Oggetto del saggio è il segreto, ovvero quella che Kant definisce l'"imperscrutabiltà delle origini del potere politico”. Esso è considerato come un perfetto esempio di sintesi tra logica e mitologica politica in quanto soddisfa contemporaneamente l’esigenza razionale di evitare la regressio ad infinitum e l’esigenza reale di raccontarsi. In virtù della cornice di suggestione, che sempre si crea attorno al segreto, l’esigenza narrativa può dispiegarsi senza rischio, giacché qualunque essa sia, l’origine non è più ripresentabile ma solo rappresentabile. La domanda sottesa al presente saggio è la seguente: può darsi una pensabilità del politico nei termini della logica politica in presenza di un segreto che avvolge il momento fondativo e lo rende iimperscrutabile? O bisogna interpretare il riferimento kantiano al segreto delle origini come un implicito ricorso alla mitologica del potere politico. La scelta ermeneutica privilegia la seconda ipotesi, utilizzando l’analisi mitico-simbolica del racconto freudiano delle origini della civiltà umana, costruito sull'ipotesi dell'orda primitiva, dominata da un padre prepotente e geloso che tiene per sé tutte le femmine e scaccia i figli maschi a mano a mano che crescono. Colto nella sua essenzialità e sfrondato dalla forte connotazione emotiva legata al parricidio, questo racconto fornisce utili indicazioni teoriche circa il tipo di relazione esistente tra i due paradigmi classici della politicità: quello verticale, che rileva la contrapposizione padre-figlio, e quello orizzontale che comprende la lotta tra fratelli.

LA MORTE DEL PATRIARCA

MAZZU', Domenica
2006-01-01

Abstract

Oggetto del saggio è il segreto, ovvero quella che Kant definisce l'"imperscrutabiltà delle origini del potere politico”. Esso è considerato come un perfetto esempio di sintesi tra logica e mitologica politica in quanto soddisfa contemporaneamente l’esigenza razionale di evitare la regressio ad infinitum e l’esigenza reale di raccontarsi. In virtù della cornice di suggestione, che sempre si crea attorno al segreto, l’esigenza narrativa può dispiegarsi senza rischio, giacché qualunque essa sia, l’origine non è più ripresentabile ma solo rappresentabile. La domanda sottesa al presente saggio è la seguente: può darsi una pensabilità del politico nei termini della logica politica in presenza di un segreto che avvolge il momento fondativo e lo rende iimperscrutabile? O bisogna interpretare il riferimento kantiano al segreto delle origini come un implicito ricorso alla mitologica del potere politico. La scelta ermeneutica privilegia la seconda ipotesi, utilizzando l’analisi mitico-simbolica del racconto freudiano delle origini della civiltà umana, costruito sull'ipotesi dell'orda primitiva, dominata da un padre prepotente e geloso che tiene per sé tutte le femmine e scaccia i figli maschi a mano a mano che crescono. Colto nella sua essenzialità e sfrondato dalla forte connotazione emotiva legata al parricidio, questo racconto fornisce utili indicazioni teoriche circa il tipo di relazione esistente tra i due paradigmi classici della politicità: quello verticale, che rileva la contrapposizione padre-figlio, e quello orizzontale che comprende la lotta tra fratelli.
2006
8834865332
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