Qesto lavoro mira a mettere a fuoco i capisaldi metodologici della storiografia filosofica jaspersiana, quale viene sviluppata nell’opera "I grandi filosofi", nella convinzione che rappresenti uno dei modelli teorici più interessanti della storiografia filosofica novecentesca. Gli elementi qualificanti il quadro delineato da Jaspers discendono dalla definizione dei concetti cardine della sua filosofia, quali la polarità tra esistenza e ragione, il superamento dell’alternativa tra dogmatismo e scetticismo nella definizione della verità, il radicamento esistenziale di ogni sintesi filosofica. Questo lavoro discute i connotati più schiettamente storiografici che derivano da queste premesse, e in primo luogo l’atteggiamento del filosofo nei confronti della storia della filosofia tradizionalmente intesa, in entrambe le sue versioni, filologica e speculativa. Jaspers rifiuta nettamente una visione della storia della filosofia quale sapere realistico basato sulla ricostruzione di nessi e connessioni oggettive. Né il filosofo accetta una visione speculativa della storia della filosofia di stampo hegeliano, perché convinto che nessuno possa dominare la storia “dall’alto”, delineandone il processo. La chiave metodologica dell’approccio jaspersiano alla storia della filosofia risulta dunque centrato su una “soggettività” che non deve intendersi quale mera relatività, ma piuttosto come l’unica possibilità di comprensione autentica dei filosofi del passato alla luce dell’interesse teorico dell’interprete, necessariamente coinvolto a livello esistenziale nella ricerca. In questo quadro si analizza in particolare il nesso che si viene a costituire tra la personalità e la storia, secondo una duplice declinazione: oggettiva, vale a dire riguardante il rapporto tra le personalità dei “grandi” filosofi e il loro tempo, nel quale si collocano e oltre il quale si proiettano; soggettiva, legata alla relazione che la soggettività dell’interprete instaura con i filosofi del passato, attraendoli nel proprio contesto esistenziale e problematico.

Personalità e storia nella storiografia filosofica di Karl Jaspers

R. Faraone
2016-01-01

Abstract

Qesto lavoro mira a mettere a fuoco i capisaldi metodologici della storiografia filosofica jaspersiana, quale viene sviluppata nell’opera "I grandi filosofi", nella convinzione che rappresenti uno dei modelli teorici più interessanti della storiografia filosofica novecentesca. Gli elementi qualificanti il quadro delineato da Jaspers discendono dalla definizione dei concetti cardine della sua filosofia, quali la polarità tra esistenza e ragione, il superamento dell’alternativa tra dogmatismo e scetticismo nella definizione della verità, il radicamento esistenziale di ogni sintesi filosofica. Questo lavoro discute i connotati più schiettamente storiografici che derivano da queste premesse, e in primo luogo l’atteggiamento del filosofo nei confronti della storia della filosofia tradizionalmente intesa, in entrambe le sue versioni, filologica e speculativa. Jaspers rifiuta nettamente una visione della storia della filosofia quale sapere realistico basato sulla ricostruzione di nessi e connessioni oggettive. Né il filosofo accetta una visione speculativa della storia della filosofia di stampo hegeliano, perché convinto che nessuno possa dominare la storia “dall’alto”, delineandone il processo. La chiave metodologica dell’approccio jaspersiano alla storia della filosofia risulta dunque centrato su una “soggettività” che non deve intendersi quale mera relatività, ma piuttosto come l’unica possibilità di comprensione autentica dei filosofi del passato alla luce dell’interesse teorico dell’interprete, necessariamente coinvolto a livello esistenziale nella ricerca. In questo quadro si analizza in particolare il nesso che si viene a costituire tra la personalità e la storia, secondo una duplice declinazione: oggettiva, vale a dire riguardante il rapporto tra le personalità dei “grandi” filosofi e il loro tempo, nel quale si collocano e oltre il quale si proiettano; soggettiva, legata alla relazione che la soggettività dell’interprete instaura con i filosofi del passato, attraendoli nel proprio contesto esistenziale e problematico.
2016
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