La produzione tipografica messinese dei secoli XVI e XVII rivela un orizzonte prevalentemente locale sia sul versante della committenza sia, per quanto in misura minore, su quello della fruizione. Si caratterizza per una marcata connotazione municipalista che si manifesta ora con opere esplicitamente afferenti a tale ambito (storie locali, apologie, dissertazioni giuridiche, libelli polemici), ora con pubblicazioni celebrative (ingressi trionfali di sovrani e viceré, nascite e funerali, feste religiose e vicende culturali) volte ad evidenziare le magnificenze della città e il ruolo dei suoi ceti dirigenti, spesso con volumi riconducibili alle più prestigiose istituzioni culturali (lo Studio generale e l'Accademia della Fucina), infine, ma forse soprattutto con le opere dedicate all'esaltazione della Patrona della Città, la Madonna della Lettera. Questa caratterizzazione non poteva non avere delle ricadute anche sul versante parate¬stuale e così, ad esempio, la prevalente fruizione locale del materiale impresso e il regime pres¬soché monopolistico delle officine messinesi, induce i tipografi ad un minore ricorso agli ele¬menti decorativi che vengono utilizzati quasi esclusivamente in quelle pubblicazioni destinate ad una circolazione più ampia e/ o ad una funzione più immediata di propaganda politica. Decisamente più interessanti risultano i componimenti in lode, in grande copia rintraccia¬bili soprattutto nelle edizioni del XVI secolo, e le lettere dedicatorie e gli avvisi al lettore che non mancano quasi mai nelle pubblicazioni secentesche. I componimenti in lode permettono, infatti, di tracciare un quadro molto vivace del micro¬cosmo intellettuale messinese del tempo, rappresentato da un ceto che indulgeva fino ai primi anni del '60o nel ricorso a moduli compositivi di un tardo umanesimo e si segnalava, poi, per una sempre più marcata e convinta adesione ai modelli barocchi. Le dediche rivelano con grande vivacità il quadro ampio e variegato della società messinese nei suoi molteplici rapporti con le autorità del Viceregno e della Corte spagnola ma anche nelle sue complesse e controverse stratificazioni interne. Permettono, inoltre, di verificare la circolazione in un'area culturalmente periferica di una vasta gamma di modelli compositivi e la netta prevalenza, all'interno di una prevalente prospettiva celebrativa ed encomiastica, di motivazioni squisitamente politiche.

Il paratesto nell'editoria messinese Cinque-seicentesca

LIPARI, Giuseppe
2005-01-01

Abstract

La produzione tipografica messinese dei secoli XVI e XVII rivela un orizzonte prevalentemente locale sia sul versante della committenza sia, per quanto in misura minore, su quello della fruizione. Si caratterizza per una marcata connotazione municipalista che si manifesta ora con opere esplicitamente afferenti a tale ambito (storie locali, apologie, dissertazioni giuridiche, libelli polemici), ora con pubblicazioni celebrative (ingressi trionfali di sovrani e viceré, nascite e funerali, feste religiose e vicende culturali) volte ad evidenziare le magnificenze della città e il ruolo dei suoi ceti dirigenti, spesso con volumi riconducibili alle più prestigiose istituzioni culturali (lo Studio generale e l'Accademia della Fucina), infine, ma forse soprattutto con le opere dedicate all'esaltazione della Patrona della Città, la Madonna della Lettera. Questa caratterizzazione non poteva non avere delle ricadute anche sul versante parate¬stuale e così, ad esempio, la prevalente fruizione locale del materiale impresso e il regime pres¬soché monopolistico delle officine messinesi, induce i tipografi ad un minore ricorso agli ele¬menti decorativi che vengono utilizzati quasi esclusivamente in quelle pubblicazioni destinate ad una circolazione più ampia e/ o ad una funzione più immediata di propaganda politica. Decisamente più interessanti risultano i componimenti in lode, in grande copia rintraccia¬bili soprattutto nelle edizioni del XVI secolo, e le lettere dedicatorie e gli avvisi al lettore che non mancano quasi mai nelle pubblicazioni secentesche. I componimenti in lode permettono, infatti, di tracciare un quadro molto vivace del micro¬cosmo intellettuale messinese del tempo, rappresentato da un ceto che indulgeva fino ai primi anni del '60o nel ricorso a moduli compositivi di un tardo umanesimo e si segnalava, poi, per una sempre più marcata e convinta adesione ai modelli barocchi. Le dediche rivelano con grande vivacità il quadro ampio e variegato della società messinese nei suoi molteplici rapporti con le autorità del Viceregno e della Corte spagnola ma anche nelle sue complesse e controverse stratificazioni interne. Permettono, inoltre, di verificare la circolazione in un'area culturalmente periferica di una vasta gamma di modelli compositivi e la netta prevalenza, all'interno di una prevalente prospettiva celebrativa ed encomiastica, di motivazioni squisitamente politiche.
2005
9788884761019
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