolo in tutti i Paesi sviluppati. I fenomeni che hanno portato a questi cambiamenti sono diversi, in un intreccio di dimensioni demografiche, culturali e comportamentali. Il posto principale tra quelli di maggiore rilievo è dato dall’aumento dell’occupazione femminile. Essa ha messo in crisi in tutti i Paesi sviluppati l’equilibrio tra le domande e le offerte attorno a cui si erano definite sia l’organizzazione della famiglia che la divisione del lavoro e delle responsabilità tra uomini e donne nell prima metà del Novecento e, in Italia, fino agli anni Ottanta. Un equilibrio ulteriormente minacciato negli anni più recenti dal riemergere di forme di precarietà e nuove tensioni nel mercato del lavoro. La conciliazione tra lavoro remunerato e famiglia è una questione cruciale e il modo come viene affrontata dalle politiche sociali e del lavoro ha conseguenze importanti sulla qualità della vita delle persone, sulle loro scelte familiari, sulla stessa tenuta della solidarietà familiare, oltre che sull’assetto complessivo delle società sviluppate. Il percorso che ha portato a notevoli trasformazioni nella vita delle donne in molti Paesi sviluppati avviene attraverso cambiamenti nell’istruzione, nel mondo del lavoro e nella famiglia; con riferimento all’istruzione, le donne sono ormai più istruite degli uomini, anche se scelgono spesso percorsi di studio meno remunerativi all’interno del mercato del lavoro. Esse, infatti, sembrano preferire le discipline dell’area umanistica, caratterizzata da livelli occupazionali e retributivi più bassi, mentre gli uomini scelgono maggiormente le discipline dell’area scientifica e ingegneristica, caratterizzata da livelli occupazionali e retributivi più elevati.
2018
978-88-255-2501-4
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