Mafia, Camorra, 'Ndrangheta:el imaginario colectivo y la evolucion historica

Questo saggio rappresenta la relazione introduttiva al Convegno “Mafia, ‘ndrangheta, camorra. En los entresijos del poder paralelo”, organizzato qualche anno fa dal’Università di Valladolid (Spagna), con la partecipazione del Gotha dell’antimafia italiano, dal giudice Giancarlo Caselli, a Tano Grasso, don Luigi Ciotti, Luigi Lombardi Satriani, Mario Centorrino, Claudio Fava e altri. Questa relazione (inserita come introduttiva) è stata pubblicata negli Atti del Convegno sia nell’edizione spagnola (a Valladolid) sia nell’edizione italiana. L’approccio al tema è a carattere interdisciplinare; se, infatti, si guarda – dal punto di vista antropologico - alla presenza della mafia nell’immaginario collettivo, inserendola però in una ricostruzione storica, ci si rende conto che così si possono chiarire molti aspetti, anche sui momenti genetici della “trimurti” mafiosa: mafia, camorra ‘ndrangheta. La mafia ha, infatti, sempre cercato a dare una visione “mitica” di se stessa, dilatandola indefinitamente nel tempo. In questa trappola sono caduti anche molti storici, che non hanno saputo collocare a nascita della mafia in un tempo storicamente determinato. A tutto ciò ha contribuito parecchio anche la letteratura, con il modello del “bandito buono”, dal Robin Hood a Monipodio di Cervantes, al Pasquale Bruno di Dumas. Su quest’ultimo si sofferma in modo particolare questo saggio, perché il “Pasquale Bruno” è stato molto letto e diffuso nella cultura popolare border line nella Sicilia tra Otto e Novecento. Con altri documenti viene, così, dato un contributo per individuare concretamente il momento genetico della mafia; indicando anche i pericoli ricorrenti nei “modelli” attuali proposti da cinema (“Il padrino”) e televisione.