Nella esperienza giuridica italiana il contratto di acquisto di un diritto di godimento ripartito di beni immobili rappresenta “un contratto nuovo”: l’aggettivo non tende ad enfatizzare la novità dello schema - elaborato dalla prassi commerciale nella scelta e predisposizione di forme di godimento e di fruizione dei beni con destinazione turistico-ricreativa - ma si riferisce ad una figura non aderente, analogamente alle altre di matrice comunitaria, al paradigma contrattuale stigmatizzato nel codice civile. Se è da quest’ultimo infatti che essa ricava la disciplina della sua struttura , è alla normativa di settore (d. lgs. n. 427/1998 in attuazione della direttiva 94/47/CE concernente la tutela dell’acquirente per taluni aspetti dei contratti relativi all’acquisizione di un diritto di godimento a tempo parziale di beni immobili), e al sistema di derivazione comunitaria del quale questa è partecipe, che è necessario ricorrere per identificare il suo contenuto prescrittivo, cioè le prestazioni attese e dovute dalle parti. Alle stesse fonti normative occorre fare riferimento per ricostruire la misura e le modalità del controllo sull’autonomia negoziale, che operano non sulla fase di formazione del contratto come atto – aspetto sul quale nella prospettiva codicistica si è tradizionalmente incentrato il dibattito – ma sotto il profilo della natura e conformazione del regolamento che dal primo trae origine: è quest’ultimo aspetto - in particolare il problema dell’equilibrio come strumento di controllo della giustizia del contratto - il tema fondamentale da affrontare per misurarsi con le problematiche sollevate dall’intervento comunitario tendente alla “attivazione di un vero e proprio sistema di controlli e di rimedi in funzione essenzialmente conformativa della regola pattizia”.
Contenuto minimo, norme inderogabili e autonomia privata nella disciplina dei contratti relativi all'acquisizione di un diritto di godimento ripartito di beni immobili
PETRONE, Marina
2007-01-01
Abstract
Nella esperienza giuridica italiana il contratto di acquisto di un diritto di godimento ripartito di beni immobili rappresenta “un contratto nuovo”: l’aggettivo non tende ad enfatizzare la novità dello schema - elaborato dalla prassi commerciale nella scelta e predisposizione di forme di godimento e di fruizione dei beni con destinazione turistico-ricreativa - ma si riferisce ad una figura non aderente, analogamente alle altre di matrice comunitaria, al paradigma contrattuale stigmatizzato nel codice civile. Se è da quest’ultimo infatti che essa ricava la disciplina della sua struttura , è alla normativa di settore (d. lgs. n. 427/1998 in attuazione della direttiva 94/47/CE concernente la tutela dell’acquirente per taluni aspetti dei contratti relativi all’acquisizione di un diritto di godimento a tempo parziale di beni immobili), e al sistema di derivazione comunitaria del quale questa è partecipe, che è necessario ricorrere per identificare il suo contenuto prescrittivo, cioè le prestazioni attese e dovute dalle parti. Alle stesse fonti normative occorre fare riferimento per ricostruire la misura e le modalità del controllo sull’autonomia negoziale, che operano non sulla fase di formazione del contratto come atto – aspetto sul quale nella prospettiva codicistica si è tradizionalmente incentrato il dibattito – ma sotto il profilo della natura e conformazione del regolamento che dal primo trae origine: è quest’ultimo aspetto - in particolare il problema dell’equilibrio come strumento di controllo della giustizia del contratto - il tema fondamentale da affrontare per misurarsi con le problematiche sollevate dall’intervento comunitario tendente alla “attivazione di un vero e proprio sistema di controlli e di rimedi in funzione essenzialmente conformativa della regola pattizia”.Pubblicazioni consigliate
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