Questo lunghissimo saggio introduce e analizza, nella molteplicità dei suoi aspetti storico-antropologici, “La mia vita di cantastorie”, il quaderno autobiografico che l’importante poeta-cantastorie siciliano Vito Santangelo scrive dal 1978 fino al 2002. Il saggio è anche testimonianza dell’incontro tra Vito Santangelo e Mauro Geraci, antropologo che da decenni segue con partecipazione scientifica l’operare (spettacolare, letterario, po-etico) dei cantastorie siciliani. L’originale motivo antropologico del lavoro è dato dal fatto che, col suo scritto, Santangelo si confronti non con l’abituale “piazza” affollata di persone a cui espone le “storie degli altri”, i fatti di cronaca, in forma cantata, bensì con la postazione silenziosa e autoriflessiva di “casa” sua. La “casa”, non la “piazza”, è qui la riflessione narrativa eletta da cui avviare una ricostruzione del sé, una capillare riflessione critica sulla propria vita di cantastorie. La guerra, la fame, il lavoro bracciantile, i conflitti familiari, i canzonettisti ambulanti, l’incontro col maestro Paolo Garofalo, i sacrifici, il debutto, il pubblico mutevole delle piazze, fino ai successi discografici, ai premi, all’incontro col poeta Ignazio Buttitta, costituiscono solo alcuni dei temi che Santangelo narra a se stesso, a Geraci, ai futuri lettori del suo “libro”. Nel complesso, una particolare opportunità per ripensare storicamente la delicatissima, ineludibile soglia tra autobiografia e antropologia. Il saggio, in questo senso, affronta i molteplici aspetti antropologici dischiusi dal testo di Santangelo: dalla questione linguistica a quella scrittoria e compositiva; dall’analisi dei punti di vista ai repertori retorici e simbolici presenti nel testo; dalle reti sociali in cui Santangelo si muove agli ambiti spettacolari e politici da lui discussi, dal sistema di rappresentazioni alle funzionalità connesse al progetto autonarrativo e di costruzione del sé. Quale costruzione documentaria l’autobiografia di Santangelo veicola contenuti: eventi storici, rapporti sociali, modelli conoscitivi da mettere in relazione alla disposizione creatrice del cantastorie, per quel che attiene la selettività della memoria, il panorama degli stereotipi che entrano nel particolare gioco narrativo, le competenze linguistiche, retoriche, simboliche. Il valore illocutorio del linguaggio impiegato riflette e, a sua volta, foggia situazioni pragmatiche, per le relazioni abitualmente esistenti tra uso linguistico, costruzione e organizzazione del sociale. Nel linguaggio autobiografico Santangelo, in altri termini, ri-flette le persone e i ruoli con cui ha avuto a che fare, gli spazi, i tempi, le condizioni (certezze, dubbi, limitazioni di responsabilità), gli stati d’animo (imperativi, interrogativi, perentori, dubbiosi, sofferti), i discorsi riportati (diretti e indiretti), i termini performativi che finiscono per aprire il testo alle edificazioni di ogni lettore e a una critica assunzione e rivisitazione della “cultura popolare siciliana”.

Vito Santangelo, cantastorie del sé

GERACI, Mauro
2006-01-01

Abstract

Questo lunghissimo saggio introduce e analizza, nella molteplicità dei suoi aspetti storico-antropologici, “La mia vita di cantastorie”, il quaderno autobiografico che l’importante poeta-cantastorie siciliano Vito Santangelo scrive dal 1978 fino al 2002. Il saggio è anche testimonianza dell’incontro tra Vito Santangelo e Mauro Geraci, antropologo che da decenni segue con partecipazione scientifica l’operare (spettacolare, letterario, po-etico) dei cantastorie siciliani. L’originale motivo antropologico del lavoro è dato dal fatto che, col suo scritto, Santangelo si confronti non con l’abituale “piazza” affollata di persone a cui espone le “storie degli altri”, i fatti di cronaca, in forma cantata, bensì con la postazione silenziosa e autoriflessiva di “casa” sua. La “casa”, non la “piazza”, è qui la riflessione narrativa eletta da cui avviare una ricostruzione del sé, una capillare riflessione critica sulla propria vita di cantastorie. La guerra, la fame, il lavoro bracciantile, i conflitti familiari, i canzonettisti ambulanti, l’incontro col maestro Paolo Garofalo, i sacrifici, il debutto, il pubblico mutevole delle piazze, fino ai successi discografici, ai premi, all’incontro col poeta Ignazio Buttitta, costituiscono solo alcuni dei temi che Santangelo narra a se stesso, a Geraci, ai futuri lettori del suo “libro”. Nel complesso, una particolare opportunità per ripensare storicamente la delicatissima, ineludibile soglia tra autobiografia e antropologia. Il saggio, in questo senso, affronta i molteplici aspetti antropologici dischiusi dal testo di Santangelo: dalla questione linguistica a quella scrittoria e compositiva; dall’analisi dei punti di vista ai repertori retorici e simbolici presenti nel testo; dalle reti sociali in cui Santangelo si muove agli ambiti spettacolari e politici da lui discussi, dal sistema di rappresentazioni alle funzionalità connesse al progetto autonarrativo e di costruzione del sé. Quale costruzione documentaria l’autobiografia di Santangelo veicola contenuti: eventi storici, rapporti sociali, modelli conoscitivi da mettere in relazione alla disposizione creatrice del cantastorie, per quel che attiene la selettività della memoria, il panorama degli stereotipi che entrano nel particolare gioco narrativo, le competenze linguistiche, retoriche, simboliche. Il valore illocutorio del linguaggio impiegato riflette e, a sua volta, foggia situazioni pragmatiche, per le relazioni abitualmente esistenti tra uso linguistico, costruzione e organizzazione del sociale. Nel linguaggio autobiografico Santangelo, in altri termini, ri-flette le persone e i ruoli con cui ha avuto a che fare, gli spazi, i tempi, le condizioni (certezze, dubbi, limitazioni di responsabilità), gli stati d’animo (imperativi, interrogativi, perentori, dubbiosi, sofferti), i discorsi riportati (diretti e indiretti), i termini performativi che finiscono per aprire il testo alle edificazioni di ogni lettore e a una critica assunzione e rivisitazione della “cultura popolare siciliana”.
2006
9788873857037
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