L’insufficienza venosa è una patologia di frequente riscontro (incidenza 15-30%) prevalente nel sesso femminile e spesso familiare, maggiormente diffusa in Europa e negli USA. La malattia varicosa può essere congenito-displasica, primitiva o secondaria. La classificazione, secondo lo schema CEAP (Clinical, Etiologic, Anatomic, Pathophysiologic) prevede l’identificazione di tipi diversi di malattia, distinti tra loro per il quadro clinico, l’etiologia, l’anatomia e la fisiopatologia; è caratterizzata clinicamente da pesantezza, dolore, prurito ed edema agli arti inferiori. Nella forma più avanzata si possono osservare discromie e/o ulcerazioni cutanee. La valutazione clinica si avvale del riscontro anamnestico, dell’esame obiettivo, accompagnato da manovre semeiologiche rivolte a evidenziare l’esistenza e il tipo di patologia varicosa (essenziale o secondaria) e di metodiche strumentali. Molto si può ottenere con la prevenzione; ovvero il mantenimento del peso ideale e lo svolgimento di attività fisica permettono di ridurre il rischio di sviluppare insufficienza venosa cronica. L’esecuzione di esami strumentali (eco-color-Doppler e flebografia) indirizza il trattamento che potrà essere conservativo (farmacologico o elastocompressivo), ambulatoriale (scleroterpia o metodiche funzionali emodinamiche), chirurgico resettivo (crossectomia, stripping, flebectomie sec. Müller e la TriVex) e ricostruttivo (valvuloplastiche). Di recente sono state sempre più implementate le tecniche veno-occlusive (crioterapia, laserterapia e radiofrequenze).
Insufficienza venosa e vene varicose (capitolo Apparato Vascolare)
GIOFFRE', Maria;FAMA', FAUSTO
2008-01-01
Abstract
L’insufficienza venosa è una patologia di frequente riscontro (incidenza 15-30%) prevalente nel sesso femminile e spesso familiare, maggiormente diffusa in Europa e negli USA. La malattia varicosa può essere congenito-displasica, primitiva o secondaria. La classificazione, secondo lo schema CEAP (Clinical, Etiologic, Anatomic, Pathophysiologic) prevede l’identificazione di tipi diversi di malattia, distinti tra loro per il quadro clinico, l’etiologia, l’anatomia e la fisiopatologia; è caratterizzata clinicamente da pesantezza, dolore, prurito ed edema agli arti inferiori. Nella forma più avanzata si possono osservare discromie e/o ulcerazioni cutanee. La valutazione clinica si avvale del riscontro anamnestico, dell’esame obiettivo, accompagnato da manovre semeiologiche rivolte a evidenziare l’esistenza e il tipo di patologia varicosa (essenziale o secondaria) e di metodiche strumentali. Molto si può ottenere con la prevenzione; ovvero il mantenimento del peso ideale e lo svolgimento di attività fisica permettono di ridurre il rischio di sviluppare insufficienza venosa cronica. L’esecuzione di esami strumentali (eco-color-Doppler e flebografia) indirizza il trattamento che potrà essere conservativo (farmacologico o elastocompressivo), ambulatoriale (scleroterpia o metodiche funzionali emodinamiche), chirurgico resettivo (crossectomia, stripping, flebectomie sec. Müller e la TriVex) e ricostruttivo (valvuloplastiche). Di recente sono state sempre più implementate le tecniche veno-occlusive (crioterapia, laserterapia e radiofrequenze).Pubblicazioni consigliate
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