“A che serve il capitale?”. Con questa domanda, Francesco Denozza intitolava un noto contributo scientifico che nei primi anni duemila rispondeva alla tesi proposta da Luca Enriques e J. Robert Macey sulla rimozione del valore legale del capitale e, invero, rinverdiva il radicato dibattito sulla funzione di uno dei pilastri della struttura finanziaria delle società azionarie . In base alle latitudini giuridiche e agli orientamenti di pensiero, il capitale sociale assume connotazioni normative e funzioni pratiche differenti, che lo portano a essere talora vero e proprio baluardo degli interessi dei creditori sociali, altre volte un mezzo di misurazione dei diritti dei soci o di innesco di obblighi gestionali, altre ancora un requisito per l’accesso ad attività riservate ; senza contare poi l’apporto offerto dalle scienze economiche, che ne riducono drasticamente la rilevanza per finalità di politica legislativa e ne valorizzano soprattutto il ruolo di risolutore del conflitto tra soci e creditori nella fruizione e ripartizione delle risorse sociali . I soci, infatti, tendono a massimizzare per sé l’utilità proveniente dagli assets aziendali propendendo per la produzione di dividendi; al contrario, l’approccio dei creditori è normalmente quello di evitare che le risorse aziendali vengano utilizzate per finalità di divisione tra i soci, inducendo ove possibile la società a trattenerle quale presidio della propria garanzia patrimoniale. La mia ipotesi di lavoro è quella di spostare, sul piano del rischio, il venir meno del capitale e, sul piano dell'indennizzo, il recupero di risorse a favore della società; in sostanza, studiando meccanismi di "assicurazione" del netto patrimoniale, che generino un nuovo mercato e facciano da presidio alla erosione del capitale.
L’eclissi del capitale sociale ai tempi del Covid-19
DARIO LATELLA
2020-01-01
Abstract
“A che serve il capitale?”. Con questa domanda, Francesco Denozza intitolava un noto contributo scientifico che nei primi anni duemila rispondeva alla tesi proposta da Luca Enriques e J. Robert Macey sulla rimozione del valore legale del capitale e, invero, rinverdiva il radicato dibattito sulla funzione di uno dei pilastri della struttura finanziaria delle società azionarie . In base alle latitudini giuridiche e agli orientamenti di pensiero, il capitale sociale assume connotazioni normative e funzioni pratiche differenti, che lo portano a essere talora vero e proprio baluardo degli interessi dei creditori sociali, altre volte un mezzo di misurazione dei diritti dei soci o di innesco di obblighi gestionali, altre ancora un requisito per l’accesso ad attività riservate ; senza contare poi l’apporto offerto dalle scienze economiche, che ne riducono drasticamente la rilevanza per finalità di politica legislativa e ne valorizzano soprattutto il ruolo di risolutore del conflitto tra soci e creditori nella fruizione e ripartizione delle risorse sociali . I soci, infatti, tendono a massimizzare per sé l’utilità proveniente dagli assets aziendali propendendo per la produzione di dividendi; al contrario, l’approccio dei creditori è normalmente quello di evitare che le risorse aziendali vengano utilizzate per finalità di divisione tra i soci, inducendo ove possibile la società a trattenerle quale presidio della propria garanzia patrimoniale. La mia ipotesi di lavoro è quella di spostare, sul piano del rischio, il venir meno del capitale e, sul piano dell'indennizzo, il recupero di risorse a favore della società; in sostanza, studiando meccanismi di "assicurazione" del netto patrimoniale, che generino un nuovo mercato e facciano da presidio alla erosione del capitale.Pubblicazioni consigliate
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