Il 1889 fu un anno particolarmente produttivo nella storia della storiografia sulla schiavitù. In Capitalismo ed economia nazionale nell’antichità, scritto nel 1899, ma pubblicato l’anno successivo sulla rivista russa di cultura generale Il pensiero russo, nel respingere la concezione evoluzionistica di Bücher e lo schema attraverso cui lo sviluppo economico dei popoli dell’Europa centrale ed occidentale veniva distinto in tre stadi (Stufen), M. Rostovzev assumeva in effetti una posizione autonoma, non in tutto coincidente con quella di Meyer, e sottolineava fosse suo intendimento “mostrare quanto fosse sterile, in generale, ricondurre tutta la vita antica ad un unico schema: quanto questa vita fosse complessa e varia, quanti elementi vi fossero in essa che non possono spiegarsi se non in base ad analogie con l’età contemporanea”. Nel medesimo anno Ettore Ciccotti pubblicava “Il tramonto della schiavitù nel mondo antico”, in cui partendo da un generale accoglimento delle posizioni del materialismo storico, e sottolineando l’insufficiente sviluppo delle forze produttive nel mondo antico, negava qualsiasi influenza del cristianesimo sul “tramonto” della schiavitù nella tarda antichità. Scopo del presente lavoro è un’indagine sul percorso intellettuale e sulla teoresi storica di Ciccotti nel fervido contesto intellettuale europeo della fine del 1800.

Ciccotti e il problema della schiavitù

Elena Caliri
2019-01-01

Abstract

Il 1889 fu un anno particolarmente produttivo nella storia della storiografia sulla schiavitù. In Capitalismo ed economia nazionale nell’antichità, scritto nel 1899, ma pubblicato l’anno successivo sulla rivista russa di cultura generale Il pensiero russo, nel respingere la concezione evoluzionistica di Bücher e lo schema attraverso cui lo sviluppo economico dei popoli dell’Europa centrale ed occidentale veniva distinto in tre stadi (Stufen), M. Rostovzev assumeva in effetti una posizione autonoma, non in tutto coincidente con quella di Meyer, e sottolineava fosse suo intendimento “mostrare quanto fosse sterile, in generale, ricondurre tutta la vita antica ad un unico schema: quanto questa vita fosse complessa e varia, quanti elementi vi fossero in essa che non possono spiegarsi se non in base ad analogie con l’età contemporanea”. Nel medesimo anno Ettore Ciccotti pubblicava “Il tramonto della schiavitù nel mondo antico”, in cui partendo da un generale accoglimento delle posizioni del materialismo storico, e sottolineando l’insufficiente sviluppo delle forze produttive nel mondo antico, negava qualsiasi influenza del cristianesimo sul “tramonto” della schiavitù nella tarda antichità. Scopo del presente lavoro è un’indagine sul percorso intellettuale e sulla teoresi storica di Ciccotti nel fervido contesto intellettuale europeo della fine del 1800.
2019
978-84-1324-459-4
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