Secondo un’opinione autorevolmente prospettata in dottrina e più volte ribadita, Giustiniano in materia ecclesiastica si sarebbe per lo più limitato a riprodurre nelle proprie leggi, senza innovare in modo significativo, disposizioni già in precedenza espresse dalla Chiesa, l’unico suo intento essendo quello di attribuire ad esse un’efficacia normativa che evidentemente di per sé non potevano avere; a questa conclusione si era giunti sulla base soprattutto dei rinvii ai sacri canones che si riscontrano, invero di frequente, all’interno delle disposizioni emanate dalla cancelleria imperiale. Tuttavia, quest’idea mal si accorda con l’attivismo manifestato dall’Imperatore addirittura a proposito della definizione delle questioni dogmatiche. Ebbene, questo contributo, dopo avere preso in esame le disposizioni conciliari e canoniche da un lato ed il quadro normativo dell’età giustinianea dall’altro, ed aver proceduto ad un loro analitico raffronto, intende mettere in luce un certo smarcamento della politica dalla religione anche all’interno di uno dei settori dove da sempre più scontato è apparso agli interpreti moderni il tributo della prima alla seconda: la continentia richiesta al clero per l’accesso agli ordini.
La lex continentiae clericorum nella legislazione di Giustiniano: tra ricezione ed innovazione
CUSMA' PICCIONE, Alessandro
2010-01-01
Abstract
Secondo un’opinione autorevolmente prospettata in dottrina e più volte ribadita, Giustiniano in materia ecclesiastica si sarebbe per lo più limitato a riprodurre nelle proprie leggi, senza innovare in modo significativo, disposizioni già in precedenza espresse dalla Chiesa, l’unico suo intento essendo quello di attribuire ad esse un’efficacia normativa che evidentemente di per sé non potevano avere; a questa conclusione si era giunti sulla base soprattutto dei rinvii ai sacri canones che si riscontrano, invero di frequente, all’interno delle disposizioni emanate dalla cancelleria imperiale. Tuttavia, quest’idea mal si accorda con l’attivismo manifestato dall’Imperatore addirittura a proposito della definizione delle questioni dogmatiche. Ebbene, questo contributo, dopo avere preso in esame le disposizioni conciliari e canoniche da un lato ed il quadro normativo dell’età giustinianea dall’altro, ed aver proceduto ad un loro analitico raffronto, intende mettere in luce un certo smarcamento della politica dalla religione anche all’interno di uno dei settori dove da sempre più scontato è apparso agli interpreti moderni il tributo della prima alla seconda: la continentia richiesta al clero per l’accesso agli ordini.Pubblicazioni consigliate
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