Palais costituisce uno dei più significativi esempi di trovatori impegnati nella produzione di una lirica di doppio livello, alto e basso, alternante registro aulico e cortese a modi e toni caricaturali e burleschi, mescolante canto e controcanto, trasformante con disinvoltura lo spirituale in materiale, l’ideale in sensibile. Finora la sua figura è rimasta avvolta in una cortina nebulosa che ne ha impedito una precisa situazione sociocronotopica; nel presente lavoro si è voluto affrontare il problema riguardante l’identità storica del trovatore e il teatro della sua attività e si è giunti a radunare elementi sufficienti per avanzare l’ipotesi di una sua origine italiana (Palais sarebbe un cognomen toponomasticum rinviante a Palatium, località della pianura padana tra l’Adda e il Serio) e di un’esistenza trascorsa parte in Provenza, parte nell’Italia del nord-ovest tra la fine del XII secolo e i primi decenni del ‘200, con finale stanziamento nella città di Cremona, prossima al villaggio natio. Dalle ricerche effettuate Palais emerge come uno dei più antichi e dotati trovatori italiani, effrattore dei codici positivi e dei valori cortesi tradizionali nella poesia d’oltralpe, attento agli aspetti formali delle sue testure, vigile e concentrato sulle virtualità espressive di una lingua che, quantunque altra rispetto a quella familiare e quotidiana, risulta padroneggiata e sfruttata con competenza, agilità, sicurezza, fantasia combinatoria.
(Andrian de) Palais, trovatore lombardo?
GUIDA, Saverio
2006-01-01
Abstract
Palais costituisce uno dei più significativi esempi di trovatori impegnati nella produzione di una lirica di doppio livello, alto e basso, alternante registro aulico e cortese a modi e toni caricaturali e burleschi, mescolante canto e controcanto, trasformante con disinvoltura lo spirituale in materiale, l’ideale in sensibile. Finora la sua figura è rimasta avvolta in una cortina nebulosa che ne ha impedito una precisa situazione sociocronotopica; nel presente lavoro si è voluto affrontare il problema riguardante l’identità storica del trovatore e il teatro della sua attività e si è giunti a radunare elementi sufficienti per avanzare l’ipotesi di una sua origine italiana (Palais sarebbe un cognomen toponomasticum rinviante a Palatium, località della pianura padana tra l’Adda e il Serio) e di un’esistenza trascorsa parte in Provenza, parte nell’Italia del nord-ovest tra la fine del XII secolo e i primi decenni del ‘200, con finale stanziamento nella città di Cremona, prossima al villaggio natio. Dalle ricerche effettuate Palais emerge come uno dei più antichi e dotati trovatori italiani, effrattore dei codici positivi e dei valori cortesi tradizionali nella poesia d’oltralpe, attento agli aspetti formali delle sue testure, vigile e concentrato sulle virtualità espressive di una lingua che, quantunque altra rispetto a quella familiare e quotidiana, risulta padroneggiata e sfruttata con competenza, agilità, sicurezza, fantasia combinatoria.Pubblicazioni consigliate
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