Si tratta di uno dei contributi offerti su invito dell'ADEC (Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche e canonistiche nelle Università italiane) alla pubblicazione di un volume della Collana "Cinquanta anni della Corte costituzionale della Repubblica italiana", dedicato al tema "Diritto ecclesiastico e Corte costituzionale". Il lavoro affidato a S. Domianello riguarda in particolare le pronunzie costituzionali relative alla trascrizione dei matrimoni concordatari e si segnala sin dai titoli dei paragrafi elencati nel sommario (1. L’«ecologia giuridica» praticata dalla Corte. - 2. La vista lunga, ma annebbiata del giudice costituzionale… - 3. …e la vista focalizzata, ma corta della Legge esecutiva dell’Accordo di Villa Madama. - 4. La giustizia ancora da rendere e i limiti degli sforzi interpretativi. - 5. Le chances di un riformismo «futurista»), ma soprattutto nei contenuti, per una spiccata originalità di impostazione, inusuale nella trattazione di temi classici come quello matrimoniale, affrontati tanto di frequente e da tante angolazioni disciplinari. Il contributo propone una rilettura interpretativa del tema trattato che provi a raccogliere l'invito di autorevoli studiosi americani ad individuare "la chiave della giustizia sociale ... in un ampliamento dello sguardo che potenzi l'immaginazione" all'atto di "ridefinire le regole del liberalismo". Partendo dalla duplice constatazione che che il diritto ecclesiastico attualmente riformato per via legislativa non ha raccolto il suggerimento di ampliare lo sguardo nella direzione pur sommariamente indicatagli dal giudice delle leggi e che il diritto ecclesiastico vigente non ha ancora potenziato l’immaginazione quanto occorrerebbe per consentirci di rappresentare oggi il matrimonio concordatario con l’effige di un singolare meticcio, frutto sano di un’esperienza (possibile e democraticamente avanzata) di cooperazione e coordinamento tra diversi, utile al progresso dell’intera collettività, il lavoro prova a stimolare l'attività parlamentare affinché essa non trascuri anche l’occasione di utilizzare il dibattito relativo alla riforma vieppiú urgente delle leggi nn. 847 e 1159 del 1929, per provvedere a chiarire - proprio attraverso un ampliamento dello sguardo capace di potenziare l’immaginazione - i numerosi dubbi che hanno già creato e potrebbero continuare a creare gravi problemi di interpretazione e di giustizia. Ed in vista del raggiungimento di tale obiettivo, il lavoro suggerisce e prova ad indagare «nuovamente», ponendosi cioè da angolazioni prospettiche nuove, sull’operato della Corte costituzionale italiana che ha investito il fattore religioso, in generale, e la disciplina dell’istituto del matrimonio concordatario, in particolare.

Giustizia costituzionale e trascrizione dei matrimoni concordatari

DOMIANELLO, Rosaria Maria
2006-01-01

Abstract

Si tratta di uno dei contributi offerti su invito dell'ADEC (Associazione dei docenti delle discipline ecclesiasticistiche e canonistiche nelle Università italiane) alla pubblicazione di un volume della Collana "Cinquanta anni della Corte costituzionale della Repubblica italiana", dedicato al tema "Diritto ecclesiastico e Corte costituzionale". Il lavoro affidato a S. Domianello riguarda in particolare le pronunzie costituzionali relative alla trascrizione dei matrimoni concordatari e si segnala sin dai titoli dei paragrafi elencati nel sommario (1. L’«ecologia giuridica» praticata dalla Corte. - 2. La vista lunga, ma annebbiata del giudice costituzionale… - 3. …e la vista focalizzata, ma corta della Legge esecutiva dell’Accordo di Villa Madama. - 4. La giustizia ancora da rendere e i limiti degli sforzi interpretativi. - 5. Le chances di un riformismo «futurista»), ma soprattutto nei contenuti, per una spiccata originalità di impostazione, inusuale nella trattazione di temi classici come quello matrimoniale, affrontati tanto di frequente e da tante angolazioni disciplinari. Il contributo propone una rilettura interpretativa del tema trattato che provi a raccogliere l'invito di autorevoli studiosi americani ad individuare "la chiave della giustizia sociale ... in un ampliamento dello sguardo che potenzi l'immaginazione" all'atto di "ridefinire le regole del liberalismo". Partendo dalla duplice constatazione che che il diritto ecclesiastico attualmente riformato per via legislativa non ha raccolto il suggerimento di ampliare lo sguardo nella direzione pur sommariamente indicatagli dal giudice delle leggi e che il diritto ecclesiastico vigente non ha ancora potenziato l’immaginazione quanto occorrerebbe per consentirci di rappresentare oggi il matrimonio concordatario con l’effige di un singolare meticcio, frutto sano di un’esperienza (possibile e democraticamente avanzata) di cooperazione e coordinamento tra diversi, utile al progresso dell’intera collettività, il lavoro prova a stimolare l'attività parlamentare affinché essa non trascuri anche l’occasione di utilizzare il dibattito relativo alla riforma vieppiú urgente delle leggi nn. 847 e 1159 del 1929, per provvedere a chiarire - proprio attraverso un ampliamento dello sguardo capace di potenziare l’immaginazione - i numerosi dubbi che hanno già creato e potrebbero continuare a creare gravi problemi di interpretazione e di giustizia. Ed in vista del raggiungimento di tale obiettivo, il lavoro suggerisce e prova ad indagare «nuovamente», ponendosi cioè da angolazioni prospettiche nuove, sull’operato della Corte costituzionale italiana che ha investito il fattore religioso, in generale, e la disciplina dell’istituto del matrimonio concordatario, in particolare.
2006
9788849513141
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