Il saggio, inserito in un volume collettaneo su “la Ridefinizione della forma di governo attraverso la giurisprudenza costituzionale”, parte di un’ampia collana curata dalla Associazione Italiana dei Costituzionalisti in occasione del 50° anniversario di attività della Corte costituzionale, studia il ruolo svolto dalla giurisprudenza costituzionale nell’evoluzione del sistema di giustizia amministrativa costituzionale operante in Italia. Preliminarmente viene inquadrato il tema di ricerca nella funzione indefettibile che la giustizia amministrativa svolge per la compiuta configurazione di un modello costituzionale liberal-democratico, nonché, in termini generali, si evidenzia il dialogo fruttuoso che, sin dall’avvio dell’esperienza giurisdizionale amministrativa, è intercorso tra la dottrina e la giurisprudenza e poi, tra queste e quella costituzionale, in grado di fornire il quadro di valori generali entro cui inscrivere le evoluzioni registrate. Lo studio, quindi, suddivide la giurisprudenza costituzionale sulla materia in due grandi cesure, anteriori e successive all’istituzione, ed all’avvio dell’esperienza giurisprudenziale, dei TT.AA.RR. Negli anni ’60, infatti, la giurisprudenza costituzionale ha gettato le premesse per la nascita dei tribunali amministrativi regionali, previsti nel testo costituzionale ma non realizzati dal legislatore. È il periodo delle prime pronunce con le quali la Corte costituzionale, acquisendo sempre più consapevolezza dell’importanza della materia de qua e della incompatibilità tra gli organi di giustizia amministrativa esistenti e il disegno costituzionale, procede a dichiarare l’incostituzionalità di vari istituti ed organi, costringendo, così, il legislatore a intervenire incisivamente con la L. n. 1034 del 1971. La seconda fase vede la Corte, più che occupata a giudicare del generale impianto della legge istitutiva dei Tribunale amministrativi regionali, ad esaminare singoli istituti processuali, rafforzando, nel complesso, i poteri di cui era dotato il giudice amministrativo, attribuendo, così maggiore effettività ai poteri cautelari ed esecutivi del giudice, in coerenza con la più penetrante concezione dei principi costituzionali frattanto affinati e avvalendosi della sempre più ricca tipologia di pronunce normative di cui la Corte si era già da tempo dotata. Dopo aver esaminato la giurisprudenza costituzionale che si è occupata della struttura e delle garanzie di indipendenza del Consiglio di Stato e del Consiglio di Giustizia amministrativa per la regione siciliana, invero non sempre con risultati soddisfacenti, la parte conclusiva del saggio analizza le ricadute che la giurisprudenza costituzionale in materia di giustizia amministrativa ha avuto nella configurazione della forma di governo e di stato vigenti. In particolare, la giurisprudenza costituzionale appare aver svolto un ruolo decisivo per assicurare a quella amministrativa piena dignità di giurisdizione in grado di intervenire per garantire, nella concretezza dei rapporti sociali, effettività e rapidità di tutela delle situazioni giuridiche soggettive rimaste lese in occasione di contatti con l’amministrazione pubblica, ossia di momenti essenziali nell’esercizio delle libertà, individuali e collettive. Per questa ragione emerge conclusivamente la necessità di configurare un modello di giudice amministrativo dotato delle medesime garanzie di indipendenza di quello ordinario, sulla base dei principi enucleabili dalla giurisprudenza costituzionale che ha costituito sempre un riferimento ed uno stimolo per il legislatore e la stessa giurisprudenza.

Giustizia amministrativa, giurisprudenza costituzionale e forma di governo: nascita, mutazione e consolidamento di una giurisdizione della libertà.

SAITTA, Antonio
2006-01-01

Abstract

Il saggio, inserito in un volume collettaneo su “la Ridefinizione della forma di governo attraverso la giurisprudenza costituzionale”, parte di un’ampia collana curata dalla Associazione Italiana dei Costituzionalisti in occasione del 50° anniversario di attività della Corte costituzionale, studia il ruolo svolto dalla giurisprudenza costituzionale nell’evoluzione del sistema di giustizia amministrativa costituzionale operante in Italia. Preliminarmente viene inquadrato il tema di ricerca nella funzione indefettibile che la giustizia amministrativa svolge per la compiuta configurazione di un modello costituzionale liberal-democratico, nonché, in termini generali, si evidenzia il dialogo fruttuoso che, sin dall’avvio dell’esperienza giurisdizionale amministrativa, è intercorso tra la dottrina e la giurisprudenza e poi, tra queste e quella costituzionale, in grado di fornire il quadro di valori generali entro cui inscrivere le evoluzioni registrate. Lo studio, quindi, suddivide la giurisprudenza costituzionale sulla materia in due grandi cesure, anteriori e successive all’istituzione, ed all’avvio dell’esperienza giurisprudenziale, dei TT.AA.RR. Negli anni ’60, infatti, la giurisprudenza costituzionale ha gettato le premesse per la nascita dei tribunali amministrativi regionali, previsti nel testo costituzionale ma non realizzati dal legislatore. È il periodo delle prime pronunce con le quali la Corte costituzionale, acquisendo sempre più consapevolezza dell’importanza della materia de qua e della incompatibilità tra gli organi di giustizia amministrativa esistenti e il disegno costituzionale, procede a dichiarare l’incostituzionalità di vari istituti ed organi, costringendo, così, il legislatore a intervenire incisivamente con la L. n. 1034 del 1971. La seconda fase vede la Corte, più che occupata a giudicare del generale impianto della legge istitutiva dei Tribunale amministrativi regionali, ad esaminare singoli istituti processuali, rafforzando, nel complesso, i poteri di cui era dotato il giudice amministrativo, attribuendo, così maggiore effettività ai poteri cautelari ed esecutivi del giudice, in coerenza con la più penetrante concezione dei principi costituzionali frattanto affinati e avvalendosi della sempre più ricca tipologia di pronunce normative di cui la Corte si era già da tempo dotata. Dopo aver esaminato la giurisprudenza costituzionale che si è occupata della struttura e delle garanzie di indipendenza del Consiglio di Stato e del Consiglio di Giustizia amministrativa per la regione siciliana, invero non sempre con risultati soddisfacenti, la parte conclusiva del saggio analizza le ricadute che la giurisprudenza costituzionale in materia di giustizia amministrativa ha avuto nella configurazione della forma di governo e di stato vigenti. In particolare, la giurisprudenza costituzionale appare aver svolto un ruolo decisivo per assicurare a quella amministrativa piena dignità di giurisdizione in grado di intervenire per garantire, nella concretezza dei rapporti sociali, effettività e rapidità di tutela delle situazioni giuridiche soggettive rimaste lese in occasione di contatti con l’amministrazione pubblica, ossia di momenti essenziali nell’esercizio delle libertà, individuali e collettive. Per questa ragione emerge conclusivamente la necessità di configurare un modello di giudice amministrativo dotato delle medesime garanzie di indipendenza di quello ordinario, sulla base dei principi enucleabili dalla giurisprudenza costituzionale che ha costituito sempre un riferimento ed uno stimolo per il legislatore e la stessa giurisprudenza.
2006
9788849512540
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