Il nostro tempo, che molti pensatori caratterizzano come “società dell’incertezza” (Bauman) e del “rischio” (Beck), dove tutto è ridotto a mercato (Latouche), segna il passaggio da un sistema relativamente stabile e segmentato ad un sistema continuo, fluido e in trasformazione permanente. I processi in atto sembrano toccare tutti gli aspetti dell’esistenza umana e del suo declinarsi in termini individuali e collettivi, destrutturare gli a-priori tradizionali della vita sociale (Stato, Chiesa, famiglia, scuola) e le stesse strutture identitarie delle persone. Tutto ciò pone la società, le istituzioni educative e la persona di fronte a richieste sempre nuove e sempre più impegnative. In particolare, le nuove tecnologie, creatrici della virtualità, stanno producendo la rottura di ogni ritmicità, sia essa biologica o sociale, associata all’idea di ciclo di esistenza, per cui prevale ormai un’idea di simultaneità, istantaneità e “presentificazione”: se ogni singolo momento è l’eternità, tutto deve essere sempre presente e accessibile senza soluzione di continuità, tutto – compreso l’altro – può essere “spento” senza preoccupazione e responsabilità, ed ogni errore viene facilmente giustificato perché tutto è divenuto possibile ad ogni età e senza più gradazione di complessità. Ecco perché oggi, in modo più marcato che non in passato, l’individuo appare maggiormente esposto alla fragilità e all’incertezza dei momenti di passaggio e la transizione da un’età all’altra della vita diventa più problematica: diviene faticoso rielaborare il proprio progetto di vita davanti alla nuova fase o discernere il senso di una crisi, la possibilità di ridefinire se stessi ed il rapporto con gli altri. Il contributo analizza le singole fasi del ciclo di vita, diviso – ai fini di una lettura più agevole – in cinque fasi, delineando un range di età orientativo, soggettivizzabile ed ovviamente fluido, ma comunque necessario per potersi intendere sui termini: infanzia, fanciullezza, adolescenza, adultità, anzianità. La visione delle varie fasi del ciclo vitale si snoda lungo un percorso alla luce di una prospettiva integrata dello sviluppo, una prospettiva fenomenologico-relazionale. In particolare, si assume la concezione secondo la quale cognizione e affetti (“testa” e “cuore”) non vengono indagati attraverso linee evolutive separate, bensì in un'ottica che li considera saldamente intrecciati, per cui l’individuo, sin dalle primissime fasi di vita, viene visto come un-essere-in-relazione, coinvolto in scambi affettivi, sociali e comunicativi con partner significativi.

Apprendere a cambiare. Implicazioni sociali, psicologiche ed educative delle trasformazioni nel ciclo di vita

ROMANO, Rosa
2007-01-01

Abstract

Il nostro tempo, che molti pensatori caratterizzano come “società dell’incertezza” (Bauman) e del “rischio” (Beck), dove tutto è ridotto a mercato (Latouche), segna il passaggio da un sistema relativamente stabile e segmentato ad un sistema continuo, fluido e in trasformazione permanente. I processi in atto sembrano toccare tutti gli aspetti dell’esistenza umana e del suo declinarsi in termini individuali e collettivi, destrutturare gli a-priori tradizionali della vita sociale (Stato, Chiesa, famiglia, scuola) e le stesse strutture identitarie delle persone. Tutto ciò pone la società, le istituzioni educative e la persona di fronte a richieste sempre nuove e sempre più impegnative. In particolare, le nuove tecnologie, creatrici della virtualità, stanno producendo la rottura di ogni ritmicità, sia essa biologica o sociale, associata all’idea di ciclo di esistenza, per cui prevale ormai un’idea di simultaneità, istantaneità e “presentificazione”: se ogni singolo momento è l’eternità, tutto deve essere sempre presente e accessibile senza soluzione di continuità, tutto – compreso l’altro – può essere “spento” senza preoccupazione e responsabilità, ed ogni errore viene facilmente giustificato perché tutto è divenuto possibile ad ogni età e senza più gradazione di complessità. Ecco perché oggi, in modo più marcato che non in passato, l’individuo appare maggiormente esposto alla fragilità e all’incertezza dei momenti di passaggio e la transizione da un’età all’altra della vita diventa più problematica: diviene faticoso rielaborare il proprio progetto di vita davanti alla nuova fase o discernere il senso di una crisi, la possibilità di ridefinire se stessi ed il rapporto con gli altri. Il contributo analizza le singole fasi del ciclo di vita, diviso – ai fini di una lettura più agevole – in cinque fasi, delineando un range di età orientativo, soggettivizzabile ed ovviamente fluido, ma comunque necessario per potersi intendere sui termini: infanzia, fanciullezza, adolescenza, adultità, anzianità. La visione delle varie fasi del ciclo vitale si snoda lungo un percorso alla luce di una prospettiva integrata dello sviluppo, una prospettiva fenomenologico-relazionale. In particolare, si assume la concezione secondo la quale cognizione e affetti (“testa” e “cuore”) non vengono indagati attraverso linee evolutive separate, bensì in un'ottica che li considera saldamente intrecciati, per cui l’individuo, sin dalle primissime fasi di vita, viene visto come un-essere-in-relazione, coinvolto in scambi affettivi, sociali e comunicativi con partner significativi.
2007
9788882325558
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