Nell’ambito del tema tradizionale delle invalidità negoziali, il contributo sul rimedio della nullità parziale si inserisce in uno scenario di rinnovato interesse della dottrina alla luce delle più recenti e significative evoluzioni del sistema giuridico. Il percorso argomentativo tracciato dall’autore colloca l’analisi del rimedio nella nuova prospettiva della legislazione comunitaria, delineando, tra continuo e discontinuo, l’odierno volto della nullità parziale. Non è tuttavia nella traiettoria della pluralizzazione delle nullità, come prospettato da una parte autorevole della dottrina, che va colta la fisionomia del fenomeno. Alla tesi secondo cui le nullità di origine comunitaria c.dd. di protezione sancirebbero il definitivo passaggio “dalla nullità alle nullità”, l’Autore oppone una ricostruzione essenzialmente unitaria della categoria. Nel mutamento del sistema e nella complessità delle fonti si colgono non già vicende idonee a scalfire l’unità dell’istituto, bensì segni dell’elasticità del rimedio, ovvero specifici e puntuali adattamenti ad esigenze più marcatamente protettive di tipi di interesse o classi di soggetti definiti deboli. Le considerazioni svolte evidenziano che le nullità di derivazione comunitaria rimangono pur sempre basate sulla violazione di norme di ordine pubblico, secondo un meccanismo ben conosciuto dal nostro ordinamento. Trattasi, tuttavia, di un ordine pubblico arricchito di nuovi contenuti in ragione dell’evoluzione sociale e di mercato. La nullità in esame non si propone, pertanto, quale rimedio dalla fisionomia antitetica a quella codicistica, bensì, in conformità all’esperienza del codice civile, pare modellarsi in funzione della realtà contrattuale attraversata da situazioni di squilibrio e asimmetria che caratterizzano le parti del contratto. Alle disposizioni del ‘42, tradizionalmente inquadrate in un sistema fondato sull’uguaglianza sostanziale, si affiancano, ora, principi e regole rivolte alla garanzia di un equilibrio sostanziale che impone correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali, anche a presidio della conservazione dell’operazione economica. In assenza di una frattura con la logica codicistica, le conclusioni cui perviene il contributo affermano chiaramente che la nullità è e resta categoria unitaria; nel quadro dei principi di relatività e storicità, essa, invero, si evolve e si rinnova adattandosi alle mutevoli esigenze della realtà complessa.

Il rimedio della nullità parziale:le evoluzioni del sistema

TOMMASINI, Raffaele
2007-01-01

Abstract

Nell’ambito del tema tradizionale delle invalidità negoziali, il contributo sul rimedio della nullità parziale si inserisce in uno scenario di rinnovato interesse della dottrina alla luce delle più recenti e significative evoluzioni del sistema giuridico. Il percorso argomentativo tracciato dall’autore colloca l’analisi del rimedio nella nuova prospettiva della legislazione comunitaria, delineando, tra continuo e discontinuo, l’odierno volto della nullità parziale. Non è tuttavia nella traiettoria della pluralizzazione delle nullità, come prospettato da una parte autorevole della dottrina, che va colta la fisionomia del fenomeno. Alla tesi secondo cui le nullità di origine comunitaria c.dd. di protezione sancirebbero il definitivo passaggio “dalla nullità alle nullità”, l’Autore oppone una ricostruzione essenzialmente unitaria della categoria. Nel mutamento del sistema e nella complessità delle fonti si colgono non già vicende idonee a scalfire l’unità dell’istituto, bensì segni dell’elasticità del rimedio, ovvero specifici e puntuali adattamenti ad esigenze più marcatamente protettive di tipi di interesse o classi di soggetti definiti deboli. Le considerazioni svolte evidenziano che le nullità di derivazione comunitaria rimangono pur sempre basate sulla violazione di norme di ordine pubblico, secondo un meccanismo ben conosciuto dal nostro ordinamento. Trattasi, tuttavia, di un ordine pubblico arricchito di nuovi contenuti in ragione dell’evoluzione sociale e di mercato. La nullità in esame non si propone, pertanto, quale rimedio dalla fisionomia antitetica a quella codicistica, bensì, in conformità all’esperienza del codice civile, pare modellarsi in funzione della realtà contrattuale attraversata da situazioni di squilibrio e asimmetria che caratterizzano le parti del contratto. Alle disposizioni del ‘42, tradizionalmente inquadrate in un sistema fondato sull’uguaglianza sostanziale, si affiancano, ora, principi e regole rivolte alla garanzia di un equilibrio sostanziale che impone correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali, anche a presidio della conservazione dell’operazione economica. In assenza di una frattura con la logica codicistica, le conclusioni cui perviene il contributo affermano chiaramente che la nullità è e resta categoria unitaria; nel quadro dei principi di relatività e storicità, essa, invero, si evolve e si rinnova adattandosi alle mutevoli esigenze della realtà complessa.
2007
9788834874769
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