Se è vero che non c’è località in Sicilia che non possieda resti del passato o non restituisca oggetti di scavo o che non rappresenti dal punto di vista paesistico un motivo di interesse, la permanente azione di tutela dovrebbe avere un campo di azione così grande da doverla considerare, da sola, pressoché impossibile. Equivarrebbe a programmare impegni sproporzionati alle possibilità di mantenerli. Inoltre un forte limite alla preservazione e al godimento di certi beni culturali dipende anche dal fatto che essi non sono abbastanza valorizzati e molti altri sono mal noti, perfino a una parte degli studiosi. C’è dunque di fronte a noi un problema di tutela, che è salvaguardia dalla distruzione e dal deperimento, cioè di mantenimento delle opere d’arte, ma c’è pure un problema di valorizzazione, che attiene al miglior godimento e al “rendimento” culturale delle opere stesse. L’identificazione dei monumenti, in relazione al loro valore storico-artistico e ambientale, non è, di norma, immediata e dunque va affidata di regola agli esperti, tanto più che la nozione di patrimonio artistico rimane molto elastica e mutabile nel tempo. Se l’approfondita ricognizione critica e l’accertamento della consistenza del monumento dovessero restare nell’ambito di pochi competenti, senza riuscire a procurarsi l’interesse dei cittadini o almeno la partecipazione della loro aliquota più sensibile, l’azione di tutela resterebbe privata di uno stimolo essenziale per la salvaguardia dell’opera e di una giustificazione certa per gli interventi cautelativi e di valorizzazione.
L'inefficace tutela dei monumenti
BASILE, Fabio
2006-01-01
Abstract
Se è vero che non c’è località in Sicilia che non possieda resti del passato o non restituisca oggetti di scavo o che non rappresenti dal punto di vista paesistico un motivo di interesse, la permanente azione di tutela dovrebbe avere un campo di azione così grande da doverla considerare, da sola, pressoché impossibile. Equivarrebbe a programmare impegni sproporzionati alle possibilità di mantenerli. Inoltre un forte limite alla preservazione e al godimento di certi beni culturali dipende anche dal fatto che essi non sono abbastanza valorizzati e molti altri sono mal noti, perfino a una parte degli studiosi. C’è dunque di fronte a noi un problema di tutela, che è salvaguardia dalla distruzione e dal deperimento, cioè di mantenimento delle opere d’arte, ma c’è pure un problema di valorizzazione, che attiene al miglior godimento e al “rendimento” culturale delle opere stesse. L’identificazione dei monumenti, in relazione al loro valore storico-artistico e ambientale, non è, di norma, immediata e dunque va affidata di regola agli esperti, tanto più che la nozione di patrimonio artistico rimane molto elastica e mutabile nel tempo. Se l’approfondita ricognizione critica e l’accertamento della consistenza del monumento dovessero restare nell’ambito di pochi competenti, senza riuscire a procurarsi l’interesse dei cittadini o almeno la partecipazione della loro aliquota più sensibile, l’azione di tutela resterebbe privata di uno stimolo essenziale per la salvaguardia dell’opera e di una giustificazione certa per gli interventi cautelativi e di valorizzazione.Pubblicazioni consigliate
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