Il lavoro ha ad oggetto lo studio delle dinamiche del rapporto fiduciario sia tra Governo e Parlamento, sia, in ambito regionale, tra Consiglio e Presidente della Regione. Lo studio prende le mosse dall’esame delle caratteristiche delle disposizioni costituzionali in tema di rapporto di fiducia. In particolare, ci si sofferma sulle conseguenze, sul piano dell’interpretazione, della particolare stringatezza o pervasività delle disposizioni costituzionali in materia. L’esame del dato costituzionale permette di individuare gli strumenti necessari per poter affrontare la disamina della giurisprudenza della Corte costituzionale. Al riguardo, si rileva la capacità del giudice delle leggi di riservarsi uno spazio, anche particolarmente ampio, nel sindacato sulle norme in tema di rapporto di fiducia. Ci si sofferma poi sul rapporto di mutua alimentazione esistente tra fonti di rango costituzionale e fonti subordinate nella regolamentazione della dinamica fiduciaria. Siffatto rapporto, che pure è già particolarmente significativo con riguardo ad altri ambiti di ricerca, lo è ancor di più nella specifica materia qui presa in esame. Oggetto di specifica analisi è l’individuazione dei soggetti fra cui deve intercorrere la relazione fiduciaria e sulle loro caratteristiche. Al riguardo, è affrontata la tematica connessa agli effetti della relazione fiduciaria ed alle conseguenze del suo venir meno. In generale, la ricerca condotta sulla giurisprudenza della Corte costituzionale consente di trarre alcune significative conclusioni. In particolare, pare confermata la lettura di quanti, già qualche decennio fa, scorgevano nelle pronunzie della Corte costituzionale il tentativo di quest’ultima di assumere un atteggiamento di equidistanza tra gli attori del gioco politico ma anche di distacco rispetto alla politica. Il giudice delle leggi cerca cioè di dare l’immagine di un organo imparziale non solo rispetto agli organi in conflitto ma anche tra la stessa garanzia dell’autonomia della politica e gli altri valori costituzionali, parimenti meritevoli di tutela. Pure nelle decisioni in cui più forte è l’incidenza sui concreti meccanismi connessi al vincolo fiduciario, la Consulta si preoccupa quasi sempre di sottolineare i limiti del suo sindacato.
Corte costituzionale e dinamiche del rapporto di fiducia
D'AMICO, Giacomo
2006-01-01
Abstract
Il lavoro ha ad oggetto lo studio delle dinamiche del rapporto fiduciario sia tra Governo e Parlamento, sia, in ambito regionale, tra Consiglio e Presidente della Regione. Lo studio prende le mosse dall’esame delle caratteristiche delle disposizioni costituzionali in tema di rapporto di fiducia. In particolare, ci si sofferma sulle conseguenze, sul piano dell’interpretazione, della particolare stringatezza o pervasività delle disposizioni costituzionali in materia. L’esame del dato costituzionale permette di individuare gli strumenti necessari per poter affrontare la disamina della giurisprudenza della Corte costituzionale. Al riguardo, si rileva la capacità del giudice delle leggi di riservarsi uno spazio, anche particolarmente ampio, nel sindacato sulle norme in tema di rapporto di fiducia. Ci si sofferma poi sul rapporto di mutua alimentazione esistente tra fonti di rango costituzionale e fonti subordinate nella regolamentazione della dinamica fiduciaria. Siffatto rapporto, che pure è già particolarmente significativo con riguardo ad altri ambiti di ricerca, lo è ancor di più nella specifica materia qui presa in esame. Oggetto di specifica analisi è l’individuazione dei soggetti fra cui deve intercorrere la relazione fiduciaria e sulle loro caratteristiche. Al riguardo, è affrontata la tematica connessa agli effetti della relazione fiduciaria ed alle conseguenze del suo venir meno. In generale, la ricerca condotta sulla giurisprudenza della Corte costituzionale consente di trarre alcune significative conclusioni. In particolare, pare confermata la lettura di quanti, già qualche decennio fa, scorgevano nelle pronunzie della Corte costituzionale il tentativo di quest’ultima di assumere un atteggiamento di equidistanza tra gli attori del gioco politico ma anche di distacco rispetto alla politica. Il giudice delle leggi cerca cioè di dare l’immagine di un organo imparziale non solo rispetto agli organi in conflitto ma anche tra la stessa garanzia dell’autonomia della politica e gli altri valori costituzionali, parimenti meritevoli di tutela. Pure nelle decisioni in cui più forte è l’incidenza sui concreti meccanismi connessi al vincolo fiduciario, la Consulta si preoccupa quasi sempre di sottolineare i limiti del suo sindacato.Pubblicazioni consigliate
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