Nel 1902, fondata sulla consapevolezza del suo peculiare ruolo greco-storico, che spesso sconfinava nell’antico mito della “città dei privilegi”e che era evidente anche nel tessuto urbano, l’identità storica della città di Messina si rispecchiava in gran parte nella sua specificità economica, da sempre legata al porto e al commercio marittimo, e si rifletteva anche nella sua particolare struttura sociale, formata da una attiva borghesia mercantile-imprenditoriale affiancata da artigiani specializzati nella lavorazione delle risorse locali. La città presentava un deciso carattere cosmopolita per la presenza stabile di comunità mercantili straniere. Mostrava, inoltre, una certa vivacità culturale, soprattutto con l’Università, che nel 1902 comprendeva quattro facoltà con circa ottocento studenti e prestigiosi docenti. La città, tuttavia, appariva in tutte le sue luci e le sue ombre. Su questa città in cui “all’apparenza non corrisponde la realtà” si abbatteva la catastrofe sismica che all’alba del 28 dicembre 1908 distruggeva la vita di ben oltre la metà dei suoi abitanti e faceva crollare oltre il 90% dei suoi edifici. Questa mutazione genetica trasformava radicalmente le storiche funzioni economiche e le tradizionali articolazioni sociali della città, modificando anche il ruolo della classe dirigente, espressione ora dei ceti impiegatizi più che imprenditoriali e mercantili. Dopo il 1908, anche la vita politica trovava nuovi referenti, legati al mondo degli affari edilizi e degli appalti per la ricostruzione, ma soprattutto dopo il terremoto, Messina perdeva il suo rapporto secolare con il mare, senza trovare altre valide ragioni di esistenza. Il “secolo breve”, iniziato con il 1908, è stato per Messina anche il secolo della “memoria breve” e dell’identità sempre più labile e indefinita.

Prima e dopo. Messina 1902-1914

D'ANGELO, Michela
2009-01-01

Abstract

Nel 1902, fondata sulla consapevolezza del suo peculiare ruolo greco-storico, che spesso sconfinava nell’antico mito della “città dei privilegi”e che era evidente anche nel tessuto urbano, l’identità storica della città di Messina si rispecchiava in gran parte nella sua specificità economica, da sempre legata al porto e al commercio marittimo, e si rifletteva anche nella sua particolare struttura sociale, formata da una attiva borghesia mercantile-imprenditoriale affiancata da artigiani specializzati nella lavorazione delle risorse locali. La città presentava un deciso carattere cosmopolita per la presenza stabile di comunità mercantili straniere. Mostrava, inoltre, una certa vivacità culturale, soprattutto con l’Università, che nel 1902 comprendeva quattro facoltà con circa ottocento studenti e prestigiosi docenti. La città, tuttavia, appariva in tutte le sue luci e le sue ombre. Su questa città in cui “all’apparenza non corrisponde la realtà” si abbatteva la catastrofe sismica che all’alba del 28 dicembre 1908 distruggeva la vita di ben oltre la metà dei suoi abitanti e faceva crollare oltre il 90% dei suoi edifici. Questa mutazione genetica trasformava radicalmente le storiche funzioni economiche e le tradizionali articolazioni sociali della città, modificando anche il ruolo della classe dirigente, espressione ora dei ceti impiegatizi più che imprenditoriali e mercantili. Dopo il 1908, anche la vita politica trovava nuovi referenti, legati al mondo degli affari edilizi e degli appalti per la ricostruzione, ma soprattutto dopo il terremoto, Messina perdeva il suo rapporto secolare con il mare, senza trovare altre valide ragioni di esistenza. Il “secolo breve”, iniziato con il 1908, è stato per Messina anche il secolo della “memoria breve” e dell’identità sempre più labile e indefinita.
2009
9788836613090
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